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recensione di Alessio Cossu
6.0/10

La saga di Creed è giunta al terzo stadio. Con "Creed III", sequel di "Creed II" e "Creed: nato per combattere", l’epopea pugilistica, a sua volta vero e proprio reboot dell’ultimo "Rocky" (IV), sembra tuttavia segnare il passo. E lo dimostra il fatto che, per poter proseguire nella storia, viene riesumato dal passato il compagno delle traversie d’infanzia con cui Creed aveva condiviso gli anni bui della casa-famiglia, nella quale era, suo malgrado, dovuto crescere a seguito della morte del padre Apollo.

Il punto debole di tale espediente narrativo è dato dal rischio, quando si procede in avanti guardando troppo sovente lo specchietto retrovisore, di uscire fuori strada. Ed è proprio questa, fuor di metafora, la sensazione che si percepisce una volta usciti dalla sala: rimanere fedeli allo stilema di selezionare gli avversari unicamente riallacciando i fili col passato può determinare una trama asfittica, poco coinvolgente, perché viziata in origine da una narrazione che deve fare i conti con un sistema dei personaggi non del tutto plausibile. Nella fattispecie, l’antagonista di Adonis Creed compare come un fantasma del (e dal) passato.

Ci sia consentito, tuttavia, allargare l’orizzonte critico da questa pellicola a un’altra della recente produzione a stelle e strisce, "Top Gun: Maverick” (2022), che, fatti i dovuti distinguo, presenta il medesimo cliché retrospettivo. Anche il protagonista di questo film, al pari di "Creed III", tradisce un bisogno spasmodico di andare avanti affondando le radici ideologiche del presente nella grandeur del passato. Tutto ciò è sintomo di un orizzonte culturale che accomuna i registi, prescindendo dai generi.

Ritornando a "Creed III", l’antagonista è animato da un sentimento di sfida verso il protagonista per aver trascorso molti anni in carcere a seguito di una rissa che li aveva visti entrambi contrapposti al torbido istitutore Leon, con la differenza che Adonis non aveva dovuto pagare dazio. Michael B. Jordan, che in questo episodio della saga oltre a essere attore è anche regista, si prodiga per disseminare la trama di una serie di episodi dai quali emerga un crescendo di tensione che inevitabilmente culmini nella resa dei conti sul ring, trasfigurando quest’ultima in ordalia morale più che in un evento sportivo. La formula di genere che eleva il pugile a eroe, cui il destino impone la cogenza del trionfo sportivo come condizione ineluttabile della sua stessa esistenza, fa il resto. Assente Rocky Balboa e uscita di scena la madre di Adonis, le parti migliori del film sono immancabilmente quelle sul ring, caratterizzate dalla solita sontuosa fotografia di Kramer Morgenthau, a suo agio sia nello scolpire la fisicità degli atleti che nel render conto del scintillante sfarzo delle luci che accompagnano l’evento.

A istituire un confronto con gli episodi precedenti, il montaggio delle immagini del match è, se si vuole, ancor più incalzante e a tratti accelerato rispetto alla velocità naturale. Immancabili i cliché di genere: i pugili che non riescono a contenere i nervi nel corso delle conferenze stampa, l’apprensione di spose e madri nel corso del match, i momenti del training sempre più duri (Creed trascina un aereo da turismo con una cintura alla vita grazie alla sola forza delle gambe). Nel corso degli allenamenti, la martellante colonna sonora rap stende una cortina ritmica interrotta unicamente dall’eco dei guantoni. Concludendo, in "Creed III", oltre all’assenza di Sylvester Stallone, il campione diventato mentore, la scomparsa pressoché totale degli accenni musicali che accompagnavano i trionfi di Rocky da un lato esprimono la piena emancipazione virile e sportiva di Adonis Creed, dall’altro riportano il pugilato nell’alveo della sua origine etnicamente connotata: quella delle periferie emarginate degli afroamericani, per i quali i trionfi dei loro paladini dimostrano che, sì, è ancora possibile credere nel sogno americano.     


23/03/2023

Cast e credits

cast:
Jose Benavidez, Mila Davis-Kent, Phylicia Rashad, Wood Harris, Jonathan Majors, Tessa Thompson, Michael B. Jordan


regia:
Michael B. Jordan


titolo originale:
Creed III


distribuzione:
Warner Bros.


durata:
116'


produzione:
Metro-Goldwyn-Mayer, Balboa Productions, New Line Cinema


sceneggiatura:
Keenan Coogler, Zach Baylin


fotografia:
Kramer Morgenthau


scenografie:
Christy McIrwin, Cara Price


montaggio:
Jessica Baclesse,Tyler Nelson


costumi:
Lizz Wolf


musiche:
Joseph Shirley


Trama
Adonis Creed raccoglie il guanto di sfida lanciatogli dall'amico d'infanzia Damian, appena uscito dal carcere, e risale sul ring per difendere il proprio titolo. stavolta dovrà fare a meno della consulenza e del sostegno dello "zio", ovvero Rocky Balboa.
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