Ondacinema

recensione di Stefano Guerini Rocco
4.5/10

Certo ci vuole dell'audacia per scegliere di riportare sullo schermo un soggetto già sfruttatissimo che, negli anni, ha ispirato almeno due capolavori (quello di Jean Cocteau del 1946 e il cartoon Disney del 1991) e innumerevoli trasposizioni e rifacimenti, purtroppo non sempre riusciti (si pensi al recente e giovanilistico "Beastly").

Per rinverdire la tradizione, il regista Christophe Gans e la sua co-sceneggiatrice Sandra Vo-Anh hanno pensato di attingere fedelmente alla novella originale di Madame de Villeneuve, dando spazio così a dettagli e passaggi narrativi spesso marginalizzati negli adattamenti precedenti.
Nella Francia di inizio Ottocento, un mercante è ridotto in rovina a causa di un naufragio. Vedovo, tenta in ogni modo di riconquistare la ricchezza perduta per provvedere alle necessità dei numerosi figli. Di ritorno da uno dei suoi viaggi di lavoro, una tormenta di neve lo spinge verso un castello apparentemente abbandonato, all'interno del quale l'uomo trova ad attenderlo vino, selvaggina, gioielli, profumi, denari e pietre preziose: in pratica, tutto quello che aveva promesso alla propria esigente prole. Lasciando il palazzo, il mercante non dimentica di raccogliere una rosa per la più giovane, umile e graziosa delle sue figlie, Belle, scatenando così le ire della misteriosa creatura che veglia su quel luogo maledetto.

Dispiaciuta e affranta, la giovane e coraggiosa Belle (una Léa Seydoux di porcellana) si offre alla temibile Bestia (Vincent Cassel, charmant al solito): accetterà di vivere in prigionia nel castello incantato per riscattare la vita del padre. Il resto, come si dice, è storia.
Presentato fuori concorso a Berlino 2014, questo "La bella e la bestia" è una colossale e magniloquente fiaba per bambini, che mira a stupire e meravigliare lo spettatore grazie alla potenza di effetti speciali roboanti e all'impatto visivo di scene fantasmagoriche.

Gans impiega infatti gli oltre 30 milioni di budget, somma di tutto rispetto per una produzione europea, nel tentativo di costruire uno spettacolo visivo opulento e affascinante, tra virtuosismi tecnici, abuso di CGI, ariosi e imperterriti movimenti di macchina, una fotografia dai cromatismi arditi, ampollosità e barocchismi vari.

Purtroppo, a farne le spese sono sceneggiatura e personaggi, schiacciati dal peso di una sovrastruttura tanto sfarzosa e ingombrante. Dopo un incipit favolistico, enfatizzato da una cornice ipertestuale in verità piuttosto didascalica, il plot cambia andatura e procede speditamente verso un (pre)finale caotico e chiassoso, accumulando buchi narrativi e approssimazioni psicologiche. Non c'è traccia, infatti, né di romanticismo né tantomeno di erotismo nel singolare rapporto amoroso tra Belle e la Bestia, che passano così dalla diffidenza reciproca alla passione senza soluzione di continuità.

Peccato, perché il passato horror di Gans avrebbe potuto riservare qualche sorpresa: basti pensare al suo nerboruto, sovraccarico, immaginifico "Il patto dei lupi", sempre per rimanere in tema di crinoline e fiere sanguinarie. Il regista, invece, ha scelto di abbandonare la sua naturale vocazione gotica per dare vita ad una fiaba sontuosa e spettacolare, una festa per gli occhi capace di sedurre grandi e piccini. A patto di potersi abbandonare al cattivo gusto, imperante.


03/03/2014

Cast e credits

cast:
Vincent Cassel, Léa Seydoux, André Dussollier, Eduardo Noriega, Audrey Lamy


regia:
Christophe Gans


titolo originale:
La belle et la bête


distribuzione:
Notorious Pictures


durata:
112'


produzione:
Pathé, Eskward, TF1 Film Production, Studio Babelsberg, 120 Films


sceneggiatura:
Christophe Gans, Sandra Vo-Anh


fotografia:
Christophe Beaucarne


scenografie:
Thierry Flamand


montaggio:
Sébastien Prangère


costumi:
Pierre-Yves Gayraud


musiche:
Pierre Adenot


Trama
Tratto dalla novelle di Madame de Villeneuve. Nella Francia di inizio Ottocento, un mercante è ridotto in rovina a causa di un naufragio. Vedovo, tenta in ogni modo di riconquistare la ricchezza perduta per provvedere alle necessità dei numerosi figli. Di ritorno da uno dei suoi viaggi di lavoro, una tormenta di neve lo spinge verso un castello apparentemente abbandonato, all’interno del quale l’uomo trova ad attenderlo vino, selvaggina, gioielli, profumi, denari e pietre preziose: in pratica, tutto quello che aveva promesso alla propria esigente prole. Lasciando il palazzo, il mercante non dimentica di raccogliere una rosa per la più giovane, umile e graziosa delle sue figlie, Belle, scatenando così le ire della misteriosa creatura che veglia su quel luogo maledetto.
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