Ondacinema

recensione di Diego Testa
5.0/10

the midnight sky

George Clooney dirige e interpreta un altro tassello non soltanto della sua carriera ma anche del mosaico della sua immagine-personaggio. Si tralascino le virate "trasgressive", Clooney continua a scrivere la sua personificazione cinematografica (Geoff King, La nuova Hollywood, Einaudi, 2004): eroe e comandante, salvifico loser destinato alla tragedia per il bene comune. Ruolo, in questo film, interpretato chiaramente in sottrazione, aggiornato alla silenziosa morte della star hollywoodiana, ma pur sempre debitore di quell'immagine-personaggio che pochi oggi vantano.

L'astronomo Augustine Lofthouse (formalmente ultimo uomo sulla Terra), destinato alla morte per un male incurabile, è la persona con cui l’umanità ha un debito essendo tra i pionieri della ricerca sulla terraformazione. E l'ultimo colpo di coda sarà comunicare con una delle navi spaziali di ritorno dalla missione e avvisarli dello stato morente in cui versa la Terra.
"The Midnight Sky" fa bottino di generi e saccheggia diversi registri: fantascienza hard'n'soft, avventura action e survivalista, dramma. Il tutto a sostegno del fulcro melò che tratta di un macro-tema centrale della filmografia di Clooney: la comunicazione.
Pur lasciando la vestizione storica dei precedenti lavori, la fantascienza di "The Midnight Sky" fa perno sulle già investigate dinamiche del messaggio e del suo potere, come avvenuto per quello televisivo ("Confessioni di una mente pericolosa"), giornalistico ("Good Night, and Good Luck", "In amore niente regole") o artistico ("Monuments Men").
Tracce di incomunicabilità da intendersi sia nella declinazione interpersonale traumatica e fallimentare (nei flashback così come nel mutismo della bambina), come anche nelle componenti tecnologiche tra ripetitori guasti, messaggi ricevuti tardivamente o gli ologrammi che svolgono il ruolo di "ricordo" di un'umanità costretta nel sottosuolo (e destinata presumibilmente alla tragedia).
In questo quadro esasperatamente negativo, il collegamento tra i generi risulta ripulito di ogni valenza testuale e delle logiche narrative. Se sulle seconde si può soprassedere (ad esempio, Augustine precipita nell’acqua dell’Artide ma le conseguenze sono nulle), le prime invece rendono "The Midnight Sky" un polimorfico assemblaggio di autori con i quali Clooney ha collaborato - "Suburbicon" è lì a dichiararlo, un Coen bros. movie col freno a mano.

Gravita in ogni fotogramma una cupezza manchevole e privata di peso specifico, destata sì dalle avversità naturali, ma sgonfiata dalla controparte artistica tra un Desplat didascalico, fotografia incordata nel blu e sequele di dialoghi impalpabili e ripetitivi (la sceneggiatura è un adattatamento librario di Mark L. Smith che sembrerebbe essere a suo agio con dinamiche movimentate piuttosto che dialogate, a giudicare da "Revenant" e "Overlord").
La mancanza di un corpo registico priva "The Midnight Sky" del nucleo drammatico, annegato in una glassa dialogica in cui tutti sono sommessamente eroi demoliti, interrotto da farciture avventurose studiate a tavolino e sorprendentemente piacevoli da vedere quanto velocemente archiviate dai protagonisti.
Il rimpallo del montaggio alternato tra le vicende di Augustine e l’equipaggio dell’Aether suggerisce due luoghi differenti in cui però vigono le stesse regole e tematiche filmiche, dunque il "dialogo" tra i piani si impoverisce ulteriormente, sospeso unicamente nell’attesa del contatto.

La formulazione classicista purtroppo non salva un film composto, asettico per i motivi sbagliati e che sboccia in un’agnizione finale concreta e interessante, ma tardiva.


31/12/2020

Cast e credits

cast:
George Clooney, Felicity Jones, Kyle Chandler, Demiàn Bichir, David Oyelowo, Tiffany Boone, Caoilinn Springall, Sophie Rundle


regia:
George Clooney


titolo originale:
The Midnight Sky


distribuzione:
Netflix


durata:
118'


produzione:
Anonymous Content, Netflix, Smokehouse Pictures, Syndicate Entertainment, Truenorth Productions


sceneggiatura:
Mark L. Smith


fotografia:
Martin Ruhe


scenografie:
Jim Bissell


montaggio:
Stephen Mirrione


costumi:
Jenny Eagan


musiche:
Alexandre Desplat


Trama
Un astronomo isolato al Polo Nord, ultimo rimasto sulla terra, deve contattare la nave spaziale Aether per avvisarli dello stato in cui il pianeta Terra versa.
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