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recensione di Eugenio Radin
4.5/10
Nel 1933, proprio mentre l'Europa assisteva all'escalation dei nazionalismi, l'America raggiungeva il picco della grande depressione, iniziata pochi anni prima con il tracollo della borsa.
Fu in questo scenario che il premio Nobel John Steinbeck scrisse il suo romanzo "In Dubious Battle", tradotto in italiano da Eugenio Montale con il titolo "La battaglia", in cui raccontò degli scioperi e delle rivolte dei contadini californiani, costretti a vivere con stipendi da fame e continuamente repressi dalle forze dell'ordine.
Ottant'anni dopo, in un contesto politicamente diversissimo, ma simile sotto alcuni punti di vista, l'opera dell'autore di "Furore" e di "Uomini e topi" viene riadattata per il grande schermo dal regista e attore James Franco, qui alla sua terza collaborazione con il sodale sceneggiatore Matt Rager, che si dimostra tuttavia incapace di gestire il materiale a disposizione, confezionando un'opera di impegno civile eccessivamente retorica e scontata, la quale si dedica con troppa preoccupazione alla ricerca di una morale, senza curare l'impalcatura tecnico-stilistica che risulta in tal modo infiacchita e poco convincente.

Contornata da una serie di inquadrature che richiamano "Il quarto stato" di Pellizza da Volpedo, la storia del comunista Mac e del giovane Jim cerca di essere una critica imparziale (ma qui bisognerebbe distinguere i meriti di Steinbeck da quelli del duo Franco-Rager) non soltanto al sistema produttore della crisi, ma alle stesse organizzazioni operaie, incapaci talvolta di trovare un limite etico alle loro machiavelliche azioni, pronti a tutto pur di aver vinta la battaglia e spesso destinate a diventare gli aguzzini di sé stessi. L'evoluzione psicologica del protagonista, da romanzo di formazione, è probabilmente l'unico pregio di un film che risulta tuttavia eccessivamente prevedibile, all'interno del quale lo spettatore è in grado di anticipare ogni mossa e ogni risvolto della trama; dove è facile capire le intenzioni di un personaggio e le sue future azioni già alla sua prima apparizione in scena.

In tutta questa piattezza narrativa non aiutano poi le soluzioni di messa in scena adottate: il susseguirsi di forzate scene madri nonché l'ingombrante presenza della colonna sonora trasformano presto l'impegno sociale in un melodramma in cui il sentimento fa da padrone, dove anche le scelte dei protagonisti sembrano dovute più all'emotività che a un ragionamento politico-logico e in cui il favore del pubblico è ricercato tramite lo stesso subdolo meccanismo. Non siamo certo qui a dire che il buon cinema debba essere esente dalle ragioni del cuore, ma piuttosto che queste ultime non bastano a fare un buon film e che è fin troppo facile e sleale utilizzarle come esca per accaparrarsi qualche plauso.
Le arringhe operaie, i comizi, gli scontri tra contadini e crumiri vengono spogliati qui da ogni ricerca linguistica che il testo di partenza aveva esplorato e si risolvono sempre con una certa banalità di dialogo, ma con un grande slancio emozionale.

Peccato sia così poco il salvabile in un'opera che aveva, tra le altre premesse positive, un cast d'eccezione: dallo stesso Franco (che come attore continua a funzionare) a Vincent D'Onofrio, da Robert Duvall a Bryan Cranston, fino al rimpianto Sam Shepard, in una delle sue ultime apparizioni sul grande schermo.
06/09/2017

Cast e credits

cast:
Nat Wolff, James Franco, Selena Gomez, Vincent D Onofrio, Robert Duvall, Ed Harris, Josh Hutcherson, Bryan Cranston, Sam Shepard, Zach Braff


regia:
James Franco


titolo originale:
In Dubious Battle


distribuzione:
Ambi Media Italia


durata:
110'


produzione:
AMBI Pictures, Rabbit Bandini Productions, That's Hollywood Pictures Productions


sceneggiatura:
Matt Rager


fotografia:
Bruce Thierry Cheung


scenografie:
Kristen Adams


montaggio:
Aaron I. Butler, Gary Roach


costumi:
David Page


musiche:
Volker Bertelmann


Trama
Durante gli anni della grande depressione, dei raccoglitori di frutta californiani indicono una battaglia per il riconoscimento dei diritti fondamentali dei lavoratori.