Ondacinema

recensione di Anna Maria Pelella
4.0/10
Angela Bridges è una giovane in carriera che si attarda in ufficio la sera di Natale. Quando sta per andare via si accorge di avere problemi con l'auto. Dopo un po' scopre di non poter più uscire dall'edificio, e che la guardia di sicurezza del parcheggio sotterraneo non ha proprio tutte le rotelle a posto.

Lo stalking è una piaga recente. Molte donne, e in alcuni casi anche uomini, sono oggetto di attenzioni non richieste, né incoraggiate, da parte di sconosciuti, o a volte persino di ex. Nel caso della protagonista di questo film, lo stalker è una guardia di sicurezza che ha spiato un assalto che la ragazza ha subito e respinto in ascensore, e che per questo decide di farle dono delle sue attenzioni.

A questo punto chiunque abbia visto anche uno solo dei recenti thriller a base di rapimenti e consimili, sa cosa aspettarsi dalla trama di questo film. E infatti non verrà deluso nessuno, guardoni compresi, che si divertiranno a spiare i fotogrammi del palpaggio in ascensore con colpevole piacere. La povera ingenua donna in carriera, che si inventa un fidanzato per spaventare il maniaco di turno, ci viene da subito ritratta come intraprendente ma sola, talmente sola da non avere neanche un fidanzato, appunto. Il guardone che si improvvisa giustiziere per conquistarla, invece, è il solito psicopatico di buone maniere, gentile ma implacabile, dalla logica confusa e con un distorto concetto di rapporto di coppia. La miscela che si vorrebbe esplosiva, in realtà è un tantino di riporto, e dall'effetto leggermente narcotico. I due si inseguiranno per tutta la notte nei meandri del parcheggio sotterraneo, e a tratti saranno interrotti da poliziotti che, notoriamente, si fermano alle apparenze gentili del pazzo di turno, e lasciano correre segnali che gente più avvezza di loro, tipo uno spettatore medio, non ci metterebbe neanche un minuto a cogliere.

La vittima è in un elegante vestitino gentilmente offerto dal maniaco, che per l'occasione si improvvisa stilista da sera, per giovani donzelle in pericolo. Il maniaco ha, in realtà, una tale faccia da fesso da lasciare straniti, lo stile di recitazione è improntato allo strabuzzare di occhi che, come tutti sanno, è caratteristica imprescindibile dei maniaci, sessuali o no, conta poco.
Lei corre su e giù ansimando, per meglio mostrare i seni, e lui fa finta di essere Jack Nicholson che insegue Wendy. I deliziosi siparietti in cui lui imita Elvis, richiamando alla memoria dello spettatore, per la verità, l'immagine di Bruce Campbell in "Bubba Ho-Tep", ci dicono che le nuove ossessioni americane non hanno mai soppiantato del tutto l'antica, totalizzante fissazione per il Re.
L'ambiente che si penserebbe claustrofobico, e si vorrebbe una proiezione delle angosce della sfortunata protagonista, ha lo stesso potenzaile ansiogeno del parcheggio di un supermercato dopo l'ora di chiusura.

La regia inesistente rende poco probabile il concetto di tensione, come anche il plot scritto come un compitino delle elementari. E pensare che è frutto della mente di Alexander Aja, già regista del sopravvalutato "Alta Tensione", nientemeno.
Tutto qua. Non parlerò del finale per non rendere inutile il prezzo del biglietto, ma a pensarci ci potete arrivare anche da soli.
13/07/2008

Cast e credits

cast:
Wes Bentley, Rachel Nichols, Simon Reynolds, Philip Akin, Paul Sun-Hyung Lee, Grace Lynn Kung


regia:
Franck Khalfoun


titolo originale:
P2


distribuzione:
Eagle Pictures


durata:
98'


produzione:
P2 Productions, Summit Entertainment


sceneggiatura:
Franck Khalfoun, Alexandre Aja, Grégory Levasseur


fotografia:
Maxime Alexandre


musiche:
tomandandy


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