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recensione di Linda Capecci
7.0/10

"Cow" è la prima opera documentaria di Andrea Arnold, presentata nella sezione Prémière dell'edizione 2021 del Festival di Cannes. Il film della regista britannica sceglie di seguire, camera a mano, la vita quotidiana di Luma, mucca da latte di una fattoria del Kent. La routine dell'allevamento viene raccontata con metodicità: lo sguardo della regista porta lo spettatore alla stessa altezza degli animali, indaga i loro corpi, i loro occhi liquidi, ma non pretende di appropriarsi del loro punto di vista. Arnold rifugge infatti qualsiasi soggettiva, la sua regia è anzi curiosa, volutamente invadente. Una invadenza sottolineata dal sonoro urto degli animali contro i microfoni o la stessa camera da presa. Lo sguardo in macchina di Luma, su cui la regista indugia a lungo, muovendosi sul doppio binario della distanza e dell'empatia, pone, senza morali o pietismi, lo spettatore nella posizione di semplice osservatore.

L'estetica corporea della Arnold ci immerge tra gli animali, sentiamo il loro respiro, vediamo le loro lingue umide, la saliva, lo sporco. Ci sembra quasi di percepire gli odori. Ma questo naturalismo non ci restituisce una reale immedesimazione. Siamo vicini, sentiamo le code urtare i dispositivi di ripresa, la regia costruisce un rapporto di estrema vicinanza ed empatia con l'animale, che però finisce intenzionalmente per evocare un senso di distanza e attribuisce ancor più peso e consistenza al supporto cinematografico, che estraneo e artificiale, si fa occhio indagatore e a suo modo sfruttatore dell'animale protagonista.

"Cow" non racconta la vita di una mucca, ma ci fa immergere nella sfera quotidiana, fatta di automatismi e costrizioni, di una delle bestie più sfruttate dall'uomo. Attraverso la fotografia di Magda Kowalczyk il documentario di Arnold ci regala delle immagini ben distanti dalle patinate pubblicità dei formaggi o dei dolci industriali a cui siamo abituati; in cui allegre frisone lilla con la campana al collo vengono accarezzate da omini in costume tirolese. La regista ci pone ad altezza bestiame e da qui assistiamo prima al parto di Luma, poi a decornazioni cauterizzate e semplici controlli veterinari. Siamo confinati in recinzioni sovrappopolate, e in sottofondo stride onnipresente un'ossessiva musica pop, come fossimo in un centro commerciale. Constatiamo che i vitellini una volta partoriti vengono allontanati dalla madre per essere affidati alle tettarelle artificiali, e man mano spostati nei diversi settori della catena di produzione a seconda delle esigenze.

Le modalità attraverso le quali l'essere umano appare nel film sono funzionali a una fedele ricostruzione delle dinamiche vigenti nell'allevamento: gli operatori attenti, con cura, gentilezza, e secondo precise norme igienico sanitarie, esercitano le loro azioni di controllo, il loro lavoro. Corpi di uomini e donne sono sfuggenti e quasi sempre vivisezionati dall'inquadratura: un braccio, una gamba, una schiena, e spesso, di sottofondo, le voci affettuose degli operatori, quasi a voler antropomorfizzare le mucche: "good girl", "Come on girls".

Dal punto di vista estetico gli umani sono relegati al ruolo di intruso: in un solo caso, nella sequenza più violenta del film, l'obbiettivo della Arnold prende le distanze, e abbraccia un emblematico campo lungo, per catturare a figura intera sia l'uomo che la mucca, posti l'una di fronte all'altro. E paradossalmente, è proprio attraverso la dicotomia uomo-natura che la Arnold riesce a costruire una narrazione scevra da moralismi e sensazionalismi.
Il verde della campagna, gli animali che pascolano, e un aeroplano che si staglia nel cielo. Il vitellino che gioca e i macchinari per la mungitura stretti attorno ai capezzoli della mucca. Ma l'invenzione ossimorica della Arnold emerge del tutto nel momento della massima provocazione estetica: quando per chiudere la sequenza dell'accoppiamento, sceglie di montare degli scintillanti fuochi d'artificio. 

"Cow" non espone una morale, propone un punto di vista. La prospettiva empatica eppure distante della Arnold non ci dice da che parte stare, ma ci rende senza dubbio spettatori coscienti.


01/05/2022

Cast e credits

cast:
Luma


regia:
Andrea Arnold


titolo originale:
Cow


distribuzione:
MUBI


durata:
94'


produzione:
Kat Mansoor


sceneggiatura:
Andrea Arnold


fotografia:
Magda Kowalczyk


montaggio:
Rebecca Lloyd , Jacob Schulsinger, Nicolas Chaudeurge


Trama
L'opera documentaria di Andrea Arnold segue la vita quotidiana di Luma, mucca da latte di una fattoria del Kent. La routine dell'allevamento viene raccontata con metodicità: lo sguardo della regista porta lo spettatore allo stesso livello degli animali, indaga i loro corpi, i loro occhi liquidi, ma non pretende di appropriarsi del loro punto di vista
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