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Oscar 2015: un'edizione sottotono?

Riepilogo della notte degli Oscar che ha visto trionfare "Birdman" di Iñárritu in un'edizione non particolarmente memorabile

Più gli anni passano, più la maratona notturna per la Cerimonia degli Oscar è ormai una tradizione tanto irrinunciabile quanto superflua: i vincitori sono infatti talmente scontati che viene da chiedersi come mai gli altri nominati delle varie categorie si presentino comunque al Dolby Theatre se non per sfoggiare abiti d'haute couture (quest'anno, va detto, bruttini) e approfittare del buffet.

Quest'anno l'Academy si è discostata in numerose occasioni dalle scelte della HFPA, che lo scorso 11 gennaio aveva assegnato i Golden Globes delle categorie più importanti a "Boyhood" (miglior film drammatico e miglior regia); anche i vincitori per il miglior film straniero ("Leviathan", del russo Andrej Petrovič Zvjagincev) e per il miglior film di animazione ("Dragon Trainer 2", di casa Dreamworks) e il compositore islandese Jóhann Jóhannsson (che ha firmato le musiche de "La teoria del tutto") hanno visto sfumare l'occasione di un'autorevole doppietta.
Nonostante la divergenza di opinioni tra le due organizzazioni, in ogni caso, nessun nome pronunciato sul palco del Dolby Theatre ha fatto gridare al miracolo (come in effetti era stato largamente anticipato dai premi dalle Guild di settore), e durante le quasi quattro ore di premiazione tutto va come deve andare, a partire dalle attrici e dagli attori premiati: i migliori non protagonisti sono Patricia Arquette (che con il suo discorso di ringraziamento si improvvisa paladina delle quote rosa americane) per "Boyhood" e J.K. Simmons per "Whiplash", mentre Eddie Redmayne e Julianne Moore si portano rispettivamente a casa le statuette per miglior attore e attrice, il primo per il suo Stephen Hawking ne "La teoria del tutto", la seconda per l'insegnante colpita da Alzheimer di "Still Alice"; i più maligni potrebbero quindi affermare che, ancora una volta, sull'Hollywood Boulevard la malattia "paga".

L'Italia, esclusa dalla corsa al miglior film straniero (andato al polacco "Ida" di Pawel Pawlikowski), non è però rimasta a mani vuote: Milena Canonero si è infatti aggiudicata la statuetta per i migliori costumi per "Grand Budapest Hotel", che ha vinto anche per il miglior trucco, la migliore scenografia e la migliore colonna sonora, firmata dal francese Alexandre Desplat che ha soffiato il riconoscimento, tra gli altri, agli organi interstellari da brividi di Hans Zimmer.

La colorata pellicola di Wes Anderson, tra le favorite della serata, si è però dovuta accontentare dei soli Oscar tecnici, capitolando al cospetto di Alejandro González Iñárritu, che con il suo "Birdman" si è portato a casa quattro premi tra cui i più importanti e attesi della serata: miglior regia e miglior film. Se fossimo ancora a cavallo tra gli anni Novanta e gli anni Duemila, la pellicola del regista messicano sarebbe stato il classico asso pigliatutto da otto o nove statuette, comprese quelle dedicate agli attori, ma i tempi sono cambiati e a Michael Keaton non è bastato quello che si potrebbe tranquillamente definire il "ruolo della vita" per trionfare nella sua categoria.

Cala quindi il sipario sull'edizione numero 87 della notte dedicata alla settima arte più importante del mondo, che non verrà di certo ricordata tra quelle più coinvolgenti: pochi i momenti di alto livello (uno fra tutti, l'eccezionale omaggio di Lady Gaga a Julie Andrews), "colpa" anche, forse, di un Neil Patrick Harris emozionato e sottotono, che non ha messo in atto la conduzione scoppiettante che molti si aspettavano, se si esclude il bel numero musicale di apertura e l'azzeccata parodia di "Birdman", che lo ha visto restare in mutande davanti alla Hollywood che conta. I bassi ascolti e qualche critica al vetriolo hanno fatto gridare a gran voce il ritorno di Ellen DeGeneres che l'anno scorso, grazie ad alcune trovate come il celebre selfie, era riuscita a ravvivare la piatta scaletta delle premiazioni.



Elenco completo dei vincitori:

Miglior film - Birdman
Miglior regia - Alejandro González Iñárritu per Birdman
Miglior attore protagonista - Eddie Redmayne per La teoria del tutto
Miglior attrice protagonista - Julianne Moore per Still Alice
Miglior attore non protagonista - J. K. Simmons per Whiplash
Miglior attrice non protagonista - Patricia Arquette per Boyhood
Migliore sceneggiatura originale - Alejandro González Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris e Armando Bo per Birdman
Migliore sceneggiatura non originale - Graham Moore per The Imitation Game
Miglior film straniero - Ida (Polonia)
Miglior film d'animazione - Big Hero 6
Migliore fotografia - Emmanuel Lubezki per Birdman
Migliore scenografia - Adam Stockhausen per Grand Budapest Hotel
Miglior montaggio - Tom Cross per Whiplash
Migliore colonna sonora - Alexande Desplat per Grand Budapest Hotel
Migliore Canzone - "Glory", di John Stephens e Lonnie Lynn per Selma - La strada per la libertà
Migliori effetti speciali - Paul Franklin, Andrew Lockley, Ian Hunter e Scott Fisher per Interstellar
Miglior sonoro - Craig Mann, Ben Wilkins e Thomas Curley per Whiplash
Miglior montaggio sonoro - Alan Robert Murray e Bub Asman per American Sniper
Migliori costumi - Milena Canonero per Grand Budapest Hotel
Miglior trucco o acconciatura - Frances Hannon e Mark Coulier per Grand Budapest Hotel
Miglior documentario - Citizenfour
Miglior cortometraggio documentario - Crisis Hotline: Veterans Press 1
Miglior cortometraggio - The Phone Call
Miglior cortometraggio di animazione - Feast




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