Ondacinema

recensione di Carlo Cerofolini
7.0/10
Ci sono diversi modi di descrivere l'innamoramento e questo non è solo un dato di fatto e un'affermazione scontata ma, per quello ci interessa, potrebbe essere anche un film già visto, di quelli che il cinema americano giovanilista produce da anni e con risultati alterni. Questo preambolo per dire che affrontare la proiezione di questo "Jack and Diane" in lizza per il massimo premio qui a Locarno può suscitare diversi pregiudizi. Il primo è quello di ritrovarsi nel solito flusso di sciocchezzuole a cui dopo l'età puberale è difficile credere, mentre il secondo riguarda gli aspetti tecnici e formali per la paura di doversi sorbire l'opera perfettina sfornata dall'ennesimo talentuoso ma scontato regista-nerd cresciuto a base di fumetti, b-movie e tanto, ma dico tanto, cinema formato Sundance.

E invece sorpresa delle sorprese il terzo film di Bradley Rust Gray ti lascia di stucco. Un po' per la bravura spaventosa delle sue interpreti, da una parte Juno Temple nuova stellina del cinema indie, già vista da queste parti l'anno scorso in un'altra cine-commedia di disagio giovanile, "Henry" (2011), malinconicamente ignorata dai nostri distributori, e poi Riley Keough - ubiquamente presente a Locarno per un altro ruolo nell'attesissimo "Magic Mike" di Soderbergh; infine, per le capacità del regista che, al netto di una storia minimale che non produce azione, riesce a coinvolgere lo spettatore portandolo letteralmente all'interno di quel menage. Rust Gray riempie quasi interamente lo schermo della passione amorosa delle protagoniste e dal conseguente sconvolgimento ormonale ed esistenziale che si produce nella loro quotidianità: i cambiamenti emotivi vongono inoltre accompagnati da brevissimi scampoli di horror movie, in cui i dubbi e la paura della scoperta dell'altra si tramuteranno nella mutazione del corpo delle due ragazze con flash di organi interni in piena trasformazione - con la delicatezza di chi conosce bene l'animo umano. Uno sguardo sul mondo dei giovani che non si dimentica degli adulti, in qualche modo complici indiretti di quel disagio per la loro assenza, forzata o fortuita a seconda dei casi, e che, in bilico tra qualche sorriso e molta trepidazione, disegna l'amore per quello che è, cioè una malattia e insieme l'antidoto per superare il male di vivere.

Fondendo insieme ma senza esagerazioni i colori e la caratterizzazione psicologica tanto cara alle strisce delle graphic novel, "Jack and Diane" assomiglia a un melodramma degli anni 50 e, al contempo, ad opere come "Ghost World" e "Juno". Spruzzi di sperimentazione all'interno di un impianto solidissimo dove lo stato d'animo dei personaggi e le varie fasi della loro evoluzione trovano corrispondenza nei silenzi e negli sguardi, in un cambio di vestito, nella scelta di una pettinatura (Juno Temple/Diane ricorda nei modi e nell'abbigliamento Pippi calzelunghe, mitico personaggio di un'infanzia televisiva ormai andata) in una canzone, e il film ne è pieno. Tutte cose che, come avrete modo di vedere, potrebbero salvarvi la vita oppure condannarla per sempre all'infelicità.

Distributore cercasi.
03/08/2012

Cast e credits

cast:
Juno Temple, Riley Keough, Jena Malone, Leo Fitzpatrick, Kylie Minogue


regia:
Bradley Rust Gray


durata:
110'


produzione:
Deerjen Films, RCR Media Group


sceneggiatura:
Bradley Rust Gray


fotografia:
Anne Misawa


scenografie:
Chris Trujillo


costumi:
Audrey Louise Reynolds


Trama
Jack and Diane, due ragazze adolescenti, si incontrano a New York e trascorrono un'intensa notte di passione. Il fascino innocente di Diane fa breccia nel cuore di Jack, nonostante lei sappia che la ragazza andrà via nel giro di una settimana. Nel frattempo Diane cerca di mantenere viva la passione tra lei e Jack, e senza svelare un misterioso segreto che la riguarda