Ondacinema

recensione di Giancarlo Gaia
7.5/10
La storia raccontata in "The Host" esordisce nell'obitorio di una base americana in Sud Corea, nel 2000. Due dottori versano un centinaio di bottiglie di formaldeide giù per lo scarico, ben consapevoli che la sostanza finirà direttamente nelle acque del fiume Han (il fiume che attraversa Seoul e che in alcuni punti raggiunge la larghezza di 1 km). La scena successiva mostra due uomini intenti a pescare nel fiume; uno di essi nota qualcosa di strano che si muove nell'acqua, riesce a raccoglierlo in una tazza ma poi se lo fa sfuggire.
Anni dopo, sempre sulle rive del fiume, si forma un gruppo di curiosi: cos'è quella grossa cosa appesa sotto il ponte? Materiale da costruzione? No, sembra muoversi...
Le scene che seguono, che non racconto per non rovinarne la visione, sono tra le migliori del film.

In "The Host", comunque sia, c'è il classico mostro frutto di una mutazione, c'è qualcuno che scompare, e ci sono gli eroi di turno che andranno a reclamare giustizia. Ma quanto siamo lontani da un'analoga narrazione di stampo Usa! Gli eroi di questo film sono un sonoro schiaffo allo stereotipo hollywoodiano che li vorrebbe belli, vincenti ed integerrimi. Si tratta di una famiglia molto modesta, costituita da padre e tre figli: abbiamo Park Nam-Il, laureato depresso per la mancanza di lavoro e Park Nam-Joo, tiratrice con l'arco di talento cui, però, manca la concentrazione. E poi c'è il padre Park Hie-Bong, che insieme allo scarsamente intelligente figlio Park Gang-Du (uno splendido Kang-ho Song) gestisce un baracchino di snack e bibite in riva al fiume; con loro vive la piccola Park Hyun-seo, figlia di Park Gang-Du. Sono persone semplici che si trovano calate loro malgrado in un incubo più grande di loro, e sono costrette ad affrontarlo con tutti i (pochi) mezzi che hanno.
La grande forza di questo film, ciò che lo rende un fortunatissimo esempio di intrattenimento "intelligente", è il saper mescolare generi diversi e soprattutto registri diametralmente opposti, riuscendo ad essere fortemente drammatico da una parte, e addirittura a far ridere di gusto dall'altra.

Il bello è come questa operazione non risulti assolutamente artefatta o forzata: grazie ad un'ottima caratterizzazione dei protagonisti e alla bravura degli attori, certe scene, oggettivamente ai limiti del demenziale, sembrano calzare perfettamente. I personaggi si comportano seguendo la loro ragione, il che ovviamente non sempre li porta a compiere le scelte migliori. Simili, tragicomiche situazioni danno vita ad una splendida convivenza di dramma e humour che eleva "The Host" varie spanne sopra qualunque prodotto similare, liberandolo anzi dai crismi del film di genere.
La pellicola introduce inoltre questioni importanti, quali l'ecologismo e l'indifferenza delle istituzioni di fronte ai drammi personali; quest'ultimo è un po' un "tema portante parallelo", che condiziona tutto lo svolgersi degli eventi. Serpeggia inoltre per tutto il film una netta critica nei confronti della forza militare americana - va ricordato fra l'altro che "The Host" si ispira ad un episodio realmente accaduto nel 2000, in cui un medico dell'esercito americano versò un'ingente quantità di formaldeide nel fiume Han.

Se per questi aspetti siamo molto distanti dal classico prodotto d'intrattenimento made in Usa, dal punto di vista tecnico e di budget "The Host" non ha nulla da invidiare ai concorrenti a stelle e strisce, proponendo scene assolutamente spettacolari ed effetti speciali di prim'ordine, così come un accompagnamento sonoro di grande effetto.
Un fulgido esempio di cinema eclettico e fuori dagli schemi, in cui si coniugano azione, dramma, humour e riflessione sociale e politica.
25/07/2008

Cast e credits

cast:
Kang-ho Song, Hie-bong Byeon, Hae-il Park, Du-na Bae, Ah-sung Ko


regia:
Bong Joon-Ho


titolo originale:
Gwoemul


durata:
118'


produzione:
Chungeorahm Film, Showbox Entertainment


sceneggiatura:
Baek Chul-hyun, Baek Cheol-hyeon, Ha Jun-weon


fotografia:
Kim Hyung-ku


musiche:
Lee Byung-woo


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