Alla Mostra del Cinema del 2012, l’assegnazione del Leone d’Oro a "Pietà" di Kim Ki-Duk, fu accompagnata da alcune riflessioni che lo ponevano come pietra di paragone per "Bella addormentata" di Bellocchio, in concorso lo stesso anno, e di riflesso con tutta la recente produzione italiana. All’opera del cineasta coreano si riconosceva una virtù che sembrava assente nelle nostre (che infatti rimasero escluse dal palmarès): una particolare resa delle vicende, che, seppur radicate in una dimensione locale, riuscivano ad assumere caratteri “universali”, toccando gli spettatori di tutto il mondo. Negli anni successivi, la vittoria di diversi premi nelle maggiori rassegne internazionali ha portato a ridimensionare le considerazioni precedenti, che tuttavia ritornano prepotentemente alla mente in riferimento a "Lacci", che fuori concorso ha inaugurato la 77esima edizione. Non passano "anni felici" i protagonisti del film di Daniele Lucchetti, che dopo il film del 2013 con Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti, a cui sono seguiti altri trascurabili lavori, torna a raccontare problemi di coppia. Napoli, primi anni 80: il matrimonio di Aldo e Vanda entra in crisi quando l’uomo si innamora della giovane Lidia. Trent'anni dopo, Aldo e Vanda sono ancora sposati.
Il regista si pone insistentemente addosso ai volti dei suoi personaggi, posizionando la macchina da presa in funzione dei suoi attori che lascia esibire in diversi e prolungati duetti. In particolare, i litigi tra le mura domestiche sono il palcoscenico per pezzi di bravura, dai toni urlati e una ricercata recitazione enfatica. Sono loro a guidare la narrazione, più che il regista, quasi timoroso e reverenziale nei loro confronti. Nella coppia adulta e in quella anziana, chiare le sue predilezioni e le sue attenzioni. Alba Rohrwacher über alles, che non fa che fare Alba Rohrwacher, figura a prima vista tutta d’un pezzo e risoluta ma che si rivela poi mentalmente coriacea. Rispetto alla sua controparte interpretata da Luigi Lo Cascio, con lei si dovrebbe empatizzare, ma in fin dei conti i suoi atteggiamenti causano una certa irritazione. Poi Silvio Orlando, amabile ma irrequieto anziano, a cui si contrappone Laura Morante, scialba versione anziana di Vanda. Nelle dinamiche dei sessi, manca l’equilibrio tra le parti, la reciproca sfumatura delle posizioni: è evidente come siano le donne a capire l’altro, a saper interpretare la realtà, ad avere l’ultima parola, mentre agli uomini spetta il silenzio o solo una rivalsa fuori tempo massimo.
Il dispiegarsi delle vicissitudini coniugali e famigliari nel corso dei decenni punta alla complessità attraverso andirivieni temporali, trappole della memoria, ellissi colmate solo a posteriori che danno senso diverso a quanto visto in precedenza. Ma il soffermarsi sulle piccole cose quotidiane, sulle semplici metafore non permette al film di elevarsi da un intrinseco provincialismo che infatti la stampa internazionale, ancora più di quella nostrana, non ha accolto bene, parlando di “debole apertura per la Mostra”. L’ottica è una disamina psicologica, uno studio sui caratteri personali e delle loro inter-relazioni, più da rigoroso antropologo che da appassionato umanista. Tutto è troppo controllato e finisce per diventare freddo: si parla di amore, fedeltà, di cosa vuol dire essere genitori, ma senza far vibrare il racconto, far affiorare le emozioni provate dai personaggi, la loro intimità. Mettere a soqquadro un appartamento diventa giocoforza (involntario) rimando meta-testuale del potenziale per lungo tratto inespresso, una scossa a una struttura troppo rigida. L’intenzione era dipingere un’acuta “storia di un matrimonio” in cui parlare dei legami che uniscono mogli e mariti, padri e figli; ma, a differenza del film di Baumbach in concorso l’anno scorso, l’orizzonte rimane quello delle scarpe dei protagonisti.
cast:
Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Silvio Orlando, Laura Morante
regia:
Daniele Luchetti
titolo originale:
Lacci
distribuzione:
01 Distribution
durata:
100'
produzione:
IBC Movie, Rai Cinema
sceneggiatura:
Domenico Starnone, Francesco Piccolo, Daniele Luchetti
fotografia:
Ivan Casalgrandi
scenografie:
Andrea Castorina
montaggio:
Daniele Luchetti, Aël Dallier Vega
costumi:
Massimo Cantini Parrini