Ondacinema

recensione di Alberto Mazzoni
5.5/10
Una barca porta i soldati dell'impero lungo un fiume in territorio occupato ed ostile. Attraverso i vapori dell'acqua si intravedono figure irreali e le sagome di buoi che si muovono lenti. Non è "Apocalypse Now", ma l'inizio di The Eagle, film sulle gesta di soldati romani che nel 120 d.C. difendono le conquiste ottenute sul suolo britannico.

Marco Aurelio Aquila (Channing Tatum) si è fatto assegnare il comando di una postazione in Britannia per riguadagnare l'onore di famiglia che il padre ha perduto insieme a 5000 uomini e all'emblema della Nona Legione, un'aquila dorata. La postazione è isolata, circondata da barbari i cui capi religiosi alimentano il desiderio di vendetta contro l'occupante. Come esplicitamente dichiarato in più interviste, MacDonald vuole istituire un parallelo Roma/Stati Uniti: i romani sono interpretati solo da attori americani (mentre i britannici sono interpretati da inglesi) e Tatum è stato scelto proprio per il suo aspetto da Marine. Le prime sequenze del film denotano un realismo che rende l'ambientazione efficace: si parla di latrine e salari, Marco Aurelio non adora gli dei romani classici ma Mitra, e le sue prime azioni per guadagnare il rispetto della truppa non sono eroiche ma logistiche: rinforzare i terrapieni e procurarsi rifornimenti. Quando giunge (presto) la prima battaglia abbiamo già a cuore il destino di Marco e dei suoi soldati. I combattimenti non sono eccezionali ma hanno un buon equilibrio tra coreografia e foga.

Purtroppo la parte militare del film termina sorprendentemente presto e il resto del film non tiene lo stesso ritmo. Da una parte c'è il buddy movie: a partire da un atto di pietà di Marco Aurelio - inspiegabile sia a livello culturale che a livello di psicologia del personaggio- si sviluppa una amicizia con lo schiavo britanno Esca (Jamie Bell) in cui non si capisce, dato che i rispettivi amatissimi padri sono morti combattendosi, perché i due non cerchino di uccidersi (ma anche quando cercano di farlo non sono credibili). Il livello degli attori qui non aiuta: Tatum era il protagonista dell'imperdonabile "G.I. Joe", e Bell, dopo l'esordio con "Billy Elliot" si è ridotto a fare film come "Jumper". Dall'altra parte c'è l'avventura: i due si imbarcano nell'azzardata missione di ritrovare l'emblema perduto dell'Aquila dopo aver appreso che "si dice sia al Nord", peraltro dalla voce di un caricaturale politico corrotto. In modo piuttosto fortuito nella pur vasta Scozia troveranno puntualmente tutto quanto necessario a ricostruire la storia della Nona Legione e a ristabilire l'onore degli Aquila. Può darsi che nel libro per ragazzi da cui è tratto il film ("La legione scomparsa" di Rosemary Suttcliff) questi passaggi siano sensati, ma ai molti che non l'hanno letto il comportamento dei protagonisti appare spesso incomprensibile, il che non è gravissimo di per sé ma stride notevolmente con l'ambizione registica di un elevato realismo. Anche la regia non tiene del tutto, come è evidente dai ricordi/sogni risolti con luci artificiali, primissimi piani e fuori fuoco. Infine, a meno di non andarlo a cercare nell'improbabile casting di Tahir Rahim ("Il profeta") come guerriero celtico, si perde completamente il parallelo con la geopolitica contemporanea, e risulta quindi molto forzato averlo ricercato insistentemente all'inizio.

Pollice verso.


24/09/2011

Cast e credits

cast:
Channing Tatum, Jamie Bell, Tahar Rahim, Donald Sutherland


regia:
Kevin Macdonald


titolo originale:
The Eagle


distribuzione:
Bim distribuzione


durata:
114'


produzione:
Film4


sceneggiatura:
Jeremy Brock


fotografia:
Anthony Dod Mantle


scenografie:
Michael Carlin


montaggio:
Justine Wright


costumi:
Michael O'Connor


musiche:
Atli Ovarsonn


Trama

Marco Aurelio Aquila ottiene il comando di una postazione in Britannia per riguadagnare l'onore di famiglia che il padre ha perduto insieme a 5000 uomini e all'emblema della Nona Legione, un'aquila dorata.

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