Ondacinema

recensione di Michele Corrado
7.5/10

Sam Esmail non è nuovo a confrontarsi con la fine del mondo, o perlomeno con quella della società. La scrittura e la produzione del celebre creatore di “Mr. Robot” sono da sempre aperte alla possibilità imminente di un crollo del sistema stabilito per mano di oscure eminenze grigie, annidate negli angoli più oscuri del deep web e pronte a sferrare un attacco che produca caos, distruzione e poi, va da sé, la costituzione di un nuovo ordine. Lo sceneggiatore e regista deve aver quindi visto nel romanzo dello scrittore di origini bangladesi Rumaan Alam, uscito circa tre anni fa ed edito in Italia da La nave di Teseo, la possibilità di portare sullo schermo le sue paure sociali più destabilizzanti e adattare, dunque, una storia decisamente nelle sue corde. Per farlo, al suo solito (in “Mr. Robot” i colpi di scena erano all’ordine del giorno), l’abile sceneggiatore mischia le carte in tavola e infarcisce il suo thriller catastrofico con molteplici livelli di lettura che gli permettono di giocare con i codici di generi disparati, che vanno dall’horror alla fantascienza distopica (che permeano il film nella sua interezza) e dal disaster movie all’action (il primo tirato in ballo nelle sequenze dei mezzi di trasporto in avaria e il secondo nella sequenza mozzafiato delle Tesla). 

Una famiglia benestante newyorkese si trova nel mezzo di un fine settimana al mare organizzato last minute quando assiste all’arenarsi di una nave petroliera sulla spiaggia di Long Island. Poco dopo l’accaduto, un black-out totale della rete impedisce ai coniugi Sandford, Amanda (una cinica Julia Roberts) e Clay  (un sornione Ethan Hawke) e ai loro figli Rose (Farrah Mackenzie) e Archie (Charlie Evans) di informarsi su cosa sia effettivamente accaduto alla nave e, ovviamente, su tutto il resto. Quando la famiglia inizia a dare i primi segni di smarrimento e confusione, insieme agli spettatori a quel punto ignari del disegno del film, si presentano alla loro porta un padre (un accomodante Mahershala Ali) e una figlia (Myha'la, con il suo magnetismo la vera rivelazione del lotto) di colore. Vittime del black-out anch’essi o coppia di malintenzionati? Proprietari della casa al mare, come asseriscono, o servitori opportunisti dei veri intestatari dello stabile?

Con questi pochi dati e interrogativi debitamente seminati nella testa di chi guarda, Esmail ha costruito un thriller accattivante, che centellina le sue rivelazioni col contagocce, ripartendole a poco a poco nei capitoli in cui è suddiviso. Nella prima frazione del film non è quindi dato sapere se ci si trovi al cospetto di un’apocalisse shyamalaniania, di una visita brutale e inattesa di quelle care a Haneke o se, addirittura, le vittime siano in realtà i visitatori di colore - suggerendo così un capovolgimento di prospettive infarcito di lotta sociale à-la Peele.
In realtà “Il mondo dietro di te” è tutte e tre le cose e diverse altre, riuscendo peraltro a sviluppare il suo citazionismo in maniera tutt’altro che sterile, facendo della sua natura derivativa una fonte di strumenti ed espedienti fini a veicolare il suo messaggio. Esmail utilizza infatti topoi di genere già noti allo spettatore per veicolare tensione e manipolarne le aspettative. 

Più il film entra nel vivo dell’azione più la cinepresa si muove, disegnando senza soluzione di continuità ellissi e parabole attorno ai protagonisti per rimarcarne lo smarrimento. O verticalmente da un piano all’altro della casa, per rilevare il posizionamento dei bianchi e dei neri sui vari piani – i primi sopra, i secondi sotto. Questo uso fortemente didascalico della cinepresa, così come l’indugiare della fotografia sulla palette cromatica della bandiera a stelle e strisce, è in prima battuta interessante ed efficace, atto com’è a sottolineare il destino e le diseguaglianze sociali dell’America secondo Esmail e Alam. La sua reiterazione insistente produce però, perlomeno in alcuni momenti, una sensazione di pleonastica sterilità.

Pur lasciando numerosi interrogativi aperti, a partire dall’apparizione del personaggio di Kevin Bacon, il film sembra spingere con decisione verso una ipotesi (che evitiamo per ovvi motivi di nominare), indebolendo almeno in parte la sua più grande arma e virtù: la confusione e lo spaesamento che condivide con lo scenario che mette in scena. Si tratta però di peli nell’uovo, che, pur grandicelli, non inficiano la riuscita di una pellicola elettrizzante e dalla quale è davvero difficile staccare gli occhi. Sono infatti numerose le trovate visive e diegetiche (quella dei cervi, quella della stessa nave, quella dei denti e, non ultima, quella di “Friends”) di questa pellicola prodotta dai coniugi Obama (a visione ultimata, è facile comprendere il perché dell’interesse della coppia nel progetto) destinate a rimanere nella mente dei sempre più numerosi spettatori che l’hanno fiondata in cima alle classifiche streaming di mezzo mondo.


21/12/2023

Cast e credits

cast:
Myha La, Mahershala Ali, Julia Roberts, Ethan Hawke


regia:
Sam Esmail


titolo originale:
Leave The World Behind


distribuzione:
Netflix


durata:
138'


produzione:
Esmail Corp., Netflix


sceneggiatura:
Sam Esmail


fotografia:
Tod Campbell


scenografie:
Christine Foley


montaggio:
Lisa Lassek


costumi:
Catherine Marie Thomas


musiche:
Mac Quayle


Trama
Una famiglia benestante newyorkese si trova nel mezzo di un fine settimana al mare organizzato last minute quando assiste all’arenarsi di una nave petroliera sulla spiaggia di Long Island. Poco dopo l’accaduto, un black out totale della rete impedisce ai coniugi Sandford, Amanda e Clay, e ai loro figli Rose e Archie di informarsi su cosa sia effettivamente accaduto alla nave e, ovviamente, su tutto il resto. Quando la famiglia inizia a dare i primi segni di smarrimento e confusione, si presentano alla loro porta un padre e una figlia di colore.
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