Ondacinema

recensione di Alessio Cossu
8.0/10

Estate, sole, mare, vento su un’isola italiana. E una coppia in vacanza che prende possesso di una villa con piscina. Ma la piscina è inagibile e il proprietario, per non perdere i clienti, recluta in fretta e furia Ibrahim, un operaio di origine maghrebina. Quest’ultimo, impegnato nelle riparazioni e visto solo dalle telecamere di sorveglianza, muore accidentalmente mentre i due pranzano all’interno della villa. L’incidente è l’evento scatenante che minerà la serenità della coppia. Per quanto le indagini non approdino a nulla di concreto, è soprattutto sul rapporto tra i due che la regista pone l’accento. "Silent Land", infatti, pur avendo delle venature thriller, non appartiene a questo genere cinematografico, o meglio fa ricorso alla tensione narrativa propria del thriller per portare lo spettatore su un terreno diverso.

Giovani, alti, biondi, ricchi, felici. Nordici, si potrebbe dire in una parola. Così appaiono Adam e Anna nelle prime sequenze. Il dialogo tra loro è ridotto all’essenziale e la mancanza di primi e primissimi piani colloca lo spettatore in una posizione e in un’ottica brechtiana: è difficile solidarizzare con loro, anche per via della bolla che li isola dagli altri. Aga Woszczyńska, cosceneggiatrice oltre che regista, mostra uno stile rigorosamente formale: sposta la macchina da presa il meno possibile, in modo che anche nei momenti più concitati il giudizio dello spettatore sia razionale e distaccato. I silenzi, le pause, i dialoghi che non giungono a un approdo chiaro, gli attacchi di montaggio sovente ellittici aggiungono pathos alla narrazione, tanto che anche un gesto banale come quello di sollevare o abbassare gli avvolgibili diventa il muto termometro emotivo della coppia. L’atmosfera che si respira è paragonabile a quella dei film di Michelangelo Antonioni, come in "La notte", "L’eclisse" e "L’avventura", con al centro l’incomunicabilità nella coppia, esaltata dall’assenza della colonna sonora, oltreché dai suoni dell’ambiente. Vengono riecheggiati anche "Niente da nascondere" di Michael Haneke, "Il cliente" o "Tutti lo sanno" di Asghar Farhadi e "Forza maggiore" di Ruben Östlund, per il sopraggiungere di un elemento perturbante esterno alla coppia.

Con il trascorrere del minutaggio Adam entra in crisi per il fatto di non aver soccorso debitamente Ibrahim, con il conseguente incrinarsi del rapporto di coppia. Interessante il modulo espressivo cui ricorre la regista per descrivere il suo arco narrativo: l’acqua. Si tratta di un elemento naturale con cui il protagonista ha inizialmente un difficile rapporto: egli, ad esempio, evita di fare il bagno in mare, ha difficoltà a utilizzare la doccia, scopre che dal rubinetto di cucina non esce acqua; successivamente il tuffo da una scogliera, il suo trascinarsi a riva e la successiva inquadratura sulla battigia in posizione simil-fetale esprimono la sua presa di coscienza, l’avvenuta palingenesi.

La sceneggiatura accosta alla coppia principale una secondaria (Arnaud e Claire) e la loro interazione rifugge dal triangolo melodrammatico, suggerendo invece davanti allo spettatore – seppur sotto traccia - uno spaccato più ampio di carattere culturale e politico, ovvero il confronto tra le diverse nazionalità accomunate dall’appartenenza all’Unione Europea. Da un lato polacchi che hanno grande disponibilità di denaro, inizialmente indifferenti a tutto ciò che accade intorno a loro, dall’altra una coppia multiculturale che per difficoltà economiche è disposta a far praticare immersioni anche a clienti inadatti, mentre sullo sfondo aleggia il problema dei migranti, che con gli sbarchi condizionano gli affari.

"Silent Land" è dunque un film che deve la sua originalità non solo all’aspetto stilistico ma anche alla narrazione adeguatamente stratificata in modo da fornire un più ampio ventaglio interpretativo. Questo promettente esordio mostra personaggi che nella loro diversità non possono essere rigidamente distinti in positivi e negativi e guarda invece alla natura umana da una prospettiva ampia e scevra da facili pregiudizi. L’ambiente, per concludere, svolge un ruolo che può essere assimilato a quello di un personaggio, in quanto manifesta la propria presenza già dal punto di vista acustico: l’echeggiare del mare e il sibilo del vento enfatizzano i silenzi che intercorrono all’interno della coppia di protagonisti. Silenzi in più di un’occasione ben più eloquenti di certo cinema vuotamente verboso.


13/07/2023

Cast e credits

cast:
Dobromir Dymecki, Agnieszka Zulewska, Jean-Marc Barr, Alma Jodorowsky, Marcello Romolo, Ibrahim Keshk


regia:
Aga Woszczynska


titolo originale:
Cicha ziemia


distribuzione:
Gutek Film, Modern Films, Reverso Films


durata:
113'


produzione:
Kino produzioni


sceneggiatura:
Piotr Litwin, Aga Woszczynska


fotografia:
Bartosz Swiniarski


scenografie:
Ilaria Sadun


montaggio:
Jaroslaw Kaminski


costumi:
Anna Sikorska


Trama

Adam e Anna sembrano trascorrere imperturbabilmente la loro vacanza su un'isola italiana quando la morte accidentale di un'operaio all'interno della loro piscina innesca un terremoto emotivo che mette a dura prova la tenuta della coppia.