Ondacinema

recensione di Diego Capuano
7.0/10
Un omicidio al Cairo al posto di un delitto sulle violente strade newyorkesi o nel sottobosco della Hollywood classica. Un poliziotto corrotto che riga dritto con orgoglio e che, forse, riuscirà a trovare senso dell'onore e non il consueto ispettore con cappotto, noncurante di doppi giochi ma non esente al fascino della femme fatale di turno.
La bravura di Tarik Saleh è quella di dosare sapientemente l'eterogeneità geografiche e cinematografiche non assemblando però un pastiche citazionista ma rispettando onorevolmente il genere, la realtà storico-politica e le sue stesse radici. Produttore, animatore, giornalista svedese di origini egiziane, è passato dal documentario all'anomalo film d'animazione approdando a questo neo-noir che a differenza di contemporanei tentativi Made in Usa ha la premura di non optare per riformulazioni postmoderne.

C'è un passato nel Cairo del film, quello che ha ridotto la società ad un tacito circolo corrotto e assuefatto ai malaffari e alle sempre più ingombranti distanze tra ricchi e poveri, potere e sottomessi. E c'è il passato di Noredin, esecutore di ciò che è dato per scontato (l'immoralità delle forze dell'ordine) ma pure vittima di un destino che gli ha strappato la donna amata.
C'è un presente datato gennaio 2011. Noredin (Fares Fares, molto bravo) si muove silente e con passo fermo in una realtà dominata dagli ultimi scampoli della presidenza Mubarak. Gli scontri più aspri tra esercito e manifestanti si avvicineranno sempre più, Piazza Tahrir sarà a breve fulcro della caduta presidenziale, dopo 30 anni di regno incontrastato.
Senz'altro critico, ma c'è anche un domani in "Omicidio al Cairo". La televisione fa spesso da parete di rimbalzo alla trama ed enunciazione dell'inquinata aria che si respira. Discorsi politici si diffondono, ma ad inizio film una voce si interroga sul futuro degli adulti del domani: gli attuali bambini riusciranno davvero a superare le gabbie di un troppo ingombrante presente?

Saleh è ben lungi dall'ottimismo più luminoso. Ad ogni modo scavalca le strettoie della mera denuncia sociale, di un urlato j'accuse. Può non essere improprio il paragone con i film di denuncia di casa nostra (Rosi, Petri, Damiani), ma come già evidenziato obbedisce più a regole di genere (polar francese compreso) ed imbastisce dinamiche che non vogliono fare dell'innovazione il proprio terreno da gioco. Vi è dunque l'omicidio, l'indagine, l'uomo che si scontra contro colleghi e superiori che mettono i bastoni tra le ruote, lo spazio e il tempo nel quale muoversi e agire con ovvie difficoltà. Più che il cosa il film lavora sul come e sul dove. Ed è quest'ultimo a condizionare e poi guidare le modalità.
Lo sporco tempo dell'oggi è anche quello che contamina la lavorazione del film, di una produzione che alla vigilia delle riprese è stata obbligata dall'Egyptian State Security a spostare la lavorazione dal Cairo a Casablanca: Salah ne ha fatto di necessità virtù adoperando l'arte della ricostruzione, sostituendo al bianco e nero dei vecchi noir impronte gialle e una persistente luce verdognola che sembra il viatico per attraversare questo tragitto sconsolato (più che nostalgico).
Le strade del suo Cairo formano una mappatura di corruzione mercantile a cielo aperto. L'umanità imbraccia kalashnikov, la popolazione degli ultimi cammina morente tra strade fumose. I piani alti del potere fanno da viatico alla criminalità.

Il film si ispira ad un vero omicidio di una cantante libanese accaduto a Dubai e che vide colpevole un parlamentare egiziano che aveva stretti contatti con i Mubarak. Il protagonista di "Omicidio al Cairo" affronta e si trova irretito in un "uno contro tutti" man mano sempre più cosciente. E combattendo un sistema nel quale a suo modo lui stesso è stato incancrenito, si confronta ed affronta se stesso, la possibilità di scrollare dalla propria individualità la tragedia di un mondo intero; ma la vittoria non potrà mai essere totale e sembra dirci: la giustizia era già utopia ieri, lo è oggi, lo sarà domani.
25/02/2018

Cast e credits

cast:
Fares Fares, Mari Malek, Yasser Ali Maher, Ahmed Selim, Hania Amar, Mohamed Yousry


regia:
Tarik Saleh


titolo originale:
The Nile Hilton Incident


distribuzione:
Movies Inspired


durata:
107'


produzione:
Atmo


sceneggiatura:
Tarik Saleh


fotografia:
Pierre Aïm


scenografie:
Roger Rosenberg


montaggio:
Theis Schmidt


costumi:
Louize Nissen


musiche:
Krister Linder


Trama
Egitto, 2011. Alcune settimane prima della rivoluzione. Noredin, ufficiale di polizia nel corrotto sistema del Cairo, indaga su un omicidio di una donna avvenuto al Nile Hilton. Quando scopre il coinvolgimento dei vertici del potere egiziano, Noredin cambia posizione e si schiera dalla parte di chi è indifeso contro esso.