Ondacinema

recensione di Claudio Zito
5.5/10
Josef, un insegnante sessantacinquenne di Praga, in preda ai tic e alla stanchezza, dopo aver strizzato una spugna sulla testa di un suo alunno, per giunta figlio del principale finanziatore della scuola, rassegna le proprie dimissioni. Desideroso di continuare a lavorare, prima si frattura una gamba facendo il corriere in bicicletta su e giù per la città innevata, poi trova impiego presso il reparto dei vuoti a rendere di un supermercato, finché non viene sostituito da una macchina. Nel frattempo, la relazione con sua moglie sembra essere giunta al capolinea.

Ritorna la squadra di "Kolya", premio Oscar per il miglior film straniero nel 1997 (poco meritatamente citato anche in questa pellicola), capitanata dagli Sverák: Zdenek, sceneggiatore e attore protagonista in entrambe le occasioni e suo figlio Jan, regista. Al bando, quasi del tutto, la politica, l'attenzione è rivolta al tema della terza età, ai personaggi, al rapporto di coppia. Questioni con risvolti assolutamente seri, trattati con la consueta tenue ironia, un buonismo di fondo, uno stile prosciugato dalle simpatiche trovate del film succitato, ma che risulta alquanto sciatto, molto più televisivo che cinematografico.

Per più di un'ora il film è pressoché imbarazzante: difficile definire altrimenti dialoghi come il seguente: "A noi uomini, se dopo aver baciato non andiamo oltre, ci fanno male". "Che cosa?" "...I cuori" "Perché, tu quanti ne hai?" "Io ne ho due". Oppure i sogni erotici del vecchio e libidinoso protagonista, incorniciati da effettacci visivi simil-flou, o ancora sviluppi della vicenda come la sequenza in cui il genero dello stesso Josef, che ha appena lasciato sua figlia, lo intrattiene coi racconti sulle prestazioni strabilianti della sua nuova fiamma e il vecchio vuol saperne di più.

Quando tutto sembra ormai perduto - e il giudizio sul film abbondantemente negativo - Sverák padre dimostra però le sue discrete doti di sceneggiatore (anche come interprete non è affatto male), la pellicola cresce notevolmente, virando verso un finale che riserva qualche emozione, l'intreccio riesce a mettere al loro posto i tasselli fin lì seminati, il film regala anche piccoli squarci poetici assolutamente inaspettati. Il tutto grazie alla scelta di articolare maggiormente gli aspetti più interessanti del soggetto, che avrebbero meritato ulteriori approfondimenti e uno stile più personale rispetto a quello evidenziato: il rapporto tra due persone anziane, alla vigilia del quarantesimo anniversario di matrimonio; un affetto che è sedimentato negli anni e che è difficile da cancellare, malgrado i dubbi, la stanchezza, le tentazioni, le debolezze di entrambi; l'avanzare della vecchiaia e l'avvicinarsi della morte.
È sufficiente per giustificare la distribuzione di un film simile a fronte di numerosi capolavori tuttora inediti? Viste le poche copie in circolazione, una parziale assoluzione la possiamo concedere, sia agli autori che al distributore.

16/01/2009

Cast e credits

cast:
Zdenek Sverák, Tatiana Vilhelmová, Daniela Kolárová, Alena Vránová


regia:
Jan Sverák


titolo originale:
Vratné lahve


distribuzione:
Fandango


durata:
100'


produzione:
Biograf Jan Sverak, Phoenix Film Investments, Portobello Pictures, TV Nova, U.F.O. Pictures


sceneggiatura:
Zdenek Sverák


fotografia:
Vladimír Smutný


scenografie:
Jan Vlasák


montaggio:
Alois Fisárek


costumi:
Simona Rybáková


musiche:
Ondrej Soukup


Trama
Un anziano insegnante rassegna le proprie dimissioni e trova impiego in un supermercato, reparto vuoti a rendere. Nel frattempo, la relazione con sua moglie sembra giunta al capolinea
Link

Sito ufficiale