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Interpretato, prodotto e fortemente voluto da Sofia Vergara, "Griselda" è il primo grande evento seriale targato Netflix del 2024. Un prodotto certamente canonico e privo di particolari guizzi, ma anche molto godibile e avvincente

Prima che le immagini patinate della Medellin e poi della Miami degli anni 70 inizino a sgargiare sullo schermo, è una scritta in sovrimpressione ad aprire "Griselda". Si tratta di una citazione di Pablo Escobar sulla celebre collega e compatriota: "L'unico uomo di cui ho avuto paura è una donna di nome Griselda Blanco". Quella che suona come una sorta di investitura e riconoscimento della Blanco, anche nota come "la madrina", da parte del narco più famoso della storia è per la miniserie targata Netflix un'apertura efficace, che mette subito in chiaro la potenza del personaggio e la necessità di raccontarlo.

A ideare e dirigere questa miniserie in sei episodi troviamo rispettivamente Doug Miro e una coppia composta da Andrés Baiz, Eric Newman, tutti nomi che hanno partecipato alla realizzazione di "Narcos" e "Narcos: Mexico". Rispetto alle celebri e celebrate serie Netflix sui cartelli della droga colombiani e messicani, l'approccio utilizzato dai tre per "Griselda" è profondamente diverso. Mentre i vari "Narcos" vedevano nell'approfondimento delle metodiche e della struttura sia dei cartelli che della DEA un elemento fondamentale della narrazione, ancor più che le vicissitudini dei protagonisti più celebri (i vari Pablo Escobar, El Chapo, Amado Carrillo Fuentes e tanti altri), "Griselda" è a tutti gli effetti un biopic, dove la figura straripante della protagonista e la sua storia, dall'ascesa all'inevitabile caduta, prevalgono su tutto il resto. La polizia è comunque presente nella serie, senza però che la sceneggiatura si addentri troppo a fondo nel merito di strategie e operazioni, bensì nella semplice forma di un'antagonista ambiziosa e inflessibile, inevitabilmente donna, che risponde al nome di June Hawkins (Juliana Aidén Martinez).

L'ambientazione nella Miami al crepuscolo degli anni 70 e al principio degli anni 80, l'attenzione dedicata ai costumi vistosi e luccicanti, una colonna sonora non originale altamente riconoscibile, intenzionalmente iconica (sono presenti brani che vanno da Donna Summer a Umberto Tozzi, da David Bowie a Harry Nilsson) verrebbe da dire, fanno pensare immediatamente a una sorta di versione femminile dello "Scarface" di Brian De Palma piuttosto che a qualsiasi precedente seriale.

Una diegesi, ad eccezion fatta per qualche flashback, piuttosto lineare e dai tratti comuni a molti biopic di carattere criminale, utilizza i primi quattro episodi per tratteggiare l'ascesa di Griselda Blanco. Arrivata a Miami insieme ai tre figli per resettare la propria esistenza dopo l'omicidio dell'infido ex marito narco Alberto Bravo (Alberto Amman, già Pacho Herrera di "Narcos"), la donna finirà per scegliere la scorciatoia dello spaccio di cocaina. Diventerà in breve tempo, grazie a un esercito di prostitute spacciatrici e immigrati cubani, una temibile e carismatica boss nota ai più come la "madrina". Gli ultimi due episodi, sicuramente i migliori del lotto, raccontano invece di una caduta rovinosa; che inizia durante chiassosi party a base di sfarzo sfrenato, paranoia e droghe pesanti e culmina per mezzo della perdita dell'unica cosa cara alla criminale quanto il potere, i suoi figli.

In entrambe le fasi, il fattore che distingue "Griselda" dai soliti, testosteronici mafia installment cinematografici o seriali è ovviamente la femminilità della protagonista. Che prende vita grazie alla sceneggiatura sempre attenta a sottolineare i due ruoli della Blanco, quello di boss e quello di madre, ma soprattutto attraverso la fisicità strabordante di Sofia Vergara (che del serial è anche produttrice), della quale la serie è a tutti gli effetti una sorta di one woman show.  Debitamente imbruttita dal pesante make up, dopo la Gloria di "Modern Family" (personaggio costruito con rara intelligenza e il giusto mix di fisicità latina e simpatia), Sofia Vergara ha dato vita a un altro personaggio iconico, dall'impatto immediato e destinato a rimanere nell'immaginario televisivo. La performance a base di movenze marcate, discorsi motivazionali gridati al suo esercito di criminali immigrati e accento colombiano pesante ed espressivo, acquista ancora più valore considerando quanto la Vergara sia spinta in là fuori dalla sua comfort zone.

La riuscita di una serie dallo sviluppo piuttosto ordinario come "Griselda", non può esulare dalla presenza di un nugolo di personaggi iconici, e altrettante buone interpretazioni, che diano il giusto colore alle scene e ai dialoghi. Il morigerato e a suo modo compassionevole compagno di Griselda Dario (Alberto Guerra) è un esempio di questi personaggi indovinatissimi, così come lo sono il sarcastico Rafa Salazar (Camilo Jiménez Varón) che fa la spola tra Medellin e Miami per rimediare alle esuberanze di Griselda e, nondimeno, la sua sboccata compagna Marta Ochoa (Juliet Restrepo), sempre su di giri e imbellettata come una diva anni 80. Impossibile non citare anche l'ambiguo killer Rivi (Martin Rodriguez), devoto della madrina dalle movenze serpentine e la parlata mistica.

Pur non contando su particolari invenzioni narrative e utilizzando un'estetica comune a numerose serie ambientate nello sfavillante ponte a cavallo tra gli anni 70 e 80, "Griselda" gode di grande compattezza, ritmo incalzante e una cura dei dettagli che ne fanno un prodotto godibile sia per gli spettatori in cerca di distrazioni che per quelli più esigenti in vena di una visione semplice ma accattivante.

Griselda
Informazioni

titolo:
Griselda

titolo originale:
Griselda

canale originale:
Netflix

canale italiano:
Netflix

creatore:
Doug Miro

produttori esecutivi:
Eric Newman, Sofia Vergara, Andres Baiz

cast:

Sofia Vergara, Alberto Ammann, Jose Zuniga, Alberto Guerra, Martin Rodriguez, Juliana Aiden, Vanessa Ferlito

anni:
2024