Ondacinema

Nelle sale il documentario di Giovanni Meola

Dopo aver vinto il RIFF – Rome Independent Film Festival 2020, il documentario “La Conversione” scritto e diretto da Giovanni Meola esce nelle sale cinematografiche. È la storia parallela dell’ex manager bancario Vincenzo Imperatore (ora consulente contro gli abusi delle banche) e dell’ex galeotto Peppe De Vincentis (ora attore, protagonista degli episodi di “Dangerous Old People” su Sky Documentaries) in un vortice di soldi e scrittura catartica. La perdizione, prima, e la redenzione, più tardi, che avviene attraverso due libri, due spettacoli teatrali e un film documentario. “La Conversione – ricorda Giovanni Meola – racconta le vite al limite di Vincenzo Imperatore, prima gola profonda del mondo bancario, noto per il memoriale di denuncia e auto-denuncia ‘Io So e Ho Le Prove’, e quella di Peppe De Vincentis, trent'anni di galera alle spalle, gran rapinatore di banche e gioiellerie. Il nostro incontro, avvenuto circa dieci anni fa, ha determinato a cascata una serie di progetti (tra teatro e cinema) e oggi questo documentario nel quale irrompe la loro conversione laica. Ricordi e rievocazioni si alternano all'affresco dei rispettivi mondi che i due si fanno, senza mai essersi conosciuti prima, durante una cena nella umile casa di Peppe. Dopo quasi due anni dalla vittoria al RIFF, La Conversione approda nelle sale anche grazie al sostegno del bando regionale campano (in collaborazione con Film Commission Regione Campania) vinto dal documentario. La gioia di vederlo finalmente su grande schermo è enorme, come l’emozione che anima i due protagonisti. La fascinazione del rito collettivo della visione al buio è irrinunciabile ed è il prossimo passo che il film sta per compiere. In attesa dell’arrivo sulle piattaforme di streaming. Durante la pandemia non avrei scommesso un euro che tutto ciò sarebbe potuto accadere”. Le musiche originali (fisarmonica e voce) di Daniela Esposito lasciano esplodere la volontà di confronto dei due uomini. Senza finzioni e senza rancori. “Sottrarre e ingannare – sostiene il regista Giovanni Meola – sono state a lungo le attività principali delle vite di Peppe e Vincenzo. Entrambi, a un certo punto, hanno detto basta. Ed entrambi hanno cominciato, fatalmente, a scrivere e a svelare quello che erano stati, quello che avevano fatto e i segreti dei mondi dai quali provengono. Una cena tra loro due, curiosi di conoscersi tra domande e risposte senza remore, è di fatto la spina dorsale del mio racconto. Ciò ha rafforzato l’intuizione iniziale: ritrarre le loro storie in parallelo. Due facce di una Napoli matrigna e da sempre piena di insidie”.