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recensione di Matteo De Simei
3.0/10

Il protagonista assoluto del 18° Torino Film Festival era stato un ragazzo di soli venticinque anni proveniente dall'Arkansas. Con l'esordio "George Washington" (2000), David Gordon Green entusiasmò la critica per la maturità attraverso la quale era riuscito a trasmettere lo stato d'animo di un gruppo di adolescenti di colore della provincia americana, ispirandosi non poco a quello spirito di amicizia, di avventura e di ricerca dei valori evocato in "Stand By Me" (Reiner) così come a una prospettiva naturalistica che riconduce al cinema di Malick (mentore personale per sua stessa ammissione). Oggi quella che si celebrava come una promessa del nuovo cinema indipendente americano si sta ridimensionando in un mediocre autore dotato di eccentrica poliedricità (i suoi generi spaziano dai drammi dell'esordio, al thriller passando per la commedia) e ipnotizzato dal mondo della film commission. La strada intrapresa da Green negli ultimi anni sembra essere virata verso il genere demenziale, con un target rivolto alle (tristi) ultime generazioni di adolescenti ("Strafumati", 2008). E la ricetta di "The Sitter" non richiede altri ingredienti se non quelli già messi in mostra negli ultimi film: una commedia rozza che trova il suo fulcro nel controverso e nell'irriverente, in puro stile sesso, droga e tanti guai, affidata alla recitazione del bamboccione di turno, con Seth Rogen che lascia spazio a Jonah Hill.

Noah, mammone svogliato e viziato, è costretto a improvvisarsi babysitter per una sera. Ma il trio di ragazzini che ha in affidamento è affetto da turbe derivanti dalla nostra marcia società: il delinquente con la mania dell'esplosivo, la reginetta dello star system , il depresso imbottito di psicofarmaci. L'assunto di base è già di per sé scontato e rivisitato ma possiamo accettare il fatto che il genere comico-demenziale utilizzi il jolly della reiteratività a patto che l'autore possieda un'idea di partenza originale e per nulla scontata. Il problema è che Green non reagisce minimamente a questo stimolo, le idee non arrivano, e presto scopriamo amaramente come il film sia solo un'accozzaglia di scene al limite della volgarità e del ridicolo. Solo per fare un esempio, non c'è storia con chi, pur utilizzando un genere diverso e un'ironia più tagliente, ha puntato i riflettori sull'assurda (e reale) associazione tra bambino e benzodiazepine come ci è riuscito Solondz in "Perdona e dimentica". Quello messo in scena da green è solo un furbo espediente che non porta da nessuna parte. Pietoso e micidiale poi l'happy ending con la redenzione dei piccoli protagonisti. L'illusione che con David Gordon Green il cinema indipendente americano avesse dato fumata bianca è presto scemata, in realtà di tutto possiamo parlare oggi tranne che di libertà, indipendenza e autorialità, in questo come negli ultimi lavori diretti dal regista. Lo aspettiamo (non con molta ansia) al suo esordio anche nel filone horror (a proposito di poliedricità) con il remake di "Suspiria". E chissà cosa penserà il povero Malick di fronte a tutto ciò...

"The Sitter" (il titolo italiano del film è così ignobile che il sottoscritto si rifiuta di trascriverlo), è altresì la conferma di un attacco selvaggio da parte della distribuzione italiana verso un'elementare tecnica di marketing che raggira lo spettatore, soprattutto perché, oltre ad essere imbarazzante nella sua oscenità, il titolo non ha alcun significato con lo sviluppo del film. Potremmo parlare, tutt'al più, di "spaventacinema".


10/07/2012

Cast e credits

cast:
Jonah Hill, Sam Rockwell, Ari Graynor, Max Records, Kevin Hernandez, Landry Bender


regia:
David Gordon Green


titolo originale:
The Sitter


distribuzione:
Twentieth Century Fox


durata:
87'


produzione:
Michael De Luca Productions, Twentieth Century Fox


sceneggiatura:
Brian Gatewood, Alessandro Tanaka


fotografia:
Tim Orr


montaggio:
Craig Alpert


costumi:
Leah Katznelson


musiche:
Jeff McIlwain, David Wingo


Trama
Noah Jaybird, mammome svogliato e irresponsabile, si ritrova baby sitter per una sera. Dovrà cercare di contenere l'esuberanza dei tre bambini che ha in affidamento, Slater, Rodrigo e Blithe. Ma il primo a commettere passi falsi sarà proprio lui, desideroso di raggiungere la bella e disinibita Marisa...
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