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recensione di Alex Poltronieri
8.0/10
L'ultimo film di Ang Lee si conclude con un malinconico cowboy, che davanti ad una camicia insanguinata e ad una cartolina sbiadita che riproduce l'immagine di una montagna, sussurra, trattenendo il pianto, "Jack, lo giuro...". Poi è il buio, solo la musica struggente di Gustavo Santaolalla che cresce sempre più. E le lacrime scendono copiose, come in ogni melodramma che si rispetti.

"Brokeback Mountain" (Leone d'oro nell'edizione 2005 della Mostra del cinema di Venezia) è la storia dell'amore impossibile tra due uomini. Due cowboy (o meglio mandriani) del Wyoming, che continueranno ad amarsi nel corso di due decenni, sempre in segreto, nonostante tutto e tutti.

Il film di Ang Lee è come molte altre sue opere (sì anche l'incompreso "Hulk") una storia di desideri soffocati e sentimenti repressi. Come in "Tempesta di ghiaccio" e nel più brioso "Il banchetto di nozze", il regista taiwanese punta il dito innanzi tutto contro la famiglia, la più celebrata tra le istituzioni americane, rappresentata, ancora una volta, come la tomba di ogni passione e volontà. Ennis Del Mar (Heath Ledger) e Jack Twist (Jake Gyllenhaal), i due protagonisti, si conoscono e si amano durante un'estate passata a lavorare a Brokeback Mountain.

Ma poi tutto svanisce. La loro storia non potrebbe andare avanti. Nessuno potrebbe capire quello che c'è veramente tra loro, troppo strano, troppo compromettente. I due si fanno una propria vita, Ennis si sposa e ha dei figli con la bella Alma, e pure Jack, dopo aver vagato di rodeo in rodeo, si accasa con la ricca Lureen. Passano diversi anni, i due si rivedono, la passione si accende di nuovo, ma una relazione seria è impossibile, Ennis non vuole uscire allo scoperto. La loro storia va avanti così per quasi un ventennio, solo pochi incontri ogni anno, mentre sullo sfondo il paese, e le vite familiari dei due, cambiano profondamente.

Tratto da un breve racconto di Annie Proulx (suo anche "The shipping news", già portato sullo schermo nell'omonimo, pessimo, film di Lasse Hallstrom), la pellicola di Ang Lee si distacca decisamente dal materiale originario. Se nel racconto della Proulx, in poco più di cinquanta pagine, vediamo trascorrere innumerevoli stagioni, nel film, Lee, dilata tempi e pause, cercando un'inusuale epicità romantica. Dei tocchi d'ironia, del sarcasmo, presenti nella Proulx è rimasto ben poco. Il regista è senza dubbio interessato ad altro.

E così "I segreti di Brokeback Mountain" diventa un film fatto di attese, sguardi, paesaggi sconfinati. Avvicinandosi ad autori come Malick (nella messa in scena della natura della prima parte) e Milius (l'elogio commovente dell'amicizia virile), Lee realizza una romantica parabola sulle occasioni perdute, sulla debolezza umana, ed ancora una volta si serve al meglio dell'ottimo cast, fatto tutto di volti nuovi (se si eccettua Randy Quaid, che compare in un piccolo ruolo, quasi un omaggio a quel capolavoro sulla fine di ogni sogno e illusione che è "L'ultimo spettacolo" di Bogdanovich, da lui interpretato).
 
In particolare è da segnalare la performance di Heath Ledger, che con la sua interpretazione del rude cowboy prigioniero dei propri sentimenti, regala una prova di grande intensità e coraggio.


24/07/2008

Cast e credits

cast:
Heath Ledger, Jake Gyllenhall, Randy Quaid, Michelle Williams, Anne Hathaway


regia:
Ang Lee


titolo originale:
Brokeback Mountain


distribuzione:
Bim


durata:
134'


sceneggiatura:
Larry McMurtry, Diana Ossana


fotografia:
Rodrigo Prieto


scenografie:
Judy Becker


montaggio:
Geraldine Peroni, Dylan Tichenor


musiche:
Gustavo Santaolalla


Trama
La travolgente, e proibita, storia d'amore tra il rude mandriano Ennis Del Mar e il cowboy Jack Twist nasce improvissamente un estate tra le montagne del Wyoming, e continua per oltre vent'anni, tra inganni e rimpianti, mentre nel frattempo i due protagonisti si sposano e hanno figli
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