Ondacinema

recensione di Mirko Salvini
7.0/10
A più di quarant'anni dalla sua scomparsa, Agatha Christie, la regina del delitto, resta una delle scrittrici più amate, e le sue opere continuano a essere adattate per il piccolo e grande schermo. "Mistero a Crooked House" è tratto da "E' un problema", romanzo pubblicato alla fine degli anni Quaranta e che, pur non appartenendo alle sue due famosissime serie (quelle rispettivamente del detective Hercule Poirot e della vecchietta arguta Miss Marple), era considerato dalla scrittrice, insieme a "Le due verità" (del quale la Bbc sta per mandare in onda una versione televisiva), il preferito fra i romanzi da lei pubblicati, la sua "fabbrica di salsicce", come lei amava definire le proprie opere.
Il progetto di un "Crooked House" cinematografico era stato lanciato qualche anno fa da Neil LaBute che, utilizzando una sceneggiatura di Julian Fellowes ("Gosford Park", "Downton Abbey") aveva provato a mettere insieme un gruppo di attori interessanti capitanato da Julie Andrews. Come spesso accade nel mondo del cinema, però, le cose hanno poi preso una strada diversa e dietro la macchina da presa ritroviamo il francese Gilles Paquet-Brenner, che dopo il successo internazionale de "La chiave di Sara" deve riprendersi dal passo falso americano di "Dark Places - Nei luoghi oscuri" con la Theron. Venendo incontro alle esigenze corali della storia, "Mistero a Crooked House" può vantare un ricco cast, degno degli adattamenti più noti dei libri della Christie. Sicuramente Glenn Close, Gillian Anderson, Amanda Abbington, Christina Hendricks, il veterano Terence Stamp (un cameo che può anche essere visto come un omaggio al pasoliniano "Teorema", film probabilmente caro al regista) sono in grado di non far rimpiangere gli interpreti precedentemente interpellati.

La casa storta cui fa riferimento il titolo (come abitudine della Christie, ricavato da una filastrocca) è il maniero della famiglia Leonides. Il pater familias, Aristide, ricchissimo magnate di nazionalità greca, è passato a miglior vita, complice un'iniezione mortale che qualcuno ha pensato bene di sostituire all'insulina della quale l'anziano aveva bisogno. Il giovane detective privato ex-diplomatico Charles Hayward (Max Irons) viene incaricato da Sophia, nipote della vittima (l'attrice televisiva Stefanie Martini) di indagare, in nome di un breve flirt che i due hanno avuto precedentemente in quel del Cairo, che, si scoprirà, non hanno dimenticato. Hayward deve in qualche modo confrontarsi con la fama paterna (se ci pensiamo come il suo interprete, figlio di Jeremy Irons), visto che è figlio di uno stimatissimo poliziotto di Scotland Yard, quindi accetta la sfida. Presto, neanche a farlo a posta, scoprirà che i Leonides, pur se costretti a vivere tutti sotto lo stesso tetto per varie esigenze, si tollerano l'un con l'altro a malapena e hanno buone ragioni per desiderare la dipartita anzitempo del patriarca, grande manipolatore delle vite dei propri cari, ai quali non faceva mancare niente. La giovane vedova, la cognata, i figli, le nuore, i nipoti (anche Sophia sembra non raccontarla sempre giusta) e il precettore costituiscono un quadretto famigliare niente male. Hayward si renderà conto che, lasciti ereditari a parte, la scomparsa di Leonides per i parenti vuol dire anche una ritrovata libertà e la possibilità di lasciare quella che di fatto era una prigione dorata dove, pur non mancando niente, non era possibile inseguire le proprie passioni o aspirazioni personali che, per quanto fallaci, sono sempre meglio di una vita imposta da qualcun altro. Ragione validissima anche per colpire ancora...

Come in molti romanzi della Christie, il colpevole persegue una sua personale e ovviamente discutibile idea di giustizia. Senza svelare niente, bisogna riconoscere che i membri della famiglia Leonides, pur nella loro pigra agiatezza, non riescono a risultare mai del tutto odiosi e nonostante le schermaglie da "gioco al massacro" che Fellowes orchestra, ci si rende conto che alla fine le vere vittime, nonostante tutto, sono proprio loro, e la liberazione non sta tanto nella scoperta dell'omicida, ma nell'avere la forza di voltare pagina. Ce la faranno? In fondo stanno per arrivare gli anni Sessanta e un'aria di rinnovamento la si comincia a sentire.
 
Paquet-Brenner già con la sua terza opera, "U.V.", aveva dimostrato una passione per il cinema di denuncia borghese e perciò il copione di "Mistero a Crooked House" deve essergli sembrato particolarmente invitante. Se il gioco degli attori è ben congegnato e ci si diverte a seguire l'intreccio, le attenzioni del regista sembrano rivolte ancor di più alla valorizzazione degli spazi, in questo sapientemente assistito dal direttore della fotografia, lo scandinavo Sebastian Winterø. L'idea è quella di un cinema vicino a François Ozon, anche se la sequenza più interessante consiste in un'epifania danzata che sembra a metà strada fra Powell/Pressburger e il nostro Argento. La coinvolgente colonna sonora è dell'inglese Hugo de Chaire, talento emergente del quale sentiremo sicuramente parlare di nuovo.

02/11/2017

Cast e credits

cast:
Max Irons, Glenn Close, Gillian Anderson, Christina Hendricks, Stefanie Martini, Terence Stamp, Amanda Abbington, Julian Sands, Christian McKay, Roger Ashton-Griffiths, Honor Kneafsey, Preston Nyman, Jenny Galloway


regia:
Gilles Paquet-Brenner


titolo originale:
Crooked House


distribuzione:
Videa


durata:
110'


produzione:
Brilliant Films


sceneggiatura:
Julian Fellowes, Tim Rose Price, Gilles Paquet-Brenner


fotografia:
Sebastian Winterø


scenografie:
Simon Bowles


montaggio:
Peter Christelis


costumi:
Colleen Kelsall


musiche:
Hugo de Chaire


Trama
L'ereditiera Sophia Leonides chiede al suo ex amante, il detective Charles Hayward, di scoprire chi ha ucciso il nonno, un magnate di origine greca.
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