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recensione di Giancarlo Usai
7.5/10

Come in ogni periodo natalizio, quando andiamo al cinema ci piacerebbe ridere. Arriviamo al termine dell'anno solare con tante di quelle preoccupazioni, paure, delusioni che, possibilmente, in famiglia, in coppia, da soli, nel buio della sala cinematografica cerchiamo di risollevarci con le avventure di qualcuno che ci distragga dalle fatiche quotidiane.

Ecco perché abbiamo fatto la fortuna di decine di commedie italiane arrivate in questo periodo, lungo l'arco di decenni, sul grande schermo. Ma, quasi sempre, ci siamo sbagliati. Abbiamo sempre scelto il titolo più comodo, quello della tradizione, quello che è proiettato nel multisala vicino casa nostra. Ci siamo sempre fatti trascinare un po' dall'abitudine, un po' dalla pigrizia. Quasi sempre, a Natale, il tempo consacra invece un film uscito di soppiatto, distribuito in modo molto discutibile, ma cresciuto a scoppio ritardato grazie al passaparola e ai propri meriti.

Diciamolo con chiarezza: "Emotivi anonimi" di Jean-Pierre Améris è il film delle vacanze di Natale del 2011. Commedia raffinata e nostalgica, la pellicola che arriva dalla Francia di francese ha solo la provenienza, la lingua e l'ambientazione. Ma il modus operandi dell'autore, in vero pressoché sconosciuto in Italia, è tutto fuorché transalpino. Il suo stile, il tono che dà al film, sono palesemente orientati verso quella commedia hollywoodiana di un tempo straordinario che è stato e che, purtroppo, non tornerà più. Il tono fiabesco, gli intermezzi musicali, il sottile equilibrio tra il comico e il tenero che si crea tra i due (straordinari) protagonisti fa venire alla mente più di chiunque altro l'Ernst Lubitsch degli anni 40 e i suoi indimenticati personaggi di "Scrivimi fermo posta" o "Vogliamo vivere".

Per chi, come chi scrive, si troverà ad essersi trovato spesso, nella vita, a soffrire di timidezza ed emotività cronica, la visione del film di Améris avrà una funzione terapeutica. Il protagonista, che lo stesso regista non ha fatto mistero di aver immaginato proprio sul modello delle proprie debolezze, ha una fabbrica di cioccolato in una Parigi da favola in cui va a lavorare una giovane talentuosa cioccolataia. I due hanno tutto in comune, compresa la loro insopprimibile paura del mondo. "Purché non ci succeda niente", è il motto delle loro esistenze. L'incontro tra i due sarà ovviamente occasione di esplosione sentimentale, ma anche di situazioni comiche tra le più esilaranti viste nelle ultime commedie dell'anno.

Sì, perché il merito vero della sceneggiatura di "Emotivi anonimi" non si ferma all'aver fotografato con grande realismo e intuito un tipo di carattere così diffuso e così difficile da tratteggiare al cinema. Si estende invece, da un punto di vista strettamente cinematografico, all'averci regalato una serie di "situazioni comiche" come non se ne vedevano da tempo. Congegnato come un meccanismo perfezionista, che mira a incastrare al meglio il procedere equilibrato dell'innamoramento con l'improvviso momento comico, il film scivola via con grande piacere per tutti i brevi ottanta minuti. Alla fine, il messaggio ottimista che resta, per una volta, risulta non consolatorio o fuori posto. E il finale a metà tra il sognante e il gioioso non tradisce neanche lo spettatore più severo o esigente: ogni momento di felicità costa fatica per chiunque.


26/12/2011

Cast e credits

cast:
Isabelle Carré, Benoît Poelvoorde, Lorella Cravotta, Lise Lametrie, Swann Arlaud


regia:
Jean-Pierre Améris


titolo originale:
Les émotifs anonymes


distribuzione:
Lucky Red


durata:
80'


produzione:
Pan Européenne Production, Studio Canal, France 3 Cinéma


sceneggiatura:
Jean-Pierre Améris, Philippe Blasband


fotografia:
Gérard Simon


montaggio:
Philippe Bourgueil


musiche:
Pierre Adenot


Trama
Jean-René, direttore di una fabbrica di cioccolato e Angélique, cioccolataia di gran talento, sono due persone molto timide. E' la loro passione per il cioccolato che li accomuna. Si innamorano l'uno dell'altra senza avere il coraggio di confessarlo. La loro timidezza tende a tenerli lontani. Ma supererà la loro mancanza di fiducia in se stessi, il rischio di rivelare i propri sentimenti.
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