Ondacinema

recensione di Vincenzo Lacolla
4.5/10
Da circa vent'anni, l'universo narrativo di Nick Hornby, col suo carico di empatica immediatezza e di ironia appena scorretta, ha definito un modello consolidato e riconoscibile di racconto di formazione, cristallizzato su dinamiche ricorrenti che, con variazioni più o meno significative, garantiscono sempre un certo richiamo, soprattutto tra il pubblico anagraficamente più affine ai suoi protagonisti. Non è un caso che in ambito cinematografico lo scrittore inglese, sia in veste di romanziere che di sceneggiatore, rimanga una fonte privilegiata di storie e personaggi intorno a quel delicato crinale tra l'infanzia e la maturità che è l'adolescenza, dentro e fuori il nativo contesto britannico. Dalle nostre parti, dopo Lucio Pellegrini che, con "È nata una star?", ha raccontato l'improbabile esordio da pornodivo di un imbranato diciannovenne, traducendo lo humor originario in un linguaggio comico più basico e smaccatamente nostrano, è Andrea Molaioli a cimentarsi con la trasposizione del romanzo "Tutto per una ragazza", trasferendone l'ambientazione da Londra a Roma. Protagonista è Samuele anche detto Sam, docile e impacciato sedicenne, skater appassionato, che idolatra Tony Hawk al punto da considerarlo come una presenza immaginaria un po' amicale e un po' paterna, e sogna temerarie avventure in California. Il suo è nient'altro che un modo per evadere da una quotidianità ben più modesta: vive in periferia con la madre che lo ha avuto ad appena sedici anni e alla quale, nonostante il legame affettuoso, pensa di aver rovinato l'esistenza. Del resto il padre, immaturo scansafatiche, non perde occasione per ricordargli pur scherzosamente quanto la sua nascita fosse stata un cataclisma, confermando le sue insicurezze. Costretto bonariamente dalla mamma ad accompagnarla in motorino a una festa della Roma bene, conosce la coetanea Alice che conquista con la sua innocente goffaggine. È l'inizio di una storia d'amore tanto intensa quanto passeggera: dopo un periodo di appassionata frequentazione, Samuele comincia a sentirsi prigioniero e, desideroso di tornare alle solite occupazioni, si defila all'improvviso. Dopo un mese la ragazza lo ricontatta per comunicargli ciò che Sam, conscio della singolare attitudine familiare, in segreto ha sempre temuto: aspetta un bambino.

Come il recente "Piuma" di Roan Johnson, non soltanto per la condivisione del tema di una gravidanza prematura ma pure per un approccio al teen movie assonante nella compresenza di elementi comici e drammatici, questo "Slam", pur con le dovute differenze, non può non richiamare alla memoria il delizioso "Juno" di Jason Reitman, piccolo cult del cinema indipendente americano degli anni zero del quale, a tratti, sembra un fiacco controcanto al maschile. Inutile dire che, in entrambi i casi, il confronto è notevolmente penalizzante: a mancare è proprio quel mirabile equilibrio tra una scrittura agile, illuminata da un'ironia sempre sagace e frizzante, e una finissima capacità di scavo che non evita la complessità e, al contempo, non sacrifica mai la piacevolezza e la levità della messa in scena. In questo senso non aiuta certo la farraginosa costruzione che interseca tre diversi piani narrativi: il presente in cui Sam vive e agisce, il futuro prossimo che gli appare in bizzarri frangenti onirici a guidare le sue scelte e, in parallelo, il vissuto pressoché analogo del mitico ispiratore Hawk che risuona nelle parole della sua autobiografia, letta e riletta avidamente dal protagonista. Non ci vuole molto, di fatti, perché il gioco di salti temporali, presagi e anticipazioni, risulti macchinoso, ripetitivo e monocorde, zavorrando inevitabilmente un film che al contrario aspira a trovare nella freschezza il suo carattere prevalente. Un discorso, questo, che può estendersi pure ai personaggi, tutti molto stabili nelle loro connotazioni e privi di sviluppi che non siano estremamente prevedibili. In compenso, funziona più che dignitosamente la squadra di interpreti, ravvivata dal contributo al solito brillante di Luca Marinelli, spassoso pure se costretto in un ruolo abbastanza marginale e macchiettistico, e dalla mitezza candida ed esitante del giovane Ludovico Tersigni.

A differenza delle due fortunate prove precedenti, "La ragazza del lago" e "Il gioiellino", in cui aveva pure dimostrato un controllo e una consapevolezza registica apprezzabili, a questo giro Molaioli fatica a trovare un registro personale e accattivante e tenta invano di elaborare uno stile vagamente giovanilistico, facendo ricorso a soluzioni abbastanza grossolane, un po' da videoclip, come l'iniziale soggettiva dello skateboard, semmai su una furba playlist di brani orecchiabili. Purtroppo ad emergere in prevalenza è la mancanza di grazia e di ispirazione.
27/03/2017

Cast e credits

cast:
Ludovico Tersigni, Barbara Ramella, Jasmine Trinca, Luca Marinelli, Fiorenza Tessari, Pietro Ragusa, Tony Hawk


regia:
Andrea Molaioli


distribuzione:
Universal Pictures


durata:
100'


produzione:
Indigo Film, Rai Cinema


sceneggiatura:
Andrea Molaioli, Francesco Bruni, Ludovica Rampoldi


fotografia:
Daria D'Antonio


scenografie:
Alessandra Mura


montaggio:
Giogiò Franchini


musiche:
Teho Teardo


Trama
Samuele è un sedicenne skater in erba col pallino di Tony Hawk e il sogno di trasferirsi in California. Intanto vive con la madre, che lo ha avuto all'età di sedici anni, e ogni tanto incontra il padre, infantile scavezzacollo. Per caso, a una festa, incontra Alice, affascinante coetanea, con la quale comincia una appassionata frequentazione. A un certo punto, sentendosi in gabbia, Sam tenta di interrompere la relazione defilandosi all'improvviso. Un mese dopo, però, la ragazza gli rivela di aspettare un bambino.