Ondacinema

recensione di Francesca d'Ettorre
5.0/10

James Sveck è un adolescente disadattato che vive a New York. Ai ritmi serrati della vita metropolitana e ai bagordi giovanili preferisce il vuoto di una stanza e la compagnia della sua solitudine. Si sente estraneo alla realtà circostante e la sua massima ambizione non è andare all'università - come galateo della famiglia borghese vorrebbe - ma comprare, semmai, una casa nel Midwest. Insomma, James è un giovane Holden versione 2.0.

Intorno a lui ruotano una coralità di personaggi  tra l'eccentrico e il banale: una mamma dedita ai matrimoni fallimentari (l'ultimo durato il tempo di una luna di miele), un padre che si sottopone alla chirurgia estetica per rendersi piacente agli occhi di ragazze più giovani, una sorella ventitreenne che ha una relazione con un uomo sposato e spera di sfondare scrivendo le sue memorie, una life coach e una nonna anticonformista e morente.

Non è la prima volta che Faenza trae ispirazione da un libro per un suo film (già "I vicerè", "Sostiene Pereira", "Il caso dell'infedele Klara", ecc), né la prima volta che calca il territorio a stelle e strisce ("Copkiller") e, dopo la biografia non autorizzata di Silvio Berlusconi ("Silvio forever"), si è cimentato in una sfida completamente diversa, quella di raccontare il conflitto adolescenziale, confermando la sua tendenza all'eclettismo. Roberto Faenza si è avvalso di una produzione italo-americana e di un cast internazionale per l'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Peter Cameron che ha sbancato più in Italia che nell'America natìa e ha costruito un'opera che gira a vuoto su se stessa e cade nel televisivo, con dei personaggi monodimensionali in odore di macchietta comedy: il padre è preoccupato delle tendenze sessuali del figlio perché a pranzo ordina l'insalata anziché la più virile bistecca, il figlio ha sempre la risposta - arguta - pronta e si lancia in monologhi sul relativismo del concetto di normalità, la mamma piange e chiede amore.

"Un giorno questo dolore ti sarà utile" vuole essere un film che disamina i turbamenti di un giovane borghese di oggi e la sua difficoltà a conformarsi agli altri, i (presunti) normali e, attraverso un registro leggero,  ci racconta la presa di coscienza di un ragazzo a contatto con le dissonanze della vita. Il film, però, si incaglia in uno stile illustrativo che mortifica la narrazione e con la stessa leggerezza con cui si sviluppa, scivola via nel dimenticatoio, non lasciando niente. "Un giorno questo dolore ti sarà utile" è un'opera di formazione che conduce il suo protagonista a maturare sui suoi errori: una bravata come quella di fingersi qualcun altro in chat e le intemperanze durante una gita assumeranno contorni esistenziali tali da attestare la sua intelligenza e sensibilità fuori dagli schemi (a detta della life coach e della nonna). Appare evidente che scomodare Salinger è già di per sé un'operazione azzardata in questo caso, ma aggiungerci una trasposizione piatta induce a una sola conclusione: un giorno questo dolore ci sarà utile.


26/02/2012

Cast e credits

cast:
Toby Regbo, Deborah Ann Woll, Stephen Lang, Lucy Liu, Marcia Gay Harden, Peter Gallagher, Siobhan Fallon, Aubrey Plaza


regia:
Roberto Faenza


distribuzione:
01 Distribution


durata:
98'


produzione:
7th Floor, The, Four of a Kind Productions, Jean Vigo Italia


sceneggiatura:
Roberto Faenza


fotografia:
Maurizio Calvesi


montaggio:
Massimo Fiocchi


musiche:
Andrea Guerra


Trama
James ha 18 anni e vive a New York. La famiglia lo considera un disadattato perché, anziché sognare di andare all'università o pensare a divertirsi, preferisce stare da solo e leggere. Al massimo sogna una casa nel Midwest. 
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