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recensione di Alex Poltronieri
8.0/10
Benvenuti in un mondo senza regole. E' la frase di lancio de "Il cavaliere oscuro", nuovo episodio cinematografico delle avventure di Batman. Nonché il film più atteso dell'anno. Un successo annunciato forse, ma non in misura così enorme. Gli oltre 200 milioni di dollari incassati dal film in cinque giorni e le recensioni entusiastiche sono forse un indizio dell'hype creatosi attorno alla pellicola sin dalle prime fasi della sua realizzazione.
 
Ma il successo del film, più che per l'eco mediatica scaturita dalla prematura morte del bravo Heath Ledger, è dovuto in primo luogo al talento del regista Christopher Nolan. E' grazie alla sua visione che l'uomo pipistrello è tornato a volare a queste altezze, dopo che Joel Schumacher aveva trasformato la franchise in un cartoon di serie b. In "Batman Begins" Nolan ha conferito al personaggio un sottotesto tragico e realista, una statura epica e dolente che non si ritrovano nemmeno nei film di Burton. Ma quel film era soltanto l'incipit (come suggeriva il titolo stesso d'altronde), una prova in grande stile, in vista del grande show.
 
E "Il cavaliere oscuro" è un "Batman Begins" elevato al cubo. Un film molto più tetro, lungo, sfaccettato e complesso del precedente. Sarebbe senza dubbio semplicistico catalogarlo come l'ennesimo film su un "supereroe", né tantomeno come un'opera indirizzata ad un pubblico di teenager. No, "Il cavaliere oscuro" più che Burton o Raimi (per citare gli esempi più alti nello stesso genere) ricorda epiche saghe criminali come quelle di "Heat" o "Gli Intoccabili". Non è un banale film d'azione hollywoodiano, ma un cupo apologo sul lato oscuro degli uomini, in cui è difficile trovare anche un solo barlume di speranza (nonostante, nel finale, ci sia spazio per la luce). Il pamphlet di Nolan inizia con una rapina bella tosta che pare uscita da un film di Michael Mann, e pare proseguire su questa linea, con Bale-Batman nel ruolo di Pacino-Hanna e Ledger-Joker in quelli di De Niro-McCauley. La sostanza è sempre quella: bene e male sono due facce della stessa medaglia.
 
Il Joker di Heath Ledger (straordinario) non è il solito pazzo criminale. E' un uomo che gioca fuori dagli schemi, che non rispetta (come il regista) le regole sbandierate nella tagline di cui dicevamo poco sopra. Joker è un anarchico, un terrorista che vuole "vedere il mondo bruciare", che fa quello che fa senza un vero motivo (in questo senso ha più di una parentela con Paul e Peter del recente remake di "Funny Games", come loro, prima di torturare le sue vittime, si diverte a raccontare particolari fasulli sul suo passato): i suoi omicidi non sono spinti da collera o avidità (da fuoco ad una montagna di denaro), ma dal perverso desiderio di spingere l'uomo a scoprire il proprio lato buio e negativo, a dare adito alla rabbia che è dentro ognuno di noi. Joker è complementare a Batman, è la sua nemesi, il suo riflesso nello specchio. E' un villain sadico che il nostro eroe non riesce a catturare in nessun modo, perché incapace di comprenderlo a fondo. E, solo alla fine, venendo a patti con la propria moralità, infrangendo quel codice d'onore che si era ripromesso di rispettare (non sveleremo come), il cavaliere nero riuscirà a confrontarsi col suo nemico.


Ma la pellicola non ruota attorno solamente a questi due personaggi. Il vero fulcro della vicenda è il procuratore distrettuale Harvey Dent (interpretato dal bravo Aaron Eckart), una figura tragica, destinata a volare in alto come Icaro, per poi bruciarsi le ali, e cadere. Dent è la vittima prediletta da Joker: un angelo in terra, un paladino senza macchia (benché un tantino arrivista), un classico eroe americano, che arriverà a confrontarsi con i propri demoni, "langhianamente" diviso a metà, sin dal volto (come Gloria Grahame ne "Il grande caldo"), tra bene e male. Un "agente del caos", una vittima dei nostri tempi, che affida le sue decisioni al lancio di una moneta (in quanto a spessore nessuna parentela con il "Due Facce" da burletta interpretato da Tommy Lee Jones in "Batman Forever").
 
Nolan non è interessato ad esplosioni ed effetti visivi. Intendiamoci. Di azione ce n'è ne "Il cavaliere oscuro"; il film supera le due ore e mezza e non ci si annoia mai. Ma la tensione emotiva non scaturisce con mezzi convenzionali: più che a stunt e botti, il regista di "Memento" si affida a lunghi, quasi estenuanti, montaggi alternati, ai primi piani ravvicinati, soffocanti, dei suoi protagonisti, alle musiche sintetiche e assordanti del duo Hans Zimmer - James Newton Howard (vicine al lavoro di Vangelis per "Blade Runner").

Il risultato è un film a suo modo sorprendente, singolarmente violento, cupo e appassionante. Che resterà, e crescerà, negli anni a venire.


24/07/2008

Cast e credits

cast:
Christian Bale, Heath Ledger, Aaron Eckhart, Michael Caine, Gary Oldman, Maggie Gyllenhaal, Morgan Freeman, Eric Roberts


regia:
Christopher Nolan


titolo originale:
The Dark Knight


distribuzione:
Warner Bros


durata:
152'


sceneggiatura:
Christopher Nolan, Jonathan Nolan


fotografia:
Wally Pfister


scenografie:
Nathan Crowley


montaggio:
Lee Smith


musiche:
Hans Zimmer, James Newton Howard


Trama
La lotta alla mafia di Gotham City da parte del vigilante Batman, il tenente Gordon e il nuovo procuratore distrettuale Harvey Dent, viene messa in crisi con la comparsa di un nuovo pazzo criminale che si fa chiamare Joker. Per affrontarlo "il cavaliere oscuro" dovrà scoprire i propri limiti
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