Un motociclista affascinante e disperato, un poliziotto incastrato in giochi più grandi di lui, i loro figli. Nella provincia americana di Cianfrance non si sfugge al proprio destino.
Il noir, insegna Manchette, è l'unico genere adatto ai nostri tempi perchè racconta la storia di una ribellione individuale contro il sistema e del suo inevitabile fallimento (un titolo: "Chinatown"). "Come un tuono" è una specie di noir esistenziale: i protagonisti cercano di discostarsi dal percorso tracciato dalla loro nascita, e falliscono. Si accontenterebbero di piccoli cambiamenti al destino come è stato scritto, ma non c'è scampo per loro. Ryan Gosling recita una versione white trash del suo personaggio di "Drive": una persona cool (letteralmente) con talento, ma che appare stordita dagli eventi e agisce solo di rimessa, si limita a fare quel che gli viene chiesto o al massimo a reagire alle circostanze. Ben altra libertà si respirava in "Blue Valentine" dove tutto il dramma si fonda su una scelta forte, su uno scarto di desiderio rispetto alla norma, alla realtà che deve essere.
Lo stile visivo di Cianfrance ha gli stessi elementi di base del film precedente: primi/primissimi piani, attenzione dello spettatore guidata dalla messa a fuoco cangiante, inquadrature con oggetti nel mezzo, a imprigionare e nascondere gli attori, pedinamenti (questi più in stile catatonico-Van Sant che nervoso-Dardenne). Vi sono però nuovi innesti affascinanti. Prima di tutto il regista si rivela molto abile negli inseguimenti stradali, dove si cimenta vittoriosamente in lunghi piani sequenza presi da telecamere su veri mezzi che vanno ad alta velocità, con un effetto di realismo notevole. Nella seconda parte invece c'è un uso della luce molto intenso e antirealistico, con ambienti che passano dal giorno alla notte riflettendo il tono della narrazione. La colonna sonora, d'altro canto, è di Mike Patton e non c'è da aggiungere altro. Non mancano quindi bei momenti per gli occhi e le orecchie.
Ci sono però anche due errori, uno veniale e uno grave. Quello veniale è Bradley Cooper, che non regge la parte e in particolare i primi piani. Non è incapace, ma non è all'altezza della situazione. Era decisamente più a suo agio in "Una notte da leoni". Quello grave è che quando si fa partire la sceneggiatura da un messaggio forte ("non si sfugge al destino") allora si costringe la scrittura in una gabbia e si perde in coerenza, in compattezza e semplicemente in bellezza. Questo si nota soprattutto nella terza parte del film, necessaria a chiudere il cerchio, ma priva dell'intensità drammatica delle prime due. Rivolgiamo inoltre un appello ai registi perchè diano un personaggio con almeno brevi momenti di felicità al promettente Dane DeHaan, che mostra di essere un bravo attore ma recita sempre il perdente disperato e borderline.
La vera sfortuna di "Come un tuono", forse, è che un capolavoro sugli States disperati delle facce tatuate, dei criminali da niente, dei poliziotti di provincia e dei destini segnati esiste già ed è "Into the Abyss" di Herzog. "Come un tuono" rimane comunque un buon film, che diventa imperdibile per i fan di Gosling.
cast:
Dane DeHaan, Bradley Cooper, Ray Liotta, Eva Mendes, Ryan Gosling
regia:
Derek Cianfrance
titolo originale:
The Place Beyond The Pines
distribuzione:
Lucky Red
durata:
140'
produzione:
Silvey Kimmel Entertainment
sceneggiatura:
Derek Cianfrance
fotografia:
Sen Bobbit
scenografie:
Inmal Beinberg
montaggio:
Jim Helton
musiche:
Mike Patton