Ondacinema

recensione di Diego Testa
5.0/10

6 underground

"Michael Bay è tornato", si legge ovunque con regolarità a ogni novità del nostro shooter.  Quale che sia l'interpretazione che vogliate dargli, la prima frase è il traino di una macchina incredibilmente pesante, carosello di ghiottonerie di marketing: brand exposure, sequenze "advertising", testimonial, propaganda, etica reazionaria, manicheismi patriottici. "6 Underground" è tutto questo elevato alla potenza massima, esasperazione di un cinema politicante (pro US, ci mancherebbe) e svendibile, aggressiva e roboante macchina del caos. Netflix distribuisce.

Si potrebbe aver detto già praticamente tutto sul Bayhem con queste poche righe ma guai ad aver tale presunzione. Che altro c'è da dire su un cinema sempre uguale a sé stesso?
In realtà quello portato avanti dal regista americano è un caos sempre più articolato, apparentemente indifferente alle logiche grammaticali e semantiche del cinema blockbuster, come ci si aspetterebbe. Da "Pain & Gain" in poi la forma ha cominciato a perdere costantemente di logica, ridimensionando le componenti ancora integre e codificabili di regia/montaggio e lasciando spazio alla destrutturazione dialogica tra gli stacchi. Quel che è peggio (o meglio?) è che anche la distanza tra i toni comunemente ascrivibili a dramma, commedia, azione, tensione viene riempita da un modo di fare cinema reiterativo, sempre identico. Difficilissimo dunque percepire, ancor più dei precedenti film, quando in "6 Underground" si passa dalla frenesia spassosa al dramma; o decifrare lo sviluppo logico della tensione necessario a un climax successivo se non post visione (pensate alla scena di Skywalker dentro alla piscina). Inutile poi diviene sezionare il montaggio alla ricerca di errori di consequenzialità in scene complesse come l'action movie richiede. Di insensatezze ne troverete sempre, non serve fare il ghigno. Nonostante tra i ben tre montatori figurino due del calibro di Roger Burton e William Goldenberg.

"6 Underground" riesce a essere un giocattolone unico e interessante? Secondo chi scrive, non del tutto purtroppo. Certo è impensabile trovare qualcosa di simile nel panorama cinematografico moderno. Gli si avvicina "Red Zone" che pure dai film di Bay trae ispirazione. Quello che nel film di Berg però è maggiormente apprezzabile è la sua dignità da b-movie a tutto tondo.
"6 Underground", molto schiettamente, non è cinema, quanto piuttosto un videoclip musicale costruito sulle logiche (bayane) del film d'azione. E in questa lapidarietà con cui una gran parte di critica e pubblico lo abbatte suddetto film avrebbe potuto trovare una sua personalissima forza. Se soltanto il film avesse lasciato perdere tutto l'apparato "narrativo" e codificato del mondo filmico, dedicandosi unicamente al ludos dionisiaco e patinato dell'immagine allora avremmo davvero avuto un oggetto particolare. Chiariamoci, i 6 giustizieri già morti che estirpano il male (qui un dittatore di un paese fake della Penisola Araba) dal mondo è una sovrastruttura necessaria, tuttavia il loro background unito al tremendo prendersi sul serio della trama, catapultano il film in una palude di banalità da cui non si esce per due ore.

La proposta e lo stile di Bay rimangono sempre le stesse: le proporzioni sono ancora superiori a quelle dei suoi robot alieni, a riprova che i soggetti più adatti per il regista di Los Angeles sono lontani dalle pedanterie di roba come "Transformers" o "The Island". Manca il coraggio di estirpare del tutto la sovrastruttura canonica che fa caracollare il film in una tediosa macchina sciatta e petulante (al netto anche di alcune battute ridicole).


10/03/2020

Cast e credits

cast:
Ryan Reynolds, Mélanie Laurent, Manuel Garcia Rulfo, Ben Hardy, Adria Arjona, Dave Franco, Corey Hawkins, Lior Raz, Payman Maadi


regia:
Michael Bay


titolo originale:
6 Underground


distribuzione:
Netflix


durata:
128'


produzione:
Bay Films, Skydance Media


sceneggiatura:
Rhett Reese, Paul Wernick


fotografia:
Bojan Bazelli


scenografie:
Jeffrey Beecroft


montaggio:
Roger Barton, William Goldenberg, Calvin Wimmer


costumi:
Jany Temime


musiche:
Lorne Balfe


Trama
Un gruppo di sei uomini guidati da uno scienziato miliardario si prefiggono di estirpare il male dal mondo. La loro prima missione è abbattere lo stato di dittatura del Turghistan.
Link

Sito ufficiale