Ondacinema

recensione di Paolo A. d'Andrea
5.0/10
Sembra ieri, ma sono trascorsi già sette anni dall'uscita di "300" di Zack Snyder. Ne abbiamo sentite e lette di tutti i colori. E ne sentiremo e leggeremo ancóra. È un film fascista. È un film nietzscheano (Nietzsche, il filosofo piú citato da chi non l'ha mai letto). È solo un esercizio di stile. No, è un apologo sullo scontro delle civiltà post 11 settembre. È un film pericoloso. Non scherziamo, è puro intrattenimento all'americana. E chi piú ne ha piú ne metta, sempreché il giochetto abbia un senso. Leviamoci dal chiasso. "300" è stato un film di successo? Eccome. Poteva dunque mancare il sequel? Ovviamente no.

"L'alba di un impero" non è però un seguito nel significato comunemente inteso. È un'operazione simile - mi si passi il paragone - a quella messa in atto da Clint Eastwood nel dittico sulla battaglia di Iwo Jima: è un cambio di prospettiva su un evento unico, in questo caso le fasi finali della Seconda Guerra Persiana, lo scontro fra le poleis greche e l'esercito asiatico di Serse (V secolo a.C.). Se "300" narrava il sacrificio degli spartani sulle Termopili, "L'alba di un impero" racconta nella medesima chiave epica e antinaturalistica i fatti contemporanei e successivi, ovvero le imprese della lega delio-attica culminate nei celebri scontri navali di Capo Artemisio e Salamina (480 a.C.). L'attenzione si sposta dall'integerrimo e statuario Leonida al tormentato e acuto (ma non meno fisicato) ateniese Temistocle, capo militare della spedizione. E, dopo le contestazioni sulla rappresentazione ambigua dei Persiani nel primo capitolo, l'occhio è gettato anche dall'altra parte della barricata: si approfondisce la storia personale del colossale re Serse e soprattutto si garantisce un importante minutaggio alla bella comandante della flotta nemica Artemisia, regina della Caria alleata al sovrano persiano. A voi decidere se si tratti di pluralismo o coda di paglia.

Sicuramente si assiste al tentativo di fare un film piú sfaccettato e meno manicheista. Alcuni spunti, fossero sviluppati, non sarebbero da buttare. Per esempio il discorso sulla responsabilità personale di Temistocle, che uccidendo a Maratona il re Dario dà di fatto il movente, pur con un atto eroico, alla mortifera rappresaglia del figlio Serse. O l'insistenza sul rapporto di amore-odio fra lo stesso stratega ateniese e la sua nemesi Artemisia (della quale non a caso è sottolineata l'origine greca): la rovente scena di sesso fra i due, per quanto abbastanza banalizzante, è una sequenza riuscita, e non solo per il generoso topless di Eva Green. Volenteroso anche l'intento di dare una motivazione credibile alla sete di vendetta di Serse, allontanandolo almeno parzialmente dal monolitismo della prima apparizione. Indicativo infine che i nemici questa volta siano quasi sempre umani, e non esseri mostruosi o bizzarramente agghindati.

Peccato che tutto quanto c'è di buono sia soffocato dall'azione. Un'azione che è fiacca replica di quella del primo capitolo. Ralenti, bullet-time ante litteram, fiotti di sangue digitali in un proliferare ripetitivo e stancante. Il film dura almeno venti minuti di troppo. Noam Murro non ha il senso visivo di Snyder e gli effetti speciali, nonostante un budget quasi doppio rispetto al prototipo, deludono. In un cast in cui lo spessore si valuta dai deltoidi in giú poi, la Green ha gioco facilissimo nel sovrastare tutti con la sua buona interpretazione. Tutto il resto è anonimato.
Nota finale: come tutti sanno alla base di "300" c'è l'omonimo graphic-novel di Frank Miller. "L'alba di un impero" è invece ispirato al seguito, "Xerses", che però è tuttora incompiuto. Il film è così una specie di visualizzazione di quello che sarà il fumetto, e non viceversa.

10/03/2014

Cast e credits

cast:
Sullivan Stapleton, Eva Green, Rodrigo Santoro, Lena Headey, Hans Matheson, Callan Mulvey


regia:
Noam Murro


titolo originale:
300: Rise of an Empire


distribuzione:
Warner Bros Italia


durata:
102'


produzione:
Warner Bros, Legendary Pictures


sceneggiatura:
Zack Snyder, Kurt Johnstad


fotografia:
Simon Duggan


scenografie:
Jenny Oman, Simon Wakefield


montaggio:
David Brenner, Wyatt Smith


costumi:
Alexandra Byrne


musiche:
Junkie XL


Trama
Dopo il sacrificio dei guerrieri spartani sulle Termopili, la guerra continua: sul Mar Egeo si fronteggiano le navi della lega delio-attica comandata dall'ateniese Temistocle e quelle dell'esercito persiano capitanate dalla regina di Caria Artemisia. Lo scontro decisivo avverrà nelle acque di Salamina.
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