Ondacinema

recensione di Alberto Mazzoni
7.0/10
Una donna viene aggredita e/o stuprata - la donna si riprende fisicamente e psicologicamente - la ragazza si vendica sugli aggressori/stupratori. Questo è il canovaccio di "Revenge", ma anche di tutto un sottogenere dell'horror che ha il chiarissimo nome di rape-and-revenge. E' facile vedere come si tratti di materiale estremamente rischioso da maneggiare. A seconda della rilevanza scenica e narrativa e del taglio che si dà ai due elementi della combinazione si può finire tanto in una totale oggettificazione della donna quanto in un'apologia della vendetta e in ogni caso c'è un problema relativo al livello di violenza che una trama simile porta con sé. Di solito comunque in questi casi per capire che cosa si ha di fronte basta guardare gli elementi su cui punta la locandina.

La locandina di "Revenge" raffigura il volto scarmigliato di Jen (Matilda Lutz in quello che potrebbe e dovrebbe essere il ruolo del breakthrough internazionale) con un fucile in mano. Pur essendo lei inevitabilmente bellissima (ma la cosa per una volta ha senso narrativo, vedi sotto) non c'è nessun ammiccamento, nessuna malizia, solo un senso di aggressività dettata dalla disperazione. Il focus del titolo è confermato. A un secondo sguardo si nota però un uso della luce che si distacca dalla luce usualmente enfatica o piatta della pubblicità. Siamo più vicini a un iperrealismo allucinato, molto adatto all'ambientazione lisergica. A ogni modo una luce curata, e originale. Infine, il dettaglio. L'orecchino rosa a forma di stella. E qui si apre una prospettiva anche di divertissement pop.

"Revenge" mantiene tutte queste promesse. La regista prende numerose scelte forti per rovesciare le dinamiche del genere. Una prima mossa, sconcertante, è che nella prima fase, Jen è veramente una sciocchina super sexy. Non c'è nulla nella protagonista che induca empatia nello spettatore, perché abbiamo a che fare con una vanesia mantenuta, una "olgettina" per usare l'odioso dispregiativo coniato prima della riabilitazione di Berlusconi. Vedete, è veramente provocante - ci comunica la regista - sia per il suo tasso erotico naturale sia per come si diverte a prendere gioco dei maschi. Ma poi aggiunge: niente, niente di tutto questo è minimamente un'attenuante per uno stupro. Uno stupro è uno stupro anche se non coinvolge una ragazza innocente o una donna esemplare. All'altro capo del film, cercando di non rivelare troppo, la regista mostra come sia assurda la situazione per cui nei film di genere le ragazze si fanno le docce nelle occasioni più improbabili per poi dover passare improvvisamente all'azione semisvestite (financo Ripley in "Alien") semplicemente mettendo nella stessa situazione il maschio. Abbiamo poi una messa in scena molto personale, quasi lisergica nella scelta delle luci, della palette dei colori, delle inquadrature dei dettagli (le formiche, oggetto surreale d'elezione nel cinema dai tempi di "Un chien andalou").

Non si vedeva un film di questo tipo così formalmente curato dai tempi di "It follows". Di Matilda Lutz abbiamo già detto, mentre il comparto maschile è, forse inevitabilmente, senza profondità. Ma a un film con una traiettoria lineare come questo è ingiusto chiedere di più. E infine, in primo piano, abbiamo un semplice, sincero film di vendetta, con scene di azione molto originali e ben congegnate (l'inseguimento finale è fantastico) e momenti epici associati alla "resurrezione" della protagonista, che sembra in un certo senso morire come individuo e rinascere come forza selvaggia della natura. Per vari motivi "Revenge" non può essere una pellicola per tutti, ma è un'opera che verrà sicuramente registrato negli annali dei "film di vendetta", per lucidità, potenza ed eleganza.   

07/09/2018

Cast e credits

cast:
Matilda Lutz, Kevin Janssens


regia:
Coralie Fargeat


titolo originale:
Revenge


distribuzione:
Koch Media


durata:
108'


produzione:
Midnight Factory


sceneggiatura:
Coralie Fargeat


fotografia:
Robrecht Heyvaert


montaggio:
Coralie Fargeat


musiche:
Robin Coudert


Trama
La giovane Jen ha una relazione con un miliardario francese e vanno per un weekend in una villa isolata nel deserto. Li raggiungeranno due amici dell'uomo per una partita di caccia e, dopo una notte di festa, sarà stuprata e data per morta. Ma Jen è ancora viva e inizerà la sua lunga e sanguinaria ricerca di vendetta per il male subito.