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recensione di Simone Pecetta
5.0/10

Quando in un thriller non funziona il finale qualcosa non va, qualcosa di fondamentale non va. Così è per "Red Lights" di Rodrigo Cortés che svolge un'idea interessante, accattivante, e per oltre un'ora di proiezione riesce a gestire la scena e la tensione con delle atmosfere rarefatte (complici le presenze di Robert De Niro e Sigourney Waver) dove la tensione ambientale è palpabile. L'avvio della pellicola, in particolar modo, è magistrale e in una serie di sequenze introduce e delinea rapidamente la coppia protagonista e li fionda nel mezzo dell'azione. Margaret e il suo assistente Tom sono docenti universitari, investigatori dell'incubo (presunto) in caccia di frodi paranormali. Il ritorno sulla scena del mentalista cieco Simon Silver, con la sua aura magnetica, metterà a dura prova i due ricercatori.

La situazione è allora agli antipodi rispetto al precedente lavoro del regista, quel "Buried - Sepolto" che aveva infiammato giuria e platea al Sundance dove da un'idea semplice - un uomo chiuso in una bara per oltre 90 minuti - Cortés era riuscito a tirare un fuori un thriller teso e intelligente. Seppure anche allora qualcosa nei meccanismi fondamentali della pellicola non girava a dovere potevamo comunque assistere ad una rara prova di maestria nell'uso della suspense: un uomo sepolto vivo, un cellulare, una torcia e 95 minuti che scivolano via senza nemmeno il tempo di accorgersene. Forte del successo critico di "Buried -Sepolto" Cortés affronta sfacciatamente il suo terzo lungometraggio dove senza parsimonia dispone di ampi mezzi per mandare all'aria  un progetto potenzialmente interessante.

Ora, il riferimento hitchcockiano del regista viene ben presto abbandonato per puntare ad un finale twist, maldestramente gestito, nello stile di Night Shyamalan: la tensione ben costruita nella prima frazione di pellicola si  sgonfia, allora, in un nulla di fatto rendendoci spettatori di un "The prestige" (Nolan, 2006) senza prestigio alcuno. Implodendo su se stessa l'architettura filmica progettata Cortés si rivela fiacca e ingenua, ma soprattutto incapace nelle conclusioni di corrispondere alle premesse. Molto meglio era allora quel "1921 - il mistero di Rookford" presentato nella scorsa stagione cinematografica, anche quello tremolante nel finale, ma senza incappare in ingenuità di sorta.

Le luci rosse di Cortés risplendono invece fiocamente illuminando un mistero che forse era meglio lasciare nella penombra piuttosto che fissare in una finale soluzione che fa scivolare nel ridicolo la pellicola, già macchiata da una sidestory romantica tanto trascurabile quanto leziosa tra Tom ed una studentessa. I momenti migliori di questo "Red Lights" sono quelli in cui meno viene detto. Quei momenti  in cui la pletora esplicativa è messa da parte per lasciare spazio ad una tensione puramente ambientale e d'atmosfera che il regista (e sceneggiatore e montatore) Cortés sa creare a regola d'arte forte d'un naturale istinto per l'immagine ed una ricerca d'un linguaggio filmico che raggiunge il suo massimo potenziale quando combina inventivamente pochi e semplice elementi tra di loro. Di contro quello che invece non funziona non funziona così maldestramente da pregiudicare il godimento di questo film: "Red Lights" si rivela infine un'occasione sprecata, una macchina imperfetta che, inceppandosi per colpa d'un granello di polvere, manda in malora anche quello che di buono aveva prodotto.


09/11/2012

Cast e credits

cast:
Robert De Niro, Cillian Murphy, Sigourney Weaver, Elizabeth Olsen, Toby Jones


regia:
Rodrigo Cortés


titolo originale:
Red Lights


distribuzione:
01


durata:
113'


produzione:
Rodrigo Cortés


sceneggiatura:
Rodrigo Cortés


fotografia:
Xavi Giménez


scenografie:
Antón Laguna


montaggio:
Rodrigo Cortés


costumi:
Patricia Monné


musiche:
Víctor Reyes


Trama
Due importanti ricercatori di fenomeni paranormali a!rontano la loro sfida più grande quando iniziano a mettere in dubbio la reputazione di un potente e misterioso sensitivo.