Ondacinema

recensione di Alessio Cossu
5.0/10

Da "À l'intérieur" (2007) a "Leatherface" (2017), il duo composto da Alexandre Baustillo e Julien Maury ha costruito una carriera nel segno della manipolazione dei codici dell'horror movie. Visti i risultati non molto lusinghieri della prova più recente, c'è da apprezzare se non altro il tentativo di sparigliare le carte del genere catapultando lo spettatore in una dimensione, quella acquatica, per definizione spalancata all'ignoto, soprattutto quando ai tratta di fondali. La casa in fondo al lago rappresenta infatti l'ibridazione dell'horror (nella fattispecie quello connesso alle abitazioni infestate da fantasmi), dell'escape room e delle immersioni subacquee. Siamo dunque al crocevia tra "Amityville Horror" (1979), o il kubrickiano "Shining" (1980) e "Crawl" (2019).

Piuttosto scarna la trama del film: l’urbex, ovvero la passione per l'esplorazione di edifici diroccati o comunque disabitati, spinge una giovane coppia ad andare alla ricerca di luoghi insoliti per ottenere una documentazione esclusiva da riversare sul loro canale YouTube e incrementare così le visualizzazioni. Immersisi alla ricerca di una villa appartenuta a una ricca famiglia aristocratica nella campagna francese, i due subacquei attraversano un dedalo di stanze fino a ritrovarsi in un ambiente senza apparente via d’uscita in compagnia di due corpi incatenati e sospesi nell’acqua. Claustrofobia e body horror, dunque. È qui che il film subisce una decisa sterzata di genere: l’esplorazione diventa incubo, la curiosità inquietudine, la fiducia sospetto.

Per suscitare il terrore, tuttavia, non potendo ricorrere ai canonici jump scare a causa dei movimenti rallentati, i registi si sono avvalsi di una serie di indizi che determinano un climax fobico a tratti velleitario. Gli espedienti impiegati, difatti, paiono poco originali e il film presenta problemi di scrittura: le inquadrature delle scene clou sono dettate da una logica non ortodossa che impedisce di distinguere le soggettive dai punti di vista dell’osservatore onnisciente e, quel che più conta, sono di ostacolo a una istintiva e tachicardica immedesimazione dello spettatore. Ridondanti le inquadrature su alcuni oggetti o arredi della casa, come ad esempio il pianoforte.
Infatti, un picco sonoro improvviso seguito dallo sgattaiolare di un innocuo pesce è come una montagna che partorisce un topolino. C’è poi il caso di una bambola, la quale, con buona pace di Freud che le attribuiva (se animata) un simbolismo perturbante (das Unheimliche), appare in questo contesto del tutto priva dello spessore orrorifico. Tanto che torna in mente il vecchio adagio di Anton Checov, il quale riteneva che se in una sceneggiatura si parla o si mostra un’arma che nel seguito dell’azione non avrà alcun peso, di fatto si compie un’operazione pleonastica. Il cosiddetto fucile di Checov, appunto.

Ma sono soprattutto i protagonisti del film a lasciare a desiderare, in quanto avaramente sfaccettati, soprattutto se li si confronta con quelli di pellicole anche recenti che presentano ambientazioni analoghe, come il thriller acquatico di produzione norvegese "Breaking Surface". Il minutaggio non particolarmete elevato e la scelta di girare la parte più consistente della pellicola in immersione è stato un fattore più penalizzante rispetto all’esempio scandinavo. "La casa in fondo al lago" si lascia apprezzare più per gli aspetti tecnici che per quelli narrativi: accanto a macchine da presa tradizionali, vi sono droni subacquei e go pro montate sul capo dei due youtuber, ma nonostante questa dotazione, la regia risulta piatta e il film non pienamente riuscito, né vale a salvarlo una fotografia di pregio. La pellicola è stata girata nei Lites Water Studios di Bruxelles, considerati i migliori studi per riprese subacquee d’Europa.


10/08/2021

Cast e credits

cast:
Eric Savin, James Jagger, Camille Rowe


regia:
Julien Maury, Alexandre Bustillo


titolo originale:
The Deep House


distribuzione:
Notorious Pictures


durata:
85'


produzione:
Radar Films


sceneggiatura:
Alexandre Bustillo, Julien Maury


fotografia:
Jacques Ballard


scenografie:
Ilse Willocx


montaggio:
Baxter


costumi:
Alice Eyssartier


musiche:
Raphaël Gesqua


Trama

Una coppia di youtuber si immerge per riprendere una misteriosa casa rimasta sul fondo di un bacino artificiale. Quando però i due sono al suo interno scoprono che non è abitata solo dai pesci e inizia una lotta contro il tempo per fuoriuscirne prima che l’ossigeno delle bombole si esaurisca.    

Link

Sito ufficiale