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recensione di Giancarlo Usai
6.5/10

Un oggetto di difficile definizione, quest'ultima fatica firmata da Werner Herzog. Ormai vero vagabondo della Settima arte, capace di girare per i continenti adattando se stesso e il suo modo di fare cinema ai soggetti che più lo interessano, il cineasta tedesco arriva a confondere le tecniche stesse di messa in scena. Finzione e documentario, per Herzog, sono da sempre due facce della medesima medaglia. Lo ha detto più volte lui stesso: impossibile immaginare un suo percorso artistico rinunciando a una delle due forme espressive. Nella sua prodigiosa abilità di alternare l'una e l'altra, Herzog è giunto a confondere decisamente i piani, non sappiamo quanto consapevolmente. E così, in "Family Romance, Llc", utilizzando uno smartphone per le riprese, l'autore vaga per Tokyo inseguendo il suo protagonista, Yuichi Ishii. Qui va fatta una precisazione che è dirimente per l'analisi del film: Ishii non è un attore professionista, ma è un attore nella realtà, fondamentalmente. Egli ha creato una società, realmente esistente, che fornisce un supporto a chiunque lo richieda. Il supporto è molto particolare: ciò che Ishii e i suoi soci fanno è sostituirsi a dei parenti, amici, colleghi mancanti, andando a colmare una lacuna che il "cliente" ritiene di colmare rivolgendosi a dei professionisti.

Insomma, un lavoro per cui recitare diventa la cifra di un'esistenza intera. Che si tratti di impersonare il padre di un'adolescente oppure colui che accompagna la giovane sposa all'altare nel giorno del suo matrimonio, un dipendente di una ditta di trasporti da incolpare per un piccolo incidente ferroviario, un fotografo che immortali per le strade della metropoli un'aspirante influencer. Addirittura il morto da mettere in una bara per celebrare un funerale vero e proprio. Questo fa nella vita Ishii e questo riprende dal vero Herzog. Quanto c'è di reale nel filmato? E quanto l'autore ha corretto in sede di sceneggiatura? Non è dato saperlo. La quota di documentario e quella di fiction sono indefinibili e sovrapponibili. Forse proprio per questo Herzog è volato in Estremo Oriente, per catturare una storia che potesse permettergli una sperimentazione di linguaggio ulteriore.

Ma "Family Romance, Llc" ha una sua struttura ben delineata. Se molti dei ruoli impersonati dal protagonista e messi in scena nel montaggio finale sono vicende tendenzialmente prive di pathos drammaturgico, capaci più che altro di suscitare stupore, curiosità se non addirittura ilarità, la vicenda del padre impacciato di una ragazzina triste e sola ha chiaramente un peso specifico preminente, arrivando quasi a trasformare l'opera in un melodramma familiare. Come sempre, le opere di Herzog hanno una moltitudine di piani narrativi e tematici. Ciò diventa la forza del film anche nei casi, come questo, in cui la sovrapposizione di più temi e spunti ideali rischia la confusione. Herzog fa un discorso teorico, certo, ma non rinuncia anche a un'osservazione, l'ennesima, dell'essere umano all'interno di un preciso contesto contemporaneo. Succede, dunque, che il comune denominatore di tutte le esperienze vissute dal protagonista sia la perdita di confidenza con il sentimento. Ognuno dei soggetti-clienti che si rivolge a Ishii, infatti, potrebbe semplicemente vivere, lasciando che un amico, un collega, un nuovo legame si affacci all'orizzonte. E invece no, tutti preferiscono ricorrere al pagamento di un professionista della finzione: una scorciatoia, che elimina tutte le fasi dell'avvicinamento reciproco. In questo modo le relazioni rimangono, ma sono ridotte a mera formalità, senza alcun bisogno di coinvolgimento emotivo. Il Giappone che va a riprendere Herzog è un Paese ormai imprigionato nelle convenzioni: quelle consuetudini millenarie che prima suscitavano ammirazione negli altri popoli e orgoglio tra i giapponesi adesso sono soltanto apparenze svuotate di senso.

Herzog esalta il paradosso, attraverso le vicende del suo protagonista. Mentre attorno a Ishii tutti sono schiavi della forma imposta dalla società contemporanea, egli è l'unico a mantenere una sua consapevolezza di ciò. Il regista tedesco, allora, prendendo atto di tale assurda realtà sceglie il registro grottesco e dell'umorismo nero per dare un corpo unico al racconto. E nonostante una certa nettezza nella scelta dei toni e delle storie, va detto che se dobbiamo considerare "Family Romance, Llc" un episodio minore nella filmografia herzoghiana, è anche perché l'incedere degli incontri che caratterizzano l'attività del protagonista assume troppo la forma episodica di schizzi cinematografici poco amalgamati.
Solo nella linea narrativa principale, quella fra padre e figlia, Herzog mette da parte il gusto ludico per l'esperimento, che sia cinematografico o culturale, e si mette a girare un puro film di finzione sulle distanze provocate dall'incomunicabilità e sulla drammatica invadenza della solitudine nella civiltà iper-tecnologica del Nuovo Millennio. Anche in questo caso, la scelta di Tokyo non pare casuale. Simbolo di una società densamente urbanizzata, dove ogni movimento umano è regolato dalla disciplina della tecnologia e della robotica, la capitale nipponica rappresenta di per sé un corto circuito di spazio e di tempo che solletica la fantasia del maestro tedesco. In mezzo a questa moltitudine di persone è possibile, anzi probabile, sentirsi profondamente soli, incompresi, abbandonati, privi di un legame affettivo che dia senso alle giornate. È questo il controsenso che Herzog va a indagare con la sua videocamera portatile. Ed è questo sentimento desolante che finisce in un contrasto visivo con la bellezza che, pure, Tokyo stessa sprigiona e che non si limita certo alle inquadrature-cartolina dei ciliegi in fiore. Se dovessimo trovare una definizione sintetica di "Family Romance, Llc" diremmo che è un'opera più istruttiva che bella, più curiosa che riuscita. Un titolo che, forse, non lascerà un segno indelebile nella filmografia herzoghiana, ma che comunque costituisce un ulteriore tassello in quell'avventurosa ricerca del posto dell'uomo nel mondo che il cineasta bavarese porta avanti fieramente da oltre cinquant'anni.


27/07/2019

Cast e credits

cast:
Yuichi Ishii, Mahiro Tanimoto


regia:
Werner Herzog


distribuzione:
I Wonder Pictures


durata:
89'


produzione:
Skellig Rock


sceneggiatura:
Werner Herzog


fotografia:
Werner Herzog


scenografie:
Mira Brower


montaggio:
Sean Scannell


costumi:
Mami Mitsuhashi, Ruth Tzipora


musiche:
Ernst Reijseger


Trama
La finzione come business. Un uomo viene assoldato per incarnare il padre mai conosciuto di una ragazzina. E anche una serie di altri ruoli...
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