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recensione di Eugenio Radin
6.5/10

Una ragazza dall'aria timida e insicura viene assassinata dopo la festa di fidanzamento di un ricco imprenditore. Sulla scena del crimine è chiamato a indagare Maigret, che si avvarrà dell'aiuto di una giovane ragazza, dalla fisionomia molto simile a quella della vittima.
Chiunque abbia incontrato la figura del celebre commissario francese, tra le pagine di un libro o nei vari adattamenti per il grande e per il piccolo schermo, dovrebbe averne ben chiare le differenze rispetto ai vari Poirot, Holmes e agli altri grandi investigatori della storia della letteratura e del cinema.
I casi di Maigret non sono dei gialli nel senso canonico del termine: per Simenon il fulcro della narrazione non è l'indagine, ma le persone che la circondano: le loro vicende umane, i loro chiaroscuri personali e l'ambiente nel quale agiscono, che diventa vero co-protagonista.
Nei romanzi della Christie o di Conan-Doyle, l'intreccio è un fitto nodo da sciogliere grazie alle spiccate capacità logiche del detective. È un labirinto in cui, tassello dopo tassello, il pubblico è accompagnato verso la risoluzione del crimine: spannung narrativo e apice del godimento del lettore/spettatore. In Simenon, invece, più che il crimine conta l'atmosfera e la reazione che, di fronte al crimine, investe l'interiorità dei protagonisti. Questo chiarimento è un punto fondamentale per capire cosa, nell'ultimo lavoro di Patrice Leconte, funziona bene e cosa invece lascia una punta di amaro in bocca.

Ciò che più di tutto convince è senz'altro l'interpretazione di Gérard Depardieu, perfetto per il ruolo grazie alla sua fisicità imponente e alla sua capacità di lavorare per sottrazione: è soprattutto la sua abilità recitativa a creare, tramite un eloquente gioco di non detti, l'atmosfera del film.
Quello di Depardieu è un Maigret stanco, segnato dal lutto familiare, dalla perdita di contatti umani e da un sospetto problema polmonare che lo costringe a rimanere lontano dalla sua inseparabile pipa. La sua stanchezza si percepisce dalle movenze lente, dalle battute asciutte, dagli sguardi vuoti, ma pieni di significato. Il commissario non interroga, ma piuttosto ascolta, lascia che la verità venga a galla attraverso elementi laterali, figure secondarie, tramite una Parigi grigia e piovosa, fotografata in toni freddi, tendenti talvolta al grigio, talvolta a un cupo verde smeraldo.

Ma se il protagonista tace per lasciar parlare l'atmosfera, Leconte non sembra concedere l'adeguato spazio a quest'ultima, ponendo piuttosto al centro di tutto l'indagine sull'omicidio della ragazza. Il difetto principale del film è proprio questo eccessivo spazio lasciato all'azione: un'azione che però, lontana com'è dagli intrecci del giallo classico, non può solleticare l'intelletto dello spettatore; non concede colpi di scena né complesse catene di deduzioni che richiedano particolari sforzi di attenzione.
Così, l'elemento di maggior interesse, seppur presente, viene lasciato in secondo piano; l'attenzione del pubblico viene riportata ai fatti, nonostante l'esile struttura narrativa, e il decoupage si attiene a uno stile classico, senza grandi slanci estetici.
Rimane così il desiderio di un campo lungo, di un'inquadratura capace di lasciare spazio all'emotività piuttosto che all'intelletto; capace di sostituire agli incastri hitchcockiani la lentezza e la malinconia di un'immagine-tempo.


28/09/2022

Cast e credits

cast:
Gérard Depardieu, Jade Labeste, Mélanie Bernier, Aurore Clément, Clara Antoons


regia:
Patrice Leconte


distribuzione:
Adler Entertainment


durata:
88'


produzione:
Ciné@, F comme Film, SND Films, Scope Pictures


sceneggiatura:
Patrice Leconte, Jérôme Tonnerre


fotografia:
Yves Angelo


scenografie:
Loïc Chavanon


montaggio:
Joëlle Hache


costumi:
Annie Perier Bertaux


musiche:
Bruno Coulais


Trama
Una ragazza dall'aria timida e insicura viene assassinata dopo la festa di fidanzamento di un ricco imprenditore. Sulla scena del crimine è chiamato a indagare Maigret, che si avvarrà dell'aiuto di una giovane ragazza, dalla fisionomia molto simile a quella della vittima.