Ondacinema

recensione di Eugenio Radin
7.0/10
Al suo esordio alla regia, l'attore della televisione cinese Song Haolin decide di puntare su una commedia divertente ma al contempo moraleggiante sul sistema educativo cinese e sul rapporto tra i professori, i ragazzi e i genitori di questi.
Mr. Zhu è un inetto insegnante di lingua cinese, calvo, grassottello e dallo sguardo stralunato, incapace di tenere i suoi alunni all'interno della disciplina e non particolarmente apprezzato dal resto del corpo docenti. Poco motivato dai programmi ministeriali di insegnamento, il giovane docente è sempre sull'orlo di una profonda depressione, intervallata da dei momenti di sproporzionata autostima, che la pellicola, accantonate le incertezze che si presupporrebbero appartenere a un'opera prima, riesce a rendere con un ottimo senso del comico, evidenziando di continuo l'inettitudine del protagonista.

Nei pochi mesi che gli rimangono prima del licenziamento, lo strabuzzato professore decide dunque di impiegare le sue energie per regalare ai propri studenti un senso nuovo di libertà, in opposizione alle strette norme disciplinari dell'istituto, aprendo loro gli orizzonti, lasciando che si esprimano nel modo che più gli è proprio e intervallando le lezioni con corse sui prati, partite di football e laboratori d'arte. Come un novello professor Keating, mosso però più dalla disperazione che dal coraggio e con maniere molto più impacciate e insicure, Zhu cerca di far sì che i propri ragazzi facciano emergere le loro passioni e ciò che realmente nella vita desiderano essere.
La spalla comica viene trovata dal protagonista in due ragazzini particolarmente ribelli: uno corpulento soprannominato "King Kong" e uno piccolo e magro soprannominato "cavalletta", i cui volti impassibili e imperturbabili sono una fonte di comicità keatoniana che il regista sa dosare con equilibrio. I due Giamburrasca e le loro peripezie condurranno il docente a guai sempre più seri e a continui rimproveri da parte della scuola e dei genitori, che ne metteranno in dubbio i metodi poco ortodossi e che contribuiranno al riemergere della sua depressione esistenziale.

Tuttavia il film a tutt'altro tono rispetto al succitato "L'attimo fuggente" di Weir, cui pure la vicenda inevitabilmente richiama: l'ilarità vince alla fine sempre sulla drammaticità e l'opera è accompagnata da una costante leggerezza che non si incupisce mai in toni gravosi e seri e che di tanto in tanto sa fare dell'ironia su alcuni aspetti della società: dal rapporto con dei genitori sordi alle motivazioni dei docenti e spesso anche dei figli, alla falsità del mondo televisivo. Ma nonostante ciò (e in questa capacità di gestire la comicità in rapporto a un contenuto etico sta la bravura del neofita Haolin), il messaggio di libertà e di emancipazione dagli stretti obblighi sociali, incapaci di lasciare esprimere il soggetto nella propria autonomia, arriva dritto dritto al cuore dello spettatore nel finale della pellicola, in cui Mr. Zhu raccoglie i frutti del suo incerto operare: nessuna medaglia o riconoscimento ufficiale, bensì la prova dell'affetto dei propri studenti, che mettono in atto improbabili piani d'azione per far tornare il loro insegnante; nessuna coppa della vittoria, ma la coscienza di aver reso quei ragazzi un po' più felici ed entusiasti di prima.
"Mr. Zhu's Summer" è lontano dall'essere un'opera indimenticabile, ma la capacità che in esso viene dimostrata di saper gestire con sapienza gli aspetti che ne costituiscono la struttura, fa ben sperare per il futuro di questo giovane regista, cui senz'altro non manca la capacità di far sorridere e divertire lo spettatore.
24/04/2017

Cast e credits

regia:
Song Haolin


durata:
90'


Trama
L'impacciato professor Zhu è un individuo inetto e insicuro, sempre sul limite di una crisi depressiva. Ma sfruttando gli ultimi mesi di insegnamento prima del licenziamento decide di cercare di donare ai suoi studenti un senso di libertà ormai perduto