Ondacinema

recensione di Stefano Santoli
8.0/10
L'ultima fatica di Wiseman dedicata alla New York Public Library (NYPL), presentata in concorso alla 74° mostra del cinema di Venezia, è qualcosa di più dell'ennesimo tassello del mosaico che il grande documentarista ha dedicato, in 50 anni di carriera, alle più diverse istituzioni e realtà sociali. Si tratta qui né più né meno che dell'eguaglianza, per avvicinarsi alla quale si deve passare necessariamente attraverso una diffusione più ampia dell'istruzione. Come dice esplicitamente l'architetto della biblioteca di Delft in Olanda, chiamata a partecipare a una conferenza presso la NYPL, una biblioteca non è un luogo dove si conservano i libri, ma un luogo dedicato a chi vuole acquisire conoscenze: "e le conoscenze non si acquisiscono solo con i libri, ma in molti modi diversi". La cultura non passa esclusivamente attraverso i libri, e la digitalizzazione costituisce la frontiera su cui si lotta la battaglia per l'estensione della cultura.
I documentari di Wiseman possiedono una struttura consolidata, in cui le persone sono lasciate agire indisturbate: nella totale assenza di qualsiasi commento-guida fuori campo, mancano anche le didascalie o una suddivisione in capitoli. Non c'è una struttura articolata per argomenti, ma è ben chiaro che Wiseman procede isolando alcuni temi per lui fondamentali. Anziché imporli procedendo per blocchi tematici distinti, preferisce tornare su di essi alternandoli fra loro, in una struttura spiraliforme. È un bel regalo allo spettatore quello di sorprenderci di continuo durante la visione, dal momento che non si ha idea di cosa ci aspetti sequenza dopo sequenza. "Ex Libris", con la sua eccezionale ricchezza interna (un autentico scrigno di tesori), ci lascia ogni volta stupiti di fronte all'ennesima proposta inaspettata - consentendoci, al contempo, di farci un'idea man mano più precisa dei temi di fondo che ritornano nel corso del film.


Istruzione e digitalizzazione


Uno dei nuclei tematici di "Ex Libris" è la digitalizzazione e il suo rapporto con la cultura. Lungi dal vedere in essa un pericolo per i libri, Wiseman pone l'accento sulla gravità del digital divide. Nella sola New York, 3 milioni di cittadini sono privi di banda larga (negli Stati Uniti arrivano a 70 milioni), e ciò negli stessi anni in cui la richiesta di eBook in prestito dalla Biblioteca è aumentata del 300%. La NYPL è la prima istituzione incaricata di far fronte al problema (significative in questo senso due sequenze, dedicate una alla distribuzione gratuita di box per connettersi a contenuti digitali e l'altra all'insegnamento di elementi basici di informatica, rivolto dalla Biblioteca soprattutto a persone anziane).
Il riversamento del patrimonio culturale mondiale su supporto digitale non farà sparire i libri; le biblioteche resteranno il centro gravitazionale della cultura. Wiseman, evidentemente propenso da buon progressista ad aver fiducia nel futuro, è convinto che la cultura passerà sempre più dal web e che nel XXI secolo i supporti digitali ne diverranno i principali veicoli e depositari: in ciò vede l'occasione potenziale per abbattere gli ostacoli alla fruizione della cultura stessa e alla diffusione dell'istruzione.
"Ex Libris" ci pare un film di valore straordinario, ancora più significativo di "At Berkeley" cui è strettamente imparentato, perché è permeato dalla persuasione del suo autore che lo stimolo ad apprendere da parte di chi è autodidatta (e in tale veste si reca in biblioteca) è altrettanto se non più proficuo dell'istruzione calata dall'alto all'interno di un'università (di cui aveva elogiato, peraltro, il metodo partecipato di insegnamento).
Come di consueto in Wiseman, grande attenzione è dedicata al "dietro le quinte" costituito da riunioni d'ufficio e conferenze interne in cui vengono discussi e illustrati obiettivi strategici al personale della Biblioteca. È così che Wiseman ha modo di insistere, come in "At Berkeley", sull'importanza degli investimenti pubblici alla cultura in un periodo storico contraddistinto, negli USA come altrove, da consistenti tagli ai finanziamenti pubblici. Nel caso della NYPL, ci viene spiegato come per la Biblioteca siano sempre stati fondamentali i contributi "filantropici" dei privati, ma che un accrescimento dei contributi pubblici risulterebbe fondamentale per far da traino anche ai primi.


La biblioteca di Babele


"Ex Libris" è anche il ritratto di una metropoli, New York, nella quale si concentra una straordinaria vitalità culturale, che si riflette nella stupefacente poliedricità delle attività che ruotano intorno alla sua biblioteca pubblica, un autentico microcosmo che contiene e rispecchia l'universo.
Nella sua struttura poliedrica e randomica, "Ex Libris" si sposta continuamente tra centro e periferia, dallo Schwarzman Building della sede centrale sulla Quinta Strada alle varie succursali, dal Bronx a Brooklyn.
Le inquadrature sulla città (strade, negozi, palazzi) sono altrettanto se non più numerose degli establishing shot dedicati alle numerosissime succursali della Biblioteca, all'interno delle quali Wiseman spinge la sua macchina da presa. Per segnalare il rapporto fra la Biblioteca e la Città, Wiseman dissemina il film di primi piani della segnaletica stradale, in modo da fornire strumenti per ricostruire una precisa mappa geografica della dislocazione della biblioteca sul territorio.
Tra i vari eventi che Wiseman ci mostra, appuntiamo conferenze pubbliche, esibizioni artistiche, concerti, reading di poesia, interviste (Elvis Costello), presentazioni di libri (Patti Smith), mostre di pittura (quella al Centro Schomburg di Harlem per la ricerca sulla cultura nera). E ancora: lezioni di braille, registrazioni di audiolibri, lezioni di danza, lezioni informative sui diritti nella distribuzione degli alloggi, lezioni di Storia (su capitalismo, mercato del lavoro e schiavitù!).
La pletora di eventi documentati in "Ex Libris" sembra condensare il cinema di Wiseman - quantomeno il suo ultimo periodo - in una vera e propria summa: c'è davvero di tutto, dalla danza ("La Danse", "Crazy Horse") alla pittura ("National Gallery"), dall'istruzione ("At Berkeley") al ritratto urbano ("In Jackson Heights"), quasi si trattasse - speriamo di no - di un testamento artistico.
Grande spazio è dedicato - come in "At Berkeley" - a mostrare l'attitudine dell'istituzione a stimolare la partecipazione attiva del pubblico: così, ad esempio, dell'incontro su "L'amore ai tempi del colera" ci viene mostrata una serie di interventi in cui i lettori condividono le proprie impressioni sul romanzo, non una lezione ex cathedra. Durante un incontro sulla Dichiarazione d'indipendenza (di cui la NYPL possiede un draft precedente alla stesura originale), viene chiesto a due volontari di leggerne un medesimo passaggio con due impostazioni diverse ("angry", arrabbiata, e "pleeding", implorante) per far percepire la relatività della lettura dei documenti e quindi degli eventi storici. La lettura arrabbiata corrisponde alla rivendicazione autonoma e agguerrita di ciò che non verrebbe mai concesso se non ce lo prendessimo da soli; la lettura implorante è invece la supplica di una gentile concessione da parte di chi detiene il potere e continuerà a farlo. Due atteggiamenti totalmente opposti, fra i quali lo studioso di Storia è chiamato a scegliere sulla base dei propri strumenti di ricerca. L'importante, ci fa capire Wiseman, è non accettare una versione preconfezionata della Storia. Il che si lega straordinariamente bene all'invito postoci dall'autore a orientarci da soli nei meandri di ciò che documenta, lasciando il più possibile aperti i suoi film alle più disparate chiavi di lettura.
31/08/2017

Cast e credits

regia:
Frederick Wiseman


distribuzione:
I Wonder Pictures


durata:
197'


produzione:
Zipporah Films


fotografia:
John Davey


montaggio:
Frederick Wiseman


Trama
Documentario dedicato alla New York Public Library, storica biblioteca della metropoli statunitense, di cui si illustrano - come usuale in Wiseman - meccanismi di funzionamento e prassi di fruizione. Un invito alla cultura e alla coesione sociale.