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recensione di Antonio Pettierre
6.0/10

Il dottor Seth Ember (Aaron Eckhart) ha il potere, durante il sonno, di entrare nella mente delle persone possedute. È in caccia da anni di un demone che ha provocato un incidente automobilistico anni prima, uccidendogli la moglie e il figlio e costringendolo su una sedia a rotelle. Con i suoi due assistenti viene chiamato direttamente da un'emissaria del Vaticano, Camilla (Catalina Sandino Moreno), perché intervenga in un caso di possessione di un ragazzino, Cameron Sparrow (David Mazouz). Accetta il caso dopo aver incontrato Cameron e sua madre Lindsay (Carice van Houten).

In poche parole questa è la trama di "Incarnate" di Brad Peyton, giovane regista canadese autore di un paio di brutti blockbuster come "Viaggio nell'isola misteriosa" e "San Andreas", qui alla sua prima prova nel genere horror. La pellicola è prodotta dalla Bloomhouse di quel Jason Blum che dal Duemila ha inondato il mercato mondiale con film horror a basso budget e di grande successo di pubblico, come la serie di "Paranormal Activity", "Insidious", "Sinister", "La notte del giudizio", "The Visit", solo per citare gli esempi più conosciuti, e non disdegnando anche escursioni nel thriller (citiamo "Regali da uno sconosciuto") oppure mainstream (su tutti "Whiplash" di Damien Chazelle). La Bloomhouse ha, in qualche modo, dato una nuova spinta al genere horror di questi anni, senza eclatanti rinnovamenti e, qualche volta, con scivoloni ("Unfriended" e "The Lazarus Effect" ad esempio). Il suo lavoro si inserisce in una tradizione delle piccole case di produzioni indipendenti che hanno sostenuto i generi negli anni e che s'ispira al passato di un Roger Corman oppure all'inglese Hammer, creando e mantenendo in vita un humus su cui poi possono nascere dei piccoli gioielli o capolavori grazie all'onda creata. I film della Bloomhouse sono tutti basati su soggetti tradizionali (possessioni diaboliche, fantasmi, maniaci omicidi) però attualizzandoli da un lato (internet, le nuove tecnologie mediche e scientifiche) oppure costruendo operazioni vintage, andando a pescare dall'immaginario degli anni 70. Utilizza sempre piccole troupe; effetti speciali di artigianalità accurata; cast di attori con una carriera solida oppure giovani debuttanti (o quasi), prediligendo le riprese in interno (normalmente case) ed esterni il più delle volte su set recuperati. Uno stile ormai riconoscibile, un vero e proprio marchio di fabbrica che, nel bene e nel male, tengono in vita il genere horror.
Questo "Incarnate" non fa eccezione nella sua messa in scena tradizionale della Casa di produzione e nel soggetto della classica possessione diabolica. Ma questa volta vogliamo mettere in evidenza gli aspetti positivi che ci hanno colpito maggiormente.

Innanzi tutto, dal punto di vista tematico, è interessante la "laicità" del personaggio, che pur avendo la dote di entrare nelle menti delle persone in uno stato di semi-morte, si appoggia a una procedura rigorosamente scientifica, rigettando qualsiasi aspetto religioso. Anche l'entrata in scena del Vaticano attraverso il personaggio di Camilla è emblematico: una giovane donna (in un mondo di uomini) che chiede aiuto a uno scienziato lì dove hanno fallito i vari esorcisti della chiesa. Una dichiarazione di fallimento della fede e dei suoi riti non banale e un'abdicazione totale alla scienza. Del resto, il dotto Ember lo dice chiaramente che con qualsiasi nome sia chiamata l'entità dalle varie religioni, in realtà si tratta di "parassiti psichici" che infestano la mente dei più deboli e li rinchiudono in un sogno falso in una zona di comfort della loro mente, cibandosi delle energie del soggetto "posseduto". Ember in qualche modo entra nel sogno del "paziente" e lo risveglia, liberandolo. Altro elemento è che questi "parassiti" sono collegati tra di loro in una comunità virtuale e riconoscono le persone come Ember che hanno il potere di individuarli, ingaggiandoli in una lotta senza quartiere, dove le "vittime" della possessione si trasformano in un vero e proprio luogo metafisico di scontro con riverberi drammatici nel mondo fisico. Scontro di entità si potrebbe dire, di rapporti di forza, dove religione e credenze popolari sono messi a lato come orpelli folcloristici, e dove la morte a volte può essere un'alternativa alla prigione mentale provocata dai parassiti.

Altro elemento di interesse di "Incarnate" è il cast di tutto rispetto, con attori che riescono a dare una certa presenza, se non credibilità, ai personaggi: su tutti Aaron Eckhart che costruisce il personaggio di scienziato paraplegico in cerca di vendetta redendolo empatico; così come sono piacevoli da vedere recitare due attrici come l'olandese Carice van Houten (la ricordiamo in "Black Book" di Paul Verhoeven) e la colombiana  Catalina Sandino Moreno (Orso d'argento per la miglior interpretazione al Festival di Berlino per "Maria Full of Grace" di Joshua Marston), facendo risaltare due personaggi di contorno che, in mano ad altre interpreti, presumibilmente sarebbero rimaste sullo sfondo della storia.

Certo, "Incarnate" non è un film imprescindibile né un horror di cui si ricorderà in futuro, ma è un prodotto fatto con cura e con alcuni aspetti inusuali, all'interno di uno stile di messa in scena e di ripresa tradizionale e riconoscibile. Un'altra zolla di quel terreno da rendere fertile e da cui può nascere il prossimo horror da inserire nella storia del genere.


12/02/2017

Cast e credits

cast:
Aaron Eckhart, Carice van Houten, David Mazouz, Catalina Sandino Moreno


regia:
Brad Peyton


distribuzione:
Lucky Red


durata:
91'


produzione:
IM Global, Blumhouse Productions , WWE Studios, Deep Undergrond Film


sceneggiatura:
Ronnie Christensen


fotografia:
Dana Gonzales


scenografie:
Traci Kirshbaum


montaggio:
Jonathan Chibnall, Todd E. Miller


costumi:
Mona May, Lisa Norcia


musiche:
Andrew Lockington


Trama
Il dottor Seth Ember ha il potere durante il sonno di entrare nella mente delle persone possedute. È in caccia da anni di un demone che ha provocato un incidente automobilistico anni prima, uccidendogli la moglie e il figlio e costringendolo su una sedia a rotelle. Con i suoi due assistenti viene chiamato direttamente da un’emissaria del Vaticano, Camilla, perché intervenga in un caso di possessione di un ragazzino, Cameron Sparrow per riuscire a liberarlo dove hanno fallito gli esorcismi dei religiosi.