romantico, drammatico | Cina (2024)
In una conversazione, ricordo l'antropologo Marco Aime esprimere il parere che "antropologia" sia un nome fuorviante, perché l'antropologia non studia l'uomo (anthropos) ma le relazioni umane. Se è così, pochi autori al cinema hanno una vocazione antropologica più forte di Jia Zhangke, punta di diamante della Sesta Generazione. In una ricca e splendida filmografia, Jia ha raccontato sullo sfondo mutevole della Cina contemporanea le relazioni umane con ottica realista, spesso documentarista, attraverso processi di urbanizzazione forzata ("Still Life"), alienazione sociale ("Il tocco del peccato"), generazioni in conflitto ("Al di là delle montagne") e semplici interviste ("I Wish I Knew").
"Generazione romantica" ripercorre e arricchisce il percorso di Jia cucendo insieme 20 anni di immagini, in gran parte recuperate dal girato inedito di film precedenti, così che il film ritorna sui luoghi, i motivi e i volti della sua filmografia. Su tutti il volto di Zhao Tao, che rappresenta per il cinema cinese e Jia Zhangke quello che Monica Vitti rappresentava per Michelangelo Antonioni e il cinema nostrano, una musa per tutti i generi e tutti le stagioni, un viso in cui sembra davvero di poter leggere le primavere e gli autunni rincorrersi nel quarto di secolo in cui rivediamo la generazione post-maoista, la costruzione della diga delle tre gole, le Olimpiadi, la pandemia e il periodo post-pandemico sempre più meccanizzato e virtuale.
Come sosteneva Cechov, bastano due elementi per raccontare una storia: lui e lei. Lei è Qiaoqiao (Zhao Tao), modella e indossatrice in una città mineraria della Cina settentrionale, Datong. Lui è Bin (Li Zhubin), che temporaneamente la lascia in cerca di miglior fortuna. Passeranno vent'anni prima di rivedersi. Vent'anni di riprese che vanno dal granuloso al digitale, raccontati attraverso un montaggio rapsodico che miscela pezzi operistici al folk al techno. Protagonisti occulti sembrano essere né gli amanti né la colonna sonora, quanto gli ipnotici piani sequenza dedicati a comari che cantano, minatori che tornano a casa, cittadini alle prese con una quotidianità trascinata via dalla marea del tempo.
Vicino come concezione al linklateriano "Boyhood", "Generazione romantica" potrebbe dire poco a chi non conosce Jia Zhangke. Vale almeno mezzo voto in più per chi invece ama il regista, configurandosi come un'opportunità per tornare a riflettere sulle immagini di una filmografia empatica nel cogliere il sentimento di nostalgica precarietà di una generazione (il titolo riporta 风流, romantico, dissoluto, errante, in preda ai venti e alle correnti), quanto distaccata nella sua capacità di raccontare la storia che scorre tra le storie.
cast:
Zhao Tao, Li Zhubin
regia:
Jia Zhangke
titolo originale:
Fēngliú yīdài
distribuzione:
Tucker Film
durata:
111'
produzione:
X Stream Pictures, Momo Pictures, Huanxi Medi Group, Wishart Media
sceneggiatura:
Wan Jiahuan, Jia Zhangke
fotografia:
Yu Lik-wai, Éric Gautier
scenografie:
Liang Jingdong, Liu Qiang, Ye Qiusen, Liu Weixin
montaggio:
Yang Chao, Lin Xudong, Matthieu Laclau
musiche:
Lim Giong