Ondacinema

recensione di Lorenzo Taddei
6.5/10
Da qualche anno ormai Paolo Genovese è un mattatore del botteghino. Film come "La banda dei babbi natale", "Immaturi" e "Immaturi - Il viaggio" hanno incassato oltre le migliori aspettative, ottimi risultati col minor sforzo, insomma. Nel 2012 con "Una famiglia perfetta" Genovese tenta la svolta, cerca cioè di unire all'utile e al dilettevole anche un po' di qualità. Il risultato è una commedia "intelligente", che affronta il tema della solitudine, del rapporto tra realtà e finzione, dal punto di vista dell'attore.
Con "Tutta colpa di Freud" Genovese insiste sulla stessa linea. Il tema è radicalmente diverso - anche se resta una certa riflessione sulla solitudine di mezz'età - perché come il titolo lascia intuire, si parla prevalentemente di problemi sessuali e amorosi, con le varie possibili sfumature che stanno nel mezzo.
L'accusa nei confronti di Freud contenuta nel titolo (che è lo stesso del romanzo, il primo, del regista) poteva diventare un ritornello persecutorio. Ma è un falso allarme. Freud è citato una volta soltanto e si rivela solo un pretesto per collegare lo psicoterapeuta Francesco (Marco Giallini) con i problemi disperati che a turno gli vengono sottoposti dalle figlie (e non solo dalle figlie).

Sara (Anna Foglietta) ha 31 anni, vive a New York, ed è appena stata mollata dalla sua compagna. Così torna a Roma, ispirata da una soluzione definitiva: diventare eterosessuale. Marta (Vittoria Puccini) ha trent'anni, è proprietaria di una libreria indipendente nel centro di Roma, ed è una romantica convinta, che s'innamora solamente degli eroi dei suoi libri e di uomini impossibili, per ultimo, un abituale frequentatore della libreria (Vinicio Marchioni) nonché ladro e sordomuto. Emma (Laura Adriani) sta preparando l'esame di maturità, ha una relazione con Alessandro (Alessandro Gassman), un uomo di cinquant'anni e sposato da sette, architetto fallito che lavora all'Ikea. Le tre sorelle, a turno, si accomodano sul lettino del padre Francesco Taramelli (Marco Giallini), psicoterapeuta freudiano e incarnazione del padre modello. 
"La malattia più diffusa è senza dubbio l'amore" e Francesco - che lo afferma - lo sa bene, perché lui stesso è malato e non riesce né a guarire, né ad ammettere fino in fondo di essere malato. Abbandonato dalla moglie diciassette anni prima, è stato costretto a crescere le figlie da solo e questo, oltre che un merito, è diventato un buon motivo per analizzare l'amore degli altri, senza riconoscere il proprio.  

La durata del film supera la "media-commedia". E' vero che si poteva dire tutto quanto in minor tempo, ma non sono due ore buttate. Nel complesso è una commedia divertente, con idee brillanti e originali, ma non priva di momenti di stanca. L'alternanza di toni, dal comico al malinconico, dal sentimentale finanche al poetico, si mescola a una storia convincente, che intreccia in modo chiaro e coerente le storie di ogni personaggio. Peccato per certe forzature, che impongono il dovere di ridere e ottengono invece l'effetto opposto. Penso al nome del cane di Claudia (Claudia Gerini) o alla "pompiera" da copertina di Playboy. Certo è che - malgrado anche il Pieraccioni abbia contribuito al soggetto - il film non è mai volgare e non ne ha bisogno. La "confezione" resta il marchio di fabbrica del regista romano, luci soffuse su scenografie di lusso, vedute mozzafiato, interni da catalogo, tanto che non sembra casuale "impiegare" Gassman all'Ikea, come spedire un fedifrago all'inferno.
La stessa attenta cura si riscontra nella colonna sonora del film, con il nuovo singolo di Daniele Silvestri "Tutta colpa di Freud" composto per l'occasione, e una serie di brani pop sapientemente appaiati alle scene che accompagnano, un esempio su tutti "Like a Virgin" di Madonna, interpretata dalla splendida voce di Petra Magoni del duo "Musica Nuda".

Buone le prove di Marco Giallini, di nuovo protagonista con Genovese, e di Vinicio Marchioni, in un ruolo secondario, ma impegnativo. Un cameo per Gianmarco Tognazzi, che rappresenta molto bene una particolare tipologia di uomini. Si fa invece una certa fatica a "empatizzare" col trio di sorelle. All'inizio la recitazione delle tre attrici (forse meglio la Puccini) appare faticosa e poco credibile, ma col tempo recupera, o forse, ci si abitua. L'uso della voce fuori campo - sia del padre, che delle figlie - è forse eccessivo, ma al contempo evita il rischio di equivoci, in una narrazione senza pretese ma comunque articolata. Ottima la chiusura, che affida a una battuta semplice e tenera la spiegazione di tutto quanto non sarà detto.

26/01/2014

Cast e credits

cast:
Marco Giallini, Vittoria Puccini, Anna Foglietta, Laura Adriani, Alessandro Gassman, Claudia Gerini, Vinicio Marchioni, Daniele Liotti, Edoardo Leo


regia:
Paolo Genovese


distribuzione:
Medusa Distribuzione


durata:
120'


produzione:
Medusa Film, Lotus Productions


sceneggiatura:
Paolo Genovese


fotografia:
Fabrizio Lucci


scenografie:
Chiara Balducci


montaggio:
Consuelo Catucci


costumi:
Grazia Materia


musiche:
Maurizio Filardo


Trama
Sara ha trentun anni ed è appena stata abbandonata dalla sua compagna. Marta ha trent’anni, s’innamora solamente dei suoi libri e di uomini impossibili. Emma sta preparando l’esame di maturità, ha una relazione con un uomo di cinquant’anni e sposato da sette. Sara, Marta ed Emma sono sorelle e i loro casi disperati convergono verso lo studio di Francesco, padre modello e psicoterapeuta di coppia, specializzato appunto in casi disperati.