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La famiglia Addams torna sugli schermi in versione serie-tv nell'adattamento diretto da Tim Burton e prodotto da Netflix, diventando subito un "instant cult"

Con 752.5 milioni di ore di riproduzione al 27 dicembre dello scorso anno, "Wednesday" è entrata con prepotenza nella Top 3 delle serie di Netflix più guardate di sempre. Contando che le altre due serie sul podio, "Monster: The Jeffrey Dahmer Story" e "Stranger Things 4", vantano diversi mesi di uscita di vantaggio, è facilmente pronosticabile che tra un po' di tempo la corrucciata Mercoledì la sfangherà definitivamente sulle contendenti.
Jenna Ortega, la giovane protagonista di origini ispano-americane (classe 2002 di padre messicano e mamma portoricana), è praticamente ovunque. Copertine di riviste glamorous, red carpet, meme e video di TikTok: non c'è un social o un media di altra sorta che sia sfuggito a quella che in poco di un mese è diventata una vera e propria febbre per Mercoledì Addams. Non c'è adolescente che non abbia scoperto, ballato e tiktokato "Goo Goo Muck" dei Cramps ricalcando il balletto convulso della Ortega, così come non c'è adulto che non si sia divertito vedendo rivivere sullo schermo di casa alcuni iconici personaggi della propria gioventù.
Contando anche sul talento visivo di Tim Burton, tra i produttori esecutivi dell'operazione nonché regista guest star dei primi 4 episodi, i creatori e showrunner Alfred Gough e Miles Millar sono riusciti a mettere in piedi quello che si suole chiamare instant cult. Una serie capace di incantare e divertire tutta la famiglia.

Le apparizioni dei vari membri della famiglia Addams, i cui volti sono stati affidati a stelle di Hollywood o televisive di prima grandezza quali Catherine Zeta-Jones (Morticia), Luis Guzman (Gomez), Fred Armisen (un irresistibile Uncle Fester) e, ovviamente, Mano (nella versione originale Thing) sono certamente la calamita nostalgica utilizzata dalla serie per attrarre gli spettatori più agée, così come le rivisitazioni al violoncello da parte di Wednesday di classici rock degli Stones o dei Fleetwood Mac, dalle quali poi l'anima gemella musicale di Burton, Danny Elfman, fa partire i suoi consueti e gustosi svolazzi orchestrali dal sapore gotico. Entrambi gli elementi funzionano però dannatamente bene, hanno spessore e sono ben incastonati nella narrazione, non sono dunque semplici specchietti per le allodole.
La serie ha però vinto anche la sua scommessa presso il pubblico giovane, senza il quale appare chiaro che, perlomeno su una piattaforma come Netflix, frantumare i record di cui sopra sarebbe stato assolutamente impossibile. È lavorando su questo aspetto che gli sceneggiatori hanno costruito gli elementi caratterizzanti di "Wednesday", che mutua dunque le pose imbronciate, i capi di abbigliamento in bianco e nero e il trucco e il parrucco dalle serie degli anni 60 e dai rifacimenti per il grande schermo degli anni 90, ma che trova il suo appeal sulle nuove generazioni guardando a punti di riferimento molto più recenti.
All'inizio della serie incontriamo infatti l'adolescente Wednesday sul punto di incominciare la sua avventura scolastica, dopo aver fallito quella in una scuola per ragazzi normali, presso l'istituto Nevermore. Qui gli outcast, persone con poteri paranormali (una nutrita schiera di lupi mannari, mutaforma, sirene, gorgoni e chi più ne ha più ne metta), hanno un'uniforme simile a quella degli studenti di Hogwarts e si dividono in gruppi in conflitto come nei vari "Twilight" o nel più recente "The Bastard Son And The Devil Himself".

L'elemento di novità della serie, nonché il suo catalizzatore per adolescenti, risulta però anche il grande limite dell'operazione. I riferimenti di cui sopra, ai quali va aggiunto "The Chilling Adventures Of Sabrina" (remake della celebre sitcom "Sabrina, The Teenage Witch" con molti punti in comune con la "Mercoledì" di Netflix), vengono rispolverati troppo da vicino, come se gli showrunner di "Wednesday" non fossero riusciti a creare tratti o spunti capaci di far apparire la serie nuova, fresca, davvero originale.
È in particolare proprio l'operazione effettuata dalla stessa Netflix con "The Chilling Adventures Of Sabrina" l'oggetto più saccheggiato: le due magiche protagoniste delle serie (Mercoledì ha qui poteri da veggente) esperiscono infatti un reboot molto simile. Entrambe vengono sottratte agli scenari di partenza - i film di Barry Sonnenfeld e la serie del 1964 nel caso di Mercoledì e la sitcom con Melissa Johan Hart in quello di Sabrina - e innestate in un contesto fedele ai canoni e alle dinamiche del teen drama moderno.
La scelta più interessante effettuata dagli showrunner di "Wednesday" è infatti quella di inserire nel plot una sottotrama gialla, con Wednesday intenta a risolvere i misteri che agitano la scolaresca della Nevermore, nonché scriverne come una novella e arcigna Mary Shelley. L'ulteriore caratterizzazione di Mercoledì che ne consegue è difatti interessante, la Nostra ne viene fuori determinata, stoica e deliziosamente impertinente, specie quando si mette in testa di ottenere il successo come scrittrice tanto giovane da poter battere la competizione proprio con la Shelley, rea di aver pubblicato una prima versione di "Frankenstein" appena diciannovenne.
Di contro, la sceneggiatura lascia un po' a desiderare quando viene al giallo in sé per sé: gli intrighi non sono dei più avvincenti, né tantomeno sono complessi nella costruzione, con il risultato che intuire chi sia il "colpevole" diviene possibile sin dalle sue primissime apparizioni. Non proprio un fatto di poco conto, data la durata non proprio snella della serie di otto episodi di circa un'ora.

Va invece sottolineato che alcuni dei nuovi personaggi riescono a non sfigurare di fronte a quelli pre-esistenti, che, Mercoledì e Mano a parte, vengono utilizzati giustamente con il contagocce. È il caso di Enid (Emma Meyers), la lupa mannara che divide la stanza con Wednesday facendo con i suoi vestiti dai colori sfavillanti da contraltare al total black della protagonista, ma anche quello di Bianca, pericolosa sirena dalla situazione familiare tormentata (Joy Sunday), o di Ajax (Georgie Farmer), il gorgone che per ovvi motivi se ne va in giro inturbantato come un rastafariano.
Nel settore adulti è invece molto riuscita la figura della preside della Nevermore Larissa Weems, affidata alla brava Gwendoline Christie che, dismessi i celebri panni di Brienne di Tarth ("Game Of Thrones"), ne ha trovati presto di nuovi, estremamente diversi ma ugualmente iconici; gustoso anche il cameo della Mercoledì anni 90 Christina Ricci in un ruolo, anche in questo caso, nuovo di zecca.

Suddetti personaggi sono peraltro assolutamente in linea con lo spirito alla base delle leggendarie strisce create da Charles Addams, attraverso le quali, a partire dal lontano 1938, l'autore ha giocato con un'idea di bellezza sui generis, macabra e agli antipodi di quella canonica. Con i suoi ascolti mostruosi, "Wednesday" è peraltro soltanto l'ultimo prodotto di successo derivato dalle celebri strisce apparse sul New York Times, dalle quali sono stati tratti i film e la serie di cui sopra, ma anche niente meno che il flipper più venduto della storia.
Il rapporto solo in superfice conflittuale tra Mercoledì e la sua colorita compagna di stanza, dà vita anche una delle trovate più interessanti in termini di scenografia. Sin dall'imponente vetrata di ispirazione gotica, la loro stanza è divisa esattamente in due parti, quella di Enid risplende di mille colori ed è inondata di luce, mentre quella di Mercoledì è lugubre e immersa nell'ombra.

A conti fatti, considerate anche le forze chiamate in gioco, pur rimanendo una visione estremamente godibile, "Wedneday" appare come un'occasione almeno in parte mancata. Il grande impatto visivo della scenografia di chiaro imprinting burtoniano, l'utilizzo centellinato ma efficace dell'apparato iconografico delle precedenti incarnazioni degli Addams e i nuovi personaggi non riescono sempre a risollevare le sorti di una storia e di dinamiche che risultano spesso già viste.
Si tratta tuttavia soltanto della prima stagione di un franchise che, dati gli enormi numeri registrati, potrebbe durare molto a lungo. Un buon lavoro degli showrunner sugli elementi positivi potrebbe far decollare anche qualitativamente una serie che ha dalla sua un fandom ampio e in costante crescita.

Mercoledì
Informazioni

titolo:
Mercoledì

titolo originale:
Wednesday

canale originale:
Netflix

canale italiano:
Netflix

creatore:
Alfred Gough, Miles Millar

produttori esecutivi:
Alfred Gough, Miles Millar, Tim Burton, Gail Berman

cast:

Jenna Ortega, Catherine Zeta-Jones, Luis Guzmán, Fred Armisen, Christina Ricci, Victor Dorobantu, Isaac Ordonez, Riki Lindhome, Jamie McShane, Emma Myers, Hunter Doohan, Percy Hynes White, Gwendoline Christie, George Burcea

anni:
2022