Ondacinema

recensione di Alberto Mazzoni
6.5/10

Mattia Torre era un fine osservatore dell’Italia di oggi, e un dialoghista di talento, e ci mancherà. La serie "Boris" (cosceneggiata con Vendruscolo e Ciarrapico) è uno spaccato dell’Italia degli anni 00, combinato con una riflessione sul lavoro culturale degna di Bianciardi, ma soprattutto una sorgente di risate inesauribile, con frasi che rimangono chiavi ironiche di lettura del mondo ("la locura Renè!").  Ma non si possono dimenticare i monologhi teatrali – spesso affidati al bravo Mastandrea – come l’imperdibile "Gola", una delle vette della sua scrittura. Da uno di questi monologhi nasce il film "Figli", che Torre avrebbe dovuto anche dirigere.

Il secondo figlio getta Nicola (Valerio Mastandrea, sempre ottimo) e Sara (Paola Cortellesi, ok) nel panico fin dall’annuncio. La tesi – condivisibile – è che con un solo figlio si è genitori e anche qualcos’altro, ma con due figli di cui (almeno) uno piccolo si diventa genitori e basta, ad andar bene genitori e lavoro. Un po' perché l'Italia adesso è fatta così, un po' perché il primo figlio è accompagnato, come dice un collega di Nicola, dalla sensazione di euforia e onnipotenza di aver dato la vita, mentre col secondo rimane solo la fatica e non rimane quindi che fingersi pazzi. La penna di Torre è sempre aguzza nel trovare scorci di vita inediti ed efficaci, dall’analisi su come si pulisce con forza la bocca ai bambini, al marito che si vanta di aver contribuito alla gestione della casa perché ha fatto la lavastoviglie, agli snervanti dibattiti sui regali alle maestre… facile riconoscersi, facile sorridere. Si sfiora il rischio che il riconoscimento la faccia da padrone nel giudizio, il cosiddetto effetto "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" (se siete della generazione di riferimento del film, sapete di che si sta parlando) che ha la sua forma più deleteria nei libri che vengono comprati perché ambientati nella propria città. Ma alla fine per quel che riguarda le microdinamiche familiari il film ci azzecca troppo per non essere apprezzato. Non si può però non dire che l'analisi sociale è piuttosto spuntata. Da una parte il vissuto dei protagonisti non è così rappresentativo dal punto di vista economico come si crede– non tutti vanno da pediatri con gli arazzi nello studio – dall’altro le riflessioni politiche sono molto mainstream – la critica ai pensionati che vivono e hanno sempre vissuto nel lusso (?) stride con l’omaggio a un ricchissimo come Farinetti.

Il regista Giuseppe Bonito come gestisce un film che Torre avrebbe dovuto anche dirigere? La regia non è anonima, per fortuna, ma certe idee sono più azzeccate di altre. Da una parte ci sono le scene relative ai genitori-tipo immerse nel bianco, infelici perché rafforzano la sensazione di frammentarietà delle considerazioni di carattere generale inserite nella narrazione, dall’altra la sostituzione del pianto del bambino con Beethoven a tutto volume è molto divertente ed efficace per rimandare alla sensazione di disagio che il pianto origina senza causare direttamente il disagio allo spettatore. Anche il ruolo della finestra – lo scoprirete nella prima scena – è simpatico. Da segnalare uno sfondo di caratteristi italiani di tutto rispetto, tra cui svetta la garanzia di Stefano Fresi – abbattuto dalle spade di gommapiuma dei suoi figli. Proprio la presenza di Fresi, però, fa pensare che la sfida di Boris sia stata raccolta e rilanciata nel decennio successivo solo dalla trilogia di "Smetto quando voglio".


25/01/2020

Cast e credits

cast:
Valerio Mastandrea, Paola Cortellesi, Stefano Fresi


regia:
Giuseppe Bonito


distribuzione:
Vision Distribution


durata:
97'


produzione:
Wildside/ Vision Distribution


sceneggiatura:
Mattia Torre


fotografia:
Roberto Forza


musiche:
Giuliano Taviani


Trama
Nicola e Sara sono due quarantenni che – a molta distanza dal primo – hanno un secondo figlio. Questo rivela che l’equilibrio della coppia era un po’ più precario del previsto, ma con una serie di acrobazie i due provano ad andare avanti tra il pediatra, le liste delle cose da fare e le chat di gruppo di classe