Ondacinema

recensione di Diego Testa
6.0/10

dolceroma

Difficile dire chi concorra in maniera preponderante al risultato finale di "DolceRoma", del quale verrebbe comodo e spontaneo parlare di  exploitation comedy. Luca Barbareschi perno (leggasi chiodo) del progetto già produttore/attore protagonista e anche trascinatore comunicativo della mattanza di generi dalla rapida infiammabilità. Non è un caso che la regia di Fabio Resinaro ricalchi in modo evidente alcuni elementi e codici visivi del cinema recente da cui smercia somiglianze, riproducendo le pose da diva della Gerini di "John Wick 2", presentandoci un incipit nella tradizione del miglior Guy Ritchie, frequentando i freeze frame dalle svariate angolature (così si presentò "Deadpool"). Spogliato delle influenze internazionali, considerando le quali si finirebbe dalle parti di Rodriguez e di Wright, resta la cara commedia italiana.

"DolceRoma" non cede ai tic o alle tendenze teoriche di puro genere, quanto piuttosto alla commistione smaccatamente caotica di un mix degli stessi, sbrecciandone le solidità sia visive che di prassi. Quello che a prima vista sembra un lavoro low, grezzo, è frutto di una direzione mirante un b-movie saturo di elegante finzione pressappochista. Quanto intenzionale? Il risultato, probabilmente voluto, si coagula in una grande frecciata al business cinematografico italiano.
Oscar Martello (agli antipodi del nomen omen) produce film a modo suo: arrivato dal basso, ha dilapidato le ricchezze della moglie per interessi e per comandare sullo showbiz produttivo romano. Dal rapporto col giovane scrittore Andrea Serrano (Lorenzo Richelmy) sembra poter nascere un'altra produzione per le sale, ma a questo film si legheranno delitti sopiti, silenzi comprati e la camorra. In questa parodia "DolceRoma" si fa didascalia, siparietto comico di sottofondo che non grida certo alla critica quanto a una constatazione insoddisfatta (Roma è la sola città dove si fa cinema). E così l'avido distributore e il produttore squalo diventano figure indistinguibili tra l'urlata quanto soffocata invettiva e la dissoluzione del caos simulato. 

Perché "DolceRoma" è un calcolo preciso di accostamenti di tono e registro: si parte dal grottesco iniziale, al faceto centrale fino al serio e pluricapovolto finale. In questa mescolanza d’intenzioni c'è qualche inciampo che lo spettatore faticherà a decifrare come volontà d'intenti e lo etichetterà impacciato miscuglio di grossolanerie. La confusione di visione giova al valore dell'operazione che, per quanto composta, si vanta come una voce fuori dal coro mentre scimmiotta i temi dentro, fuori e intorno al cinema italico. Primo fra tutti la collocazione geografica di questa Roma sapida fatta di ville e vicoli del centro storico; tema che vorrebbe allargarsi decentralizzandosi. Segue la macchiettistica camorra cara alla nostra rappresentazione noir. Il salto del messaggio universale si strozza, fermandosi alla Capitale, ma in compenso si amministra con scioltezza una commedia fluida (Fausto Brizzi firma il soggetto insieme a Resinaro) che si scompone in molteplici agnizioni da thriller giocoforza ridondanti, nel perfetto stile ordinatamente esasperato di tutto "DolceRoma".

Al film manca probabilmente il senso della misura in termini di ritmo, a metà tempo rallenta e perde colpi nel descrivere i caratteri dei suoi protagonisti, prendendosi troppo sul serio. Questo rimane il grosso neo di un'operazione allucinata a metà, costretta da schemi incolori (la storia d'amore, ma anche di sesso tra Andrea e Jacaranda) che faticano a tenere il passo e siparietti non sempre comici.

Il resto rimane tendenza compulsiva di genere, infiammabile come si era detto e per prolungamento metaforico anche esauribile in pochi (ma buoni) momenti di vero godimento pulp. L'operazione complessa riesce a metà a causa dell'indecisione nel voler ridere di sé e deridersi. Le intenzioni vanno premiate perché tra sesso al neon, katane, effetti speciali razionalmente d'accatto, "DolceRoma" fa a spallate con le produzioni commerciali per un posto in prima linea, pur volendone fare satira.


02/04/2019

Cast e credits

cast:
Lorenzo Richelmy, Luca Barbareschi, Claudia Gerini, Valentina Bellè, Francesco Montanari, Armando De Razza


regia:
Fabio Resinaro


titolo originale:
DolceRoma


distribuzione:
01 Distribution


durata:
100'


produzione:
Casanova Multimedia, Rai Cinema


sceneggiatura:
Fabio Resinaro


fotografia:
Paolo Bellan


scenografie:
Pasquale Tricoci


montaggio:
Luciana Pandolfelli


costumi:
Ornella Campanale


musiche:
Andrea Bonini


Trama
Andrea vuole cambiare la sua mediocre vita di scrittore misconosciuto. Un giorno arriverà la telefonata di un ricco produttore cinematografico romano. Accettato il contratto, fare il film diventerà una scommessa contro la legalità e le regole dello showbiz italico.