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recensione di Davide Spinelli
6.0/10

Forse in "Futura" riassume tutto Marco: "Pensa a un mondo senza soldi". L'idea che il denaro sia solo una storia più importante delle altre ha due facce, l'una destabilizzante, l'altra rincuorante. Il groviglio teoretico di "Futura" è qui, perché il prodotto dei giovani è per forza di cose bivalente: se è vero che nei sogni iniziano le responsabilità (dice Yates), ragazzi e ragazze ne hanno fame e timore.

Presentato a Cannes 2021, il docufilm collettivo di Alice Rohrwacher, Francesco Munzi e Pietro Marcello è un reportage tradizionale, cronachistico, che prova a scrollarsi di dosso l'onnipresente sottotesto didascalico e/o pedagogico quando si parla di giovani; li fa rispondere, non ne parla per interposta persona, dice e non indica. I close up dei tre registi sono un atto politico, che mutua classici del genere, "Comizi d'amore" di Pasolini su tutti.

"Futura" non ha la forma del ritratto, la risposta individuale è inserita in un circuito corale, che sceglie il primo piano come fase dell'affresco. Rohrwacher, Munzi e Marcello sono andati alla ricerca di chi sono i giovani oggi e dove sono. La dimensione diatopica dà dei riscontri sorprendenti: i sogni, la prospettiva futura, sono gli stessi da nord a sud. La coscienza giovanile è ancorata alla frase di Marco. Troppe volte il passaggio al mondo adulto è paragonato al disincanto favolistico; per qualcuno, la frase del ragazzo è rincuorante in questo senso: chi non sposa più l'ottica di Marco la considera una banalità rassicurante, che attesta la sua egemonia esistenziale, morale, sociale, culturale – "aspetta di crescere e vedrai le cose in modo diverso" dicono. Combattere nel senso opposto, resistere alla disillusione è il motore cupo e drammatico non a caso di "Peter Pan" (lasciamo stare la versione Disney).

"Futura" dà spazio alla dote rivoluzionaria della favola. "Pensa a un mondo senza soldi" non implica ingenuità, sprovvedutezza, semmai testimonia la posizione di analisi privilegiata dei giovani, ovvero alla giusta distanza dal meccanismo (i soldi ecc ecc). I ragazzi di "Futura", carichi dei lori sogni, appartengono a un universo parallelo solo dall'angolazione di chi li vuole interpretare, una società mercantile, onnivora. Se chiamassimo in causa Wittgenstein (addirittura) non avremmo dubbi a riconoscere nei soldi un gioco linguistico: una situazione immaginaria per evidenziare questo o quell'aspetto dell'uso (del linguaggio). La denuncia più urgente di "Futura" è collegata proprio a linguaggio e libertà.

Rohrwacher, Munzi e Marcello sono consapevoli della loro operazione pleonastica: dare voce a una generazione che apparentemente ha i mezzi per esprimersi come nessuna mai. Questi strumenti, però, veicolano una forza d'urto autoreferenziale;. l'elogio dell'azione è stato soffocato dalla condivisione istantanea dell'impulso. "Futura" indica il casus belli nelle vie del G8 di Genova. In quei giorni, la potenza ha rinchiuso l'atto, la regola dell'immaginazione, dell'ipotesi favolistica è diventata il principio narcotizzante dell'azione, che non è mai più stata parola. Insieme le voci di "Futura" ne denunciano il cortocircuito, la prospettiva ingannevole - anche perché "del G8 nessuno ce ne hai parlato".
Non sorprende che un altro tema chiave del docufilm sia "la fine del mondo". Pensiamo a "Favolacce", la favola di decostruzione dei fratelli D'Innocenzo che si chiude con un'esplosione, ovvero la fine del mondo che i due figli dei protagonisti sapevano immaginare. Una generazione che ha contezza della fine, che ne valuta le ipotesi – dice Munzi – è consapevole di un'esistenza subordinata, di una dilatazione temporale che in quasi tutte le direzioni va assottigliandosi. La frase di Marco è un appello disperato, mascherato, evocativo, alla pari del finale di "Futura".

Le suggestioni del documentario sono tante, molte abbozzate è vero. Ma il magma emotivo di ragazzi e ragazze è questo: migliaia di input, sparsi, confusi, continui, che spingono di lato, non verso. La canzone di Dalla ribadisce che il tema della fine del mondo è molto più di un'apprensione metaforica: "Chissà se potremmo ancora contare le onde del mare".


19/12/2021

Cast e credits

regia:
Pietro Marcello, Francesco Munzi, Alice Rohrwacher


titolo originale:
Futura


distribuzione:
Istituto Luce


durata:
97'


produzione:
Rai Cinema


sceneggiatura:
Alice Rohrwacher, Francesco Munzi, Pietro Marcello


fotografia:
Ilya Sapeha


montaggio:
Aline Hervé


Trama
"Futura" è una ricognizione dell'Italia attuale, che prova a raccogliere in giro per il Paese le testimonianze e le voci di adolescenti tra i 15 e i 20 anni, con lo scopo di raccontare i loro sogni e le loro paure per il futuro.