E' morto a 77 anni il regista Michael Cimino. Eppure fino a qualche anno fa era controversa anche la data di nascita, oltre alla carriera da regista. Autore di un film che ha segnato un'epoca come Il cacciatore (1978), trionfatore anche agli Oscar, Cimino è andato incontro a uno dei più brucianti disastri della storia di Hollywood con I cancelli del cielo, che ha compromeso il prosieguo della sua carriera - nonostante con gli anni quest'opera gigantesca sia stata meritoriamente rivalutata.
Nato a New York il 3 febbraio 1939, da una famiglia di emigranti italiani. Si laurea in discipline artistiche e architettura a Yale, arriva alla regia tardi, dopo i trent'anni. Nel 1971 è fra gli sceneggiatori di "2002: la seconda Odissea", sequel apocrifo di "2001: Odissea nello spazio". Incontra Clint Eastwood che ne apprezza le qualità e l'originalità e lo ingaggia per la Malpaso, la sua società di produzione. Nel 1973 con John Milius scrive "Una 44 magnum per l'ispettore Callaghan". L'esordio alla regia è nella pubblicità, la prima regia è del 1974: dirige proprio Clint Eastwood e Jeff Bridges in "Una calibro 20 per lo specialista". Cimino è stato un personaggio simbolo della New Hollywood e del cinema americano degli anni Settanta. Una carriera a fasi alterne, basata sulla difesa strenua delle proprie opere e dell'autorialità dei film, restio a ogni compromesso, ebbe sempre rapporti turbolenti con le major e con i produttori, tanto che il suo ultimo film è datato 1996 ("Verso il sole") e la sua filmografia conta solo sette lungometraggi. Un anno fa il Festival di Locarno gli aveva assegnato il Pardo d'oro alla carriera e OndaCinema aveva seguito il suo incontro col pubblico e addetti stampa.