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La storia di Leroy Logan, il protagonista di "Small Axe - Red White and Blue", che si ribella alle iniquità e alla discriminazione esistenti nell’Inghilterra a cavallo tra gli anni 60 e 80, si rifà a un percorso esistenziale caro al regista di "Shame" e "12 anni schiavo"

In una carriera fin qui scandita da cinque lungometraggi uno dei segni più ricorrenti della poetica di Steve McQueen è riconducibile al senso di giustizia che muove le azioni dei personaggi e delle loro storie. Se di esso erano intrisi gli ideali e soprattuto la battaglia di Bobby Sands in "Hunger", allo stesso principio era ispirata la procedura legale intentata da Solomon Northup nei confronti dei suoi rapitori in "12 anni schiavo". Seppur di natura malavitosa, anche la rapina organizzata dalle vedove di "Widows - Eredità criminale", in qualche maniera, poteva essere riconducibile all’istante in questione. Da oggi il quadro appena esaminato si arricchisce di un capitolo inedito rappresentato dalle cinque puntate di "Small Axe",  miniserie prodotta dalla Bbc in cui Steve McQueen torna a occuparsi di quello che all’interno della sua filmografia può essere considerato un vero e proprio filone. La storia di Leroy Logan (a interpretarlo il John Boyega di "Star Wars"), il protagonista di "Red White and Blue" che si ribella alle iniquità e alla discriminazione esistenti nell'Inghilterra a cavallo tra gli anni 60 e 80, si rifà a un percorso esistenziale caro al regista anche dal punto di vista autobiografico, essendo la scelta  di Leroy di arruolarsi in polizia per cercare di cambiare il sistema dall’interno simile a quella con cui oggi il regista utilizza la visibilità offertagli dalle major e dai grandi poli televisivi per denunciare razzismo e discriminazione, dando voce a chi di solito (per esempio la generazione dei suoi genitori, di origine giamaicana) non ne ha.

Pur essendo nella maggior parte del tempo incentrato sulle vicissitudini del suo protagonista, tratteggiato attraverso la presa di coscienza che lo porta a lasciare le sicurezze teoriche della ricerca medica per intraprendere le incertezze e i pericoli collegati al mestiere del poliziotto, "Red White and Blue" non si dimentica del resto. Oltre al quartiere natio in cui Logan viene assegnato nell’intento, da parte delle istituzioni, di fare di lui una sorta di mediatore con le frange più violente della zona, a diventare parte integrante della storia è la famiglia del protagonista. Quest’ultima è presa in considerazione per rendere le differenze culturali che contribuiscono alla mancata integrazione con la società autoctona ma anche in qualità di termometro pronto a registrare e a prendersi carico delle ansie e dei dubbi incontrati da Leroy nel raggiungimento del suo obiettivo, ostacolato dalla presenza di collegi ostili al suo tentativo di pacificare le opposte fazioni. In tale contesto, per visibilità e peso drammaturgico, a conquistare spazio è la figura paterna di Kenneth Logan (l’ottimo Steve Touissant), destinata a rappresentare l’altra faccia della medaglia, quella che al contrario del figlio sceglie di combattere il sistema dall’esterno, senza scendere a compromessi con esso.

Tanto il percorso psicologico di Leroy è lineare e progressivo, fatto di scarti emotivi che procedono sempre nella stessa direzione, tanto quello di Kenneth risulta complesso e articolato poiché diviso tra l’amore verso il figlio e il disprezzo verso i metodi da lui utilizzati nella contesa. Ed è proprio sul primo dei due che McQueen concentra la sua attenzione facendone una sorta di cartina di tornasole delle conquiste e delle sconfitte di Leroy.
Sul suo volto indurito dai soprusi subiti, ma comunque ancora disposto ad emozionarsi e a ritornare sui propri passi, il regista costruisce la sensibilità del film (perché così bisogna chiamarlo anche in virtù della presenza di una storia autoconclusiva). Ancora una volta McQueen utilizza il genere e la Storia per raccontare la realtà contemporanea (non possono sfuggire  qui come negli altri episodi i riferimenti a quanto successo negli Stati Uniti dopo l’uccisione di George Floyd) offrendoci una lezione sulla capacità che hanno le sue immagini di raffreddare e tenere sotto controllo il pathos e la retorica insita nella bruciante attualità degli argomenti trattati.

Prosciugata dalla lucida geometria delle inquadrature e anemizzata nei colori che di solito accompagnano le pulsioni emotive "Small Axe - Red, White and Blue" arriva al pubblico scarnificata degli eccessi spettacolari, rendendo ancora più tangibile la violenza da cui scaturisce paura e disgusto. Presentato in anteprima nella selezione ufficiale della Festa del cinema di Roma, questa prima parte è un biglietto da visita convincente rispetto a quanto la miniserie deve ancora farci vedere.

Small Axe
Informazioni

titolo:
Small Axe

titolo originale:
Small Axe

canale originale:
BBC One

creatore:
Steve McQueen

produttori esecutivi:
Tracey Scoffield, David Tanner, Steve McQueen

anni:
2020