Ondacinema

recensione di Domenico Ippolito
4.0/10

le sel des larmes

Il protagonista di "Le sel des larmes", Luc (Logann Antuofermo), è un ragazzo cresciuto in provincia che vorrebbe studiare a Parigi, coronando il suo sogno di diventare ebanista; una passione che proviene dall’anziano padre, di professione falegname. Quando si reca nella capitale francese per sostenere l’esame di ammissione, incontra Djemila, giovanissima, che ricambia le sue attenzioni. Luc vorrebbe "concludere" al più presto, visto che si tratterà solo per un paio di giorni, ma la ragazza vuole attendere. Deluso, una volta tornato in paese il ragazzo s’imbatte nella vecchia fiamma del liceo, Geneviève (Louise Chevillotte, presente nell’ottimo "L'amant d’un jour" sempre di Garrel) che molto più disinibita della parigina, gli si concede in un batter d'occhio. Eppure, d'un colpo, la ragazza mostra la ferrea volontà di costruire un rapporto duraturo, al che il nostro dongiovanni vacilla; e quando Luc viene ammesso alla scuola di Parigi, non ci penserà due volte a trasferirsi. È il momento della terza fiamma, Betsy, che a differenza delle due precedenti saprà dargli più di un grattacapo.

Philippe Garrel ha più volte messo l'accento sul carattere un po' folle dei suoi personaggi, chiaramente debitrici del periodo della Nouvelle Vague e dei mostri sacri Truffaut e Godard presi come punto di riferimento. Però sono troppe le incongruenze del carosello amoroso nel quale Garrel con "Le sel des larmes" tenta di introdurre lo spettatore; gli strappi non si contano ma quello che è più grave, non solo è la poca credibilità di questi ragazzi ma il tono di superficialità, scambiata per leggerezza, col quale quasi ogni situazione è sciorinata. Sono chiarissimi i riferimenti del cinema di Garrel, che si ritrovano senza soluzione di continuità in ogni sua pellicola; e non sarebbe nemmeno un male, restare ancorati a una poetica molto precisa, in maniera amorevolmente testarda. Infatti, il bianco e nero che avviluppa i vent’anni di questi ragazzi, la voce fuoricampo che ci introduce nelle loro titubanze, la danza corale ripresa in una scena forsennata in discoteca, dove si dà sfogo alle pulsioni di ognuno, sì, è certamente un cinema che mantiene intatto il suo fascino, ma che in questo particolare frangente sembra girare continuamente a vuoto, non portandoci da nessuna parte, senza emozionarci. L'unico personaggio a cui ci si affeziona è il vecchio padre di Luc, a cui presta il volto l'attore André Wilms: le poche sequenze in cui è presente sono degne di nota e regalano profondità a una storia che non riesce a toccarci. Non ci si annoia neanche, beninteso, ma dalla una visione di un film di Garrel in concorso alla Berlinale ci si aspettava forse altro.

Si potrebbe obiettare non è compito di Garrel proporci qualcosa di nuovo (sarebbe un risultato epocale) sul cinema contemporaneo, forse nemmeno qualcosa di interessante (e avremmo di fronte un buon film), ma se la narrazione di "Le sel des larmes" procede sui binari scontati della prevedibilità e a volte deraglia su quelli della mediocrità allora è un bel problema. Eppure, il regista francese aveva messo a segno di recente bei colpi cinematografici: oltre al già citato film del 2017, aggiungiamo sicuramente "All’ombra delle donne" e "La gelosia". Forse a questa pellicola e al suo complesso "gioco delle coppie" – in pratica un doppio triangolo che ha come punto di congiunzione Luc, questo protagonista svagato e inconsistente, antipatico fin delle prime inquadrature – avrebbe giovato una profondità di sguardo maggiore, forse anche una durata diversa, per poter preparare bene il terreno prima di ogni smottamento.


23/02/2020

Cast e credits

cast:
Logann Antuofermo, Oulaya Amamra, Louise Chevillotte, André Wilms, Souheila Yacoub


regia:
Philippe Garrel


durata:
100'


sceneggiatura:
Jean-Claude Carrière, Philippe Garrel, Arlette Langmann


fotografia:
Renato Berta


montaggio:
François Gédigier


costumi:
Justine Pearce


Trama
Luc è a Parigi per sostenere l’esame d’ingresso alla scuola di ebanisteria Boulle. Conosce Djemila a una fermata dell’autobus. La loro storia d’amore dura lo spazio dei due giorni che Luc passa a Parigi: tornato in provincia, dove vive con il padre che fabbrica casse da morto, ritrova l’amore del liceo Geneviève, e instaura una relazione con lei nell’arco di qualche mese. Ma a Boulle è stato preso, e dovrà tornare a vivere a Parigi, dove l’attende l’infermiera Betsy...