Ondacinema

recensione di Diego Testa
6.0/10

fast furious hobbs shaw

A sostituzione del titolo originale "Fast & Furious Presents: Hobbs and Shaw", per quanto il marketing voglia far credere il contrario, leggasi "Dwayne Johnson Presents". Lo spin-off filmico del franchise Universal è una lettera aperta: The Rock si prende anche la saga del collega Vin Diesel. Al punto tale che l'attore californiano delinea il tono e l'estetica dei film piuttosto che il contrario: se ad esempio Tom Cruise ha costruito il proprio personaggio cinematografico intorno a "Mission: Impossible" esibendo un'interdipendenza irrinunciabile tra attore e film, nel caso di Dwayne Johnson è sullo stesso che si modella lo standard di "Hobbs & Shaw", vendendo di fatto l'iterazione cinematografica.

Archiviate le palesi considerazioni sulla carriera attoriale del californiano, queste aiutano a gettare le basi dell'analisi del blockbuster americano, impantanate tra difficoltà creative (a titolo d'esempio "Macchine mortali" e "Jurassic World") e rapporto costi-benefici tutt'altro che scontati se si considera la qualità finale del prodotto ("Venom" è un successo al botteghino quasi inatteso). In questo senso "Hobbs & Shaw" non guarda certamente alla carta del divismo quanto piuttosto alla riconoscibilità di predeterminati e consapevoli tratti valoriali. Per questo la forma dello stampo la forgia Dwayne Johnson e, uscito il film dal processo produttivo, a cambiare è solamente il numero di serie.
Lo stesso target di riferimento non diventa una caratteristica discriminante che renda diverso "H&S" dalle recenti prove di Johnson poiché in fin dei conti suddetto film lo potrebbe vedere lo stesso pubblico di "Baywatch", "Jumanji" e in futuro probabilmente "Jungle Cruise".
Questa sicurezza per famiglie trasforma "Hobbs & Shaw" nell'equivalente per maschietti dei reboot delle principesse Disney, pur privo di vero machismo ed eccessi di violenza.

Perché la missione di Luke Hobbs e Deckard Shaw di recuperare un virus mortale per la salvaguardia del pianeta è tutto fuorché veramente iperbolica se non nella componente action. "Hobbs & Shaw" ragiona primariamente sulla rappresentazione stereotipica dei suoi interpreti con quello split screen che spezza l'incipit in due e urla al paradigma del cool guy per eccellenza (e non ci sono dubbi su quale casella spunteresti alla domanda "Chi vorresti essere?"). Incredibilmente la semplificazione funziona: la progressione comica di questo buddy movie sceglie la tendenza al grossolano, mettendo a nudo un duello di modelli consolidati (Los Angeles contro Londra all'inizio) e luoghi comuni (su chi meni le mani più forte o si prenda l'ultima parola). Chris Morgan, ormai storica penna della serie, si diverte a dar corpo alle scenette comiche tra i due protagonisti il cui spazio su schermo è geometricamente calcolato per dare a entrambi un ruolo paritario, luogo di contese a chi compia il massacro più divertito o efficace (il consiglio è di godere degli accenti in lingua originale).
Nonostante le tematiche presenti, la sceneggiatura si svuota di qualsiasi estetica: asessuato, linguaggio scurrile ma corretto, violenza epurata da ruvidezze visive. L'action comedy diretto da David Leitch viene sedato in tutte le componenti action e machiste che lo renderebbero (forse) interessante, preferendo farsi mansueto, sterilizzato da ogni bruttura.

La stessa regia di Leitch perde consistenza. Proprio lui che con "Atomica Bionda" aveva insistito sulla realizzazione della performance corporea osservata in tutta la sua precisione meccanica, qui si arrende alle ondate digitali nei momenti di grandeur serie b e al compitino taglia e cuci velocissimo nel corpo a corpo. Quindi "Hobbs & Shaw" insiste programmaticamente sulla quantità: bulimica carovana di scene madri inverosimili, appaganti e spalmate senza continuità o logica contestualizzazione. Il risultato finale si tramuta in un ingordo ammasso di trovate riciclate, tra cyborg e moto tra(n)sformabili, anch'esse calibrate al dettaglio per esprimersi con intelligibilità e pulizia visiva. Anche il villain scopiazza le ultime volontà dei cattivoni filmici interessati alla selezione umana per giusta causa (come nei recenti "Infinity War/Endgame" e "Godzilla II").
"Hobbs & Shaw" non alza la media qualitativa dei suoi cugini della saga ma gestisce un ritmo forsennato che, in quanto action dell'assurdo, deve essergli proprio ed elimina le pedissequità del cast corale degli ultimi "F&F". Nessun nuovo standard, sia chiaro, e la tirata a lucido lo rende un filmaccio tremendamente casto, eppure simpaticamente sbruffone quanto scemotto. Si risparmia anche pistolotti politici impalpabili (vedasi "6 Underground") quindi, nel suo campo, può dirsi promosso e dimenticabile.


12/07/2020

Cast e credits

cast:
Vanessa Kirby, Eiza González, Helen Mirren, Roman Reigns, Eddie Marsan, Cliff Curtis, Idris Elba, Jason Statham, Dwayne Johnson


regia:
David Leitch


titolo originale:
Fast & Furious Presents: Hobbs & Shaw


distribuzione:
Universal Picture


durata:
137'


produzione:
Seven Bucks Productions, Chris Morgan Productions, Universal Pictures


sceneggiatura:
Chris Morgan, Drew Pearce


fotografia:
Jonathan Sela


scenografie:
David Scheunemann


montaggio:
Christopher Rouse


costumi:
Sarah Evelyn Bram


musiche:
Tyler Bates


Trama
L'organizzazione terroristica Eteon vuole appropriarsi di un virus mortale per l'uomo. Un agente dell' MI6 se lo inietta e fugge durante un'operazione di recupero per impedire all'Eteon di rubarlo. Saranno Hobbs e Shaw a occuparsi di salvare il mondo dalle intenzioni dei terroristi.
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