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recensione di Matteo De Simei
5.5/10
Simon Daoud è un uomo di mezza età, talentuoso musicista dal carattere dimesso e ritroso. Quando si ritrova a dare lezioni di violino a una classe composta da una scapestrata banda di dodicenni parigini multietnici, la sua scontrosa e disillusa animosità si scontra con quella dei giovani alunni. Saranno paradossalmente questi ultimi a rigenerare la passione di Simon nei confronti della musica e dei benefici che questa può dare in ambito di integrazione, formazione e identità personale. L'idea fondativa di Rachid Hami ("Choisir d'aimer", 2008) non è certo il cavallo di battaglia su cui soffermarsi per rimarcare gli aspetti positivi del film, eppure si deve per forza di cose, cominciare da questo punto per comprendere a pieno la lettura de "La mélodie". Perché il soggetto riconduce a storie di riscatto giovanili già viste ("La classe - Entre les murs" di Laurent Cantet del 2008 è forse la più citata fonte di ispirazione) e possiede un livello del racconto talmente prevedibile da riuscire a decriptare la sequenza finale sin dalle prime battute. È quindi chiaro che non sia il canovaccio e più in generale l'apparato narrativo a interessare Hami.

"La mélodie" è dunque un lavoro dove il contenuto sembra viaggiare con il pilota automatico mentre il contenitore è il reale oggetto di dibattito, il pilastro portante del lavoro. Dialoghi ridotti al minimo, sguardi, improvvisazioni dall'animo sincero e soprattutto la musica (quella originale è di Bruno Coulais, "La canzone del mare", 2014). È questo che interessa Hami, l'idea di destrutturare le sequenze per ritrovarne l'essenza. Operazione che riesce per metà perché cercare di svincolarsi dal cliché narrativo è operazione piuttosto difficile. Ma impegno e buoni propositi si intravedono comunque e il regista è sempre ben attento nel cadere nell'ampollosità, nella retorica del già visto e del patetico. Su questo aspetto la lode è soprattutto da attribuire alla buona interpretazione del protagonista, un sorprendente Kad Merad nelle insolite vesti di un personaggio drammatico, e dei bambini della banlieue. Nessuno di loro sapeva suonare un violino prima di avviare le riprese. Il percorso di crescita e formazione passa attraverso il potente canale della musica classica sia per i personaggi del racconto, sia per i giovani attori. Entrambi sfidano con impegno quotidiano il raggiungimento di un obiettivo: a suonare alla fisarmonica ci arriva Arnold ma anche il giovane attore Alfred Renely. A riuscire a portarcelo è Simon ma anche il regista.

Hami strizza l'occhio a Ken Loach e sicuramente al maestro Abdel Kechiche con il quale ha interpretato "La schivata" (il concerto qua sostituisce la recita). Il risultato è piuttosto distante da entrambi, soprattutto se si pensa al caloroso climax che a più riprese rischia di scivolare nell'impianto televisivo. Eleganza e buoni propositi come abbiamo visto sono garantiti, un po' meno la sceneggiatura ingessata, addirittura scritta a sei mani! "La mélodie" è, in estrema sintesi, un lavoro elegante e dal lodevole e sincero impegno "didattico" ma che fa fatica ad allinearsi con i tempi e le meccaniche del cinema.

29/04/2018

Cast e credits

cast:
Kad Merad, Samir Guesmi, Alfred Renely, Jean-Luc Vincent, Tatiana Rojo


regia:
Rachid Hami


titolo originale:
La mélodie


distribuzione:
Officine UBU


durata:
142'


produzione:
France 2


sceneggiatura:
Rachid Hami, Guy Laurent, Valérie Zenatti


fotografia:
Jérôme Alméras


montaggio:
Joëlle Hache


costumi:
Joan Bich


musiche:
Bruno Coulais


Trama
Simon, un famoso musicista ormai disilluso, arriva in una scuola alle porte di Parigi per dare lezioni di violino. I suoi metodi d’insegnamento rigidi non facilitano il rapporto con alcuni allievi problematici. Tra loro c’è Arnold, un timido studente affascinato dal violino, che scopre di avere una forte predisposizione per lo strumento. Grazie al talento di Arnold e all’incoraggiante energia della sua classe, Simon riscopre a poco a poco le gioie della musica. Riuscirà a ritrovare l’energia necessaria per ottenere la fiducia degli allievi e mantenere la promessa di portare la classe a esibirsi al saggio finale alla Filarmonica di Parigi?