Ondacinema

recensione di Cristiano Ciliberti
4.0/10

Saranno stati sicuramente in pochi coloro i quali sono entrati in sala aspettandosi di trovare, in questo film, un tassello importante della storia del genere fantascientifico. Ma anche quanti, lecitamente, speravano in un avvincente prodotto ben confezionato che legittimasse il prezzo del biglietto, hanno visto tale speranza infrangersi sotto i colpi di una storia scialba ma soprattutto già vista.

Le vicende si svolgono in una stazione spaziale internazionale nella quale, un manipolo multietnico di astronauti aspetta con trepidazione di recuperare una sonda in arrivo da Marte contenente degli importantissimi campioni di suolo marziano. Questa prima scena mette in mostra tutti i (pochi) pregi del film: l'imponente e complesso piano sequenza con il quale Daniel Espinosa, alla sua terza prova in un lungometraggio hollywoodiano, ci mostra l'equipaggio della stazione orbitante impegnato nel tentativo di agganciare la preziosissima sonda, mutua da "
Gravity" un encomiabile realismo della messinscena fatto di corpi fluttuanti, palpitazione crescente e macchina da presa che volteggia inanellando un virtuosismo dietro l'altro. L'imponenza della produzione messa in campo è tutta qui, sorretta di peso da maestranze tecniche evidentemente in grande spolvero.

Laddove finiscono i meriti di un impatto visivo ampiamente sopra la media, iniziano i problemi di un film la cui trama pesca a piene mani da un immaginario del genere fantascientifico ormai consolidato, ma al quale il regista svedese non aggiunge nulla. La navicella appena recuperata, infatti, porta all'interno della stazione orbitante un microrganismo alieno che il team di biologi a bordo incautamente alimenterà fino a renderlo la grande e pericolosa creatura che comincerà ad uccidere i protagonisti uno dopo l'altro. Siamo dalle parti di "
Alien", dunque, ma senza averne lontanamente la struttura narrativa che, nel capolavoro di Ridley Scott, supportava una costruzione della suspense da manuale.

Ecco che quindi il terreno sul quale la pellicola si è avventurata, comincia a franare sotto i suoi stessi piedi offrendo una copia sbiadita di quanto già visto in una tradizione trentennale di feroci mostri venuti dallo spazio profondo e di continui guasti tecnici della navicella di turno, propinatici senza ritegno, nonostante "Apollo 13" sia stato già metabolizzato e, qua e là, magari anche apprezzato.

Da lì in poi è una caduta di stile dietro l'altra, con didascaliche sequenze in cui la sceneggiatura di Rhett Reese e Paul Wernick mette in bocca ai personaggi persino inappropriate spiegazioni su quanto sta accadendo (uno spettatore del 2017 lo capisce da sé che il capitano della spedizione, che si rifiuta di rientrare nella stazione con l'alieno appiccicato addosso, si sta sacrificando per il bene dei suoi compagni). Anche i grossolani tentativi di dare un respiro etico al film sparano a salve riassumendo in una manciata di sciatte battute temi che meriterebbero ben altra e approfondita narrazione.

Il prevedibile e mal costruito colpo di scena finale è un colpo di coda che si trasforma nell'ennesimo debole artificio registico messo in gioco da una pellicola alla quale non basta il budget faraonico per farne anche solo un accattivante prodotto di intrattenimento.


27/03/2017

Cast e credits

cast:
Jake Gyllenhaal, Rebecca Ferguson, Ryan Reynolds, Hiroyuki Sanada, Olga Dihovichnaya, Ariyon Bakare, Alexandre Nguyen, Camiel Warren-Taylor


regia:
Daniel Espinosa


titolo originale:
Life


distribuzione:
Warner Bros.


durata:
103'


produzione:
Columbia Pictures, Skydance Media, Sony Pictures Entertaiment


sceneggiatura:
Rhett Reese, Paul Wernick


fotografia:
Seamus McGarvey


scenografie:
Nigel Phelps


montaggio:
Simon Burchell, Frances Parker


musiche:
Jon Ekstrand


Trama
Una squadra di scienziati, a bordo della stazione internazionale, si ritrova a fronteggiare una terribile minaccia venuta dallo spazio.
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