Ondacinema

recensione di Eugenio Radin
6.5/10

L'undicenne Tomo è una ragazzina delle scuole medie che vive in un mini-appartamento assieme a una madre estremamente irresponsabile, dedita alla vita notturna e incapace di prendersi cura con serietà della figlia. Quando all'improvviso questa la abbandonerà, senza spiegarne i motivi ad alcuno, la giovane protagonista cercherà rifugio presso la zio Makio, giovane impiegato in una libreria il quale convive con la compagna Riuko. Tuttavia la femminilità di Riuko appare sin da subito nella sua complessità: essa è in realtà un transessuale sensibile e affidabile, bel lontano dall'archetipo della drag-queen eccentrica e provocante che saremmo portati ad aspettarci. Sarà lei a prendersi cura della piccola Tomo, fino ad arrivare ad amarla quasi quanto una figlia, facendole provare un affetto che la piccola non conosceva e aumentando la sua sensibilità e la sua apertura nei confronti del diverso.

A ben vedere, la tematica lgbt, che la regista giapponese Ogigami Naoko decide qui di affrontare dopo aver conosciuto le battaglie omosessuali durante un viaggio in America, rimane in secondo piano rispetto a ciò che sembra invece essere il soggetto principale del film, ossia il legame familiare in tutte le sue declinazioni: la vicenda di Tomo la conduce a sperimentare ciò che l'amore di una famiglia significa, il quale non solo va oltre ai rapporti di sangue, ma supera qualsivoglia pregiudizio sessuale si cerchi di instituire. Se la relazione al centro delle vicende rimane quella tra la giovane ragazzina e la donna transessuale, la quale si trasforma di tanto in tanto in un'educatrice riguardo alle tematiche transgender (sono questi i momenti in cui il film perde decisamente quota), subentrano tuttavia altri rapporti di coppia a evidenziare la non-riducibilità della pellicola a una semplice guida per l'accettazione del sessualmente-altro: il rapporto tra Tomo e la madre biologica in primis, fatto di continui errori e di altrettanti momenti di perdono, ma anche il rapporto tra la madre stessa e la nonna, tra Tomo e la zio Makio, tra Makio e Riuko.

Naoko rappresenta dunque un complesso gioco di affetti cin una graziosa semplicità e con un tocco di femminilità, rinunciando per lo più all'umorismo di stampo nipponico presente nei suoi precedenti lavori, il quale, se non è qui del tutto assente, è tuttavia calibrato e dosato in pochi specifici momenti, che riescono ad amplificarne l'efficacia. In tal modo il dramma familiare lascia spazio di tanto in tanto a un veloce sorriso, regalandoci, nonostante la gravità delle vicende, un certo qual senso di sollievo e ricordandoci dunque che spesso la vita, così come il lavoro a maglia richiamato dal titolo, è soltanto una questione di costanza, pazienza e amore, che spesso ingarbugliamo per via di preconcetti e pregiudizi.


23/04/2017

Cast e credits

cast:
Tôma Ikuta, Kenta Kiritani


regia:
Ogigami Naoko


titolo originale:
Karera ga Honki de Amu Toki wa


durata:
127'


Trama
Dopo l'abbandono da parte della madre l'undicenne Tomo si ritrova a vivere con lo zio, fidanzato con una transessuale che insegnerà alla ragazzina l'apertura nei confronti del diverso.