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Addio al grande regista Francesco Rosi

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E' morto all'età di 92 anni Francesco Rosi. Nato a Napoli, fu in gioventù assistente alla regia di Luchino Visconti e dopo aver debuttato alla regia nel 1956 firmando con Gassmann il teatrale "Kean - Genio e sregolatezza", realizzò l'anno successivo il suo primo film da solista: "La sfida", ambientato nella povera Napoli appena dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Dopo "I magliari", con un drammatico Alberto Sordi, fu la volta dei suoi due più importanti film: nel 1962 "Salvatore Giuliano" inaugurò un nuovo modo di fare cinema civile. Attraverso un film inchiesta, partendo dalla figura del celebre bandito, Rosi scava a fondo nella Sicilia del periodo 1943-1950, con una potenza narrativa e visiva ancora oggi impressionante. Nel 1963 è la volta dell'importantissimo "Le mani sulla città" (Leone d'Oro a Venezia): Rosi è politico e antispettacolare, ma anche avvincente, secco, coraggioso, lucido. E attualissimo. Tra gli altri suoi lavori da ricordare troviamo "Uomini contro", "Il caso Mattei" (Palma d'Oro a Cannes ex aequo con "La classe operaia va in paradiso" di Elio Petri), "Lucky Luciano", "Cadaveri eccellenti", "Cristo si è fermato a Eboli", "Tre fratelli". Il suo ultimo film è datato 1997: "La tregua" (da Primo Levi).