Ondacinema

recensione di Stefano Guerini Rocco
1.0/10

Tina Fey e Amy Poehler sono quello che gli americani definiscono box office gold per la loro innata capacità di trasformare in un successo (commerciale, ma non solo) qualsiasi impresa.
Cresciute nel solco della tradizione, squisitamente anglosassone, degli stand up comedian, nei tardi anni 90 sono riuscite a entrare nella prestigiosa famiglia del Saturday Night Live, lo show che ha lanciato, tra gli altri, Bill Murray, John Belushi, Dan Aykroyd, Julia Louis-Dreyfus, Ben Stiller, Will Ferrell, Kristen Wiig, Maya Rudolph e molti ancora (la lista potrebbe comprendere, letteralmente, quasi ogni comico americano conosciuto). In diretta settimanale dagli studi newyorkesi della NBC Fey e Poheler hanno dato vita a duetti esilaranti, sketch iconici e imitazioni memorabili: basti citare quelle di Sarah Palin, allora governatrice dell'Alaska e candidata alla vicepresidenza USA con il repubblicano McCain, e di Hillary Clinton, eterna sconfitta nella corsa alla Casa Bianca (era infatti l'epoca dell'obamiano "Yes We Can").
Sull'onda del crescente successo hanno investito il loro strabordante talento nel florido mondo della serialità televisiva, scrivendo, producendo, dirigendo e interpretando, a vario titolo, serie di culto come "30 Rock" e "Parks and Recreation", a cui si sarebbero aggiunti in seguito anche "Unbreakable Kimmy Schmidt", "Wet Hot American Summer" e "Difficul People".
La consacrazione decisiva è arrivata infine con la conduzione, sempre rigorosamente in tandem, di tre edizioni consecutive dei Golden Globes, durante le quali le due comiche hanno saputo ridicolizzare tanto le facce al botulino dei celebri astanti quanto le minacce atomiche del dittatore nordcoreano Kim Jong Un.
Tina Fey e Amy Poehler sono, in definitiva, il nobile anello di congiunzione tra Joan Rivers e Amy Schumer, tra Lucille Ball e Mindy Kaling.

Non stupisce dunque che abbiano deciso di capitalizzare questo straordinario appeal anche al cinema. La loro prima impresa congiunta risale al 2008 con "Baby Mama", una commedia irriverente sulla maternità surrogata e l'eterno dilemma carriera/famiglia, senza contare l'instant cult "Mean Girls" (in cui Poheler però ricopriva un ruolo assai minore).

Oggi l'inossidabile duo ci riprova con "Le sorelle perfette", diretto dal Jason Moore di "Pitch Perfect" e scritto dalla storica autrice del SNL Paula Pell. Fey e Poehler interpretano Kate e Maura, due sorelle agli antipodi eppure unite da un legame profondissimo. Quando i genitori le costringono a liberare da ricordi e cianfrusaglie la cameretta della casa d'infanzia che stanno per vendere, Kate e Maura decidono che è l'occasione giusta per organizzare una grande festa con i vecchi amici del liceo. Inutile dirlo, la situazione sfuggirà presto di mano.

L'espediente della festa (spesso il prom) in cui si perde ogni inibizione e si infrange ogni tabù è diventato un tòpos di tutti i teen movie contemporanei, tanto che il filone del party gone bad potrebbe quasi costituire un sottogenere a sé. Ne "Le sorelle perfette", però, i protagonisti non sono adolescenti alle soglie della maturità, bensì quarantenni depressi e sfibrati, vittime di matrimoni infelici, mutui pressanti e routine famigliari a dir poco castranti. La situazione in sé sembrerebbe terreno fertile per un umorismo puntuto, sagace e amaro, ma nella sceneggiatura di Paula Pell non c'è cenno del cinismo malinconico di Jason Reitman, né della comicità nonsense di Judd Apatow. Al contrario, tutto è sguaiato, triviale, grossolano, privo di qualsiasi sagacia.

In una sorta di "Old School" al femminile, Fey e Poehler si ritrovano invischiate in una serie di tristi siparietti a base di droghe allucinogene, doppi sensi sessuali, gag scatologiche e imbarazzanti battute sui "cespugli" di cui dovrebbe occuparsi un aitante giardiniere. L'effetto è grottesco. Tanto che, alla lunga, si finisce per chiedersi se le protagoniste siano affette dalla Sindrome di Peter Pan o da demenza senile. Ma il peggio deve ancora venire, perché nonostante il tono di inconsistente leggerezza, "Le sorelle perfette" non si risparmia nemmeno un finale zuccherino con morale simil-edificante annessa. Atroce.

Tra una pomiciata in soffitta e una lotta nel fango, Fey e Poehler, qui anche produttrici, si sottopongono a qualsiasi nefandezza senza colpo ferire. Sembrano quasi divertirsi, ma vedere sprecato così il loro talento cangiante e corrosivo è un supplizio che non si augurerebbe nemmeno allo spettatore più sprovveduto. Il doppiaggio italiano, oltretutto, imbarbarisce ulteriormente le prove delle due attrici, togliendo qualsiasi motivo di interesse per vedere questa commedia sciatta, volgare, sgradevole.

Negli USA "Le sorelle perfette" è uscito in concomitanza con l'ultimo "Star Wars": pur senza far faville, nel suo piccolo è riuscito a tener testa al kolossal firmato J.J. Abrams. L'uscita estiva italiana, data la lampante mancanza di concorrenza, potrebbe regalare al film ulteriore visibilità. Immeritata.


03/08/2016

Cast e credits

cast:
Tina Fey, Dianne Wiest, Bobby Moynihan, Rachel Dratch, John Leguizamo, Ike Barinholtz, John Cena, Maya Rudolph, Amy Poehler, James Brolin


regia:
Jason Moore


titolo originale:
Sisters


distribuzione:
Universal Pictures


durata:
118'


produzione:
Little Stranger


sceneggiatura:
Paula Pell


fotografia:
Barry Peterson


montaggio:
Lee Haxall


Trama

Kate e Maura sono due sorelle agli antipodi eppure unite da un legame profondissimo. Quando i genitori le costringono a liberare da ricordi e cianfrusaglie la cameretta della casa d’infanzia che stanno per vendere, Kate e Maura decidono che è l’occasione giusta per organizzare una grande festa con i vecchi amici del liceo. La situazione sfuggirà presto di mano.

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